Energia in casa, basterebbe il 30% dei tetti con fotovoltaico

Lo ha calcolato l’ENEA nello studio pubblicato sulla rivista open access Energies che descrive il reale potenziale del fotovoltaico in Italia al 2030 e al 2050

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Secondo uno studio pubblicato sull’open access Energies, condotto dall’ENEA, per coprire completamente il fabbisogno elettrico del settore residenziale nazionale sarebbe necessario installare pannelli fotovoltaici su circa il 30% dell’intera superficie dei tetti degli edifici ad uso abitativo del nostro Paese. Questo valore corrisponde praticamente all’intera area idonea per l’installazione di tali dispositivi, senza bisogno di occupare ulteriori terreni. Lo studio descrive il reale potenziale del fotovoltaico in Italia entro il 2030 e il 2050, focalizzandosi esclusivamente sulle superfici di copertura degli edifici esistenti.

Il potenziale dei tetti italiani per l’energia solare

Secondo uno studio condotto dall’ENEA, “Nel nostro Paese gli edifici ad uso residenziale sono oltre 12 milioni con una superficie complessiva dei tetti di circa 1.490 km2, di cui solo 450 km2, pari appunto al 30% circa, potrebbero avere caratteristiche adeguate all’installazione di pannelli fotovoltaici”. Nicolandrea Calabrese, responsabile del Laboratorio ENEA di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano, insieme al collega Domenico Palladino, ricercatore dello stesso laboratorio, ha spiegato il significativo potenziale dei tetti italiani per l’installazione di energia solare.

Il potenziale energetico dei tetti italiani, lo studio ENEA

Secondo lo studio condotto dall’ENEA, i tetti degli edifici ad uso residenziale in Italia offrono un enorme potenziale energetico. Ipotizzando di occupare interamente la superficie ottimale di circa 450 km2, sarebbe possibile generare oltre 79 mila GWh di energia elettrica, con una potenza complessiva installata di 72 GW. Tuttavia, anche se si riuscisse a coprire una superficie inferiore, indicativamente di circa 310 km2, l’energia prodotta sarebbe ancora in grado di soddisfare il fabbisogno energetico elettrico del settore residenziale, che ammonta a un consumo medio annuo di circa 65,5 mila GWh. Questi risultati evidenziano il notevole potenziale degli edifici esistenti nel contribuire alla produzione di energia sostenibile nel nostro Paese.

Le prospettive del fotovoltaico in Italia al 2030 e 2050

Secondo lo studio dell’ENEA, tuttavia, i risultati più “probabili” suggeriscono che la potenza fotovoltaica installata potrebbe ammontare a soli 6 GW, corrispondenti all’11,5% dell’obiettivo nazionale stabilito di 52 GW di nuova capacità fotovoltaica entro il 2030. Questa cifra rappresenta più del doppio della potenza installata nel 2020. Proiettando al 2050, lo studio stima che la produzione di energia elettrica da fotovoltaico potrebbe coprire circa il 40% del fabbisogno nazionale, anche se con notevoli variazioni a livello regionale. Regioni come il Veneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia sembrano avvicinarsi agli obiettivi nazionali anche seguendo scenari più prudenti, mentre altre regioni richiederebbero invece misure più ambiziose per raggiungere gli stessi risultati.

Nuovo indice per promuovere il fotovoltaico regionale

“Per sostenere e promuovere il fotovoltaico sui tetti – sottolinea Domenico Palladino – è necessario ridefinire gli incentivi o implementare nuove misure a livello regionale. A tal scopo, è stato introdotto un nuovo indice che valuta il potenziale fotovoltaico di ogni regione, fornendo così un supporto ai responsabili politici e alle autorità locali per adottare strategie energetiche sempre più efficaci e mirate a ciascun territorio”.

Verso l’indipendenza energetica

Lo studio ENEA delinea il potenziale del fotovoltaico al 2050 a livello territoriale. Nel Nord-ovest, è possibile produrre oltre 5.500 GWh di energia elettrica attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti, consentendo di soddisfare fino al 50% del fabbisogno residenziale. Nel Nord-est, questa percentuale potrebbe superare il 50%, generando una produzione complessiva di 7.100 GWh. Al Centro, la percentuale scenderebbe a circa il 40%, mentre nel Sud e nelle Isole, la copertura del fabbisogno raggiungerebbe percentuali via via più basse.

Sfide e opportunità del fotovoltaico sulle coperture degli edifici

Malgrado il potenziale e i vantaggi del fotovoltaico installato sulle coperture degli edifici, ci sono ancora sfide da affrontare. Tra queste vi è la natura intermittente di questa fonte di energia e le procedure amministrative complesse. Tuttavia, di recente è stata approvata una normativa che mira a semplificare la burocrazia e promuovere nuove installazioni sui tetti degli edifici esistenti, compresi quelli situati nei centri storici.

I due ricercatori dell’ENEA sottolineano che, nonostante siano stati realizzati numerosi interventi di efficientamento energetico nel nostro patrimonio edilizio negli ultimi anni, c’è ancora molto lavoro da fare. Gli edifici residenziali rappresentano ancora il 12% delle emissioni e il 30% del fabbisogno energetico totale del Paese, soprattutto a causa della climatizzazione e delle scarse prestazioni termiche dell’involucro edilizio.

Potenziale inespresso e disuguaglianze regionali

Secondo quanto riportato su Immobiliare.it, la percentuale indicata da Enea non è presa in maniera arbitraria, ma rappresenta la porzione di superficie con tutte le caratteristiche idonee per il montaggio degli impianti fotovoltaici. Occupandola per intero, si potrebbero così generare oltre 79mila GWh di energia elettrica ogni anno, per una potenza complessiva installata di 72 GWh. Un potenziale incredibile, dunque, che al momento viene sfruttato in maniera assai inferiore rispetto a quanto descritto.

A questo va aggiunto un ultimo aspetto non troppo rassicurante. Le previsioni di Enea parlano infatti di una copertura proveniente dal fotovoltaico che dovrebbe raggiungere solo il 40% del totale nazionale entro il 2050. E comunque, ci sarebbero ancora molte differenze tra le regioni del Nord (quelle più efficienti sotto questo punto di vista) e il resto del Paese.