Chi è e come si diventa tutore legale

Scopri con QuiFinanza cosa rappresenta il tutore legale, come si può diventare e di cosa si occupa.

Il tutore legale è una forma di tutela, prevista dalla Costituzione Italiana, a favore di soggetti ritenuti incapaci di agire. Si tratta di un vero e proprio strumento volto alla protezione delle persone più deboli, che hanno la possibilità di usufruire di un soggetto che agisce per loro conto.

Il tutore legale subentra in diversi casi, dai minori di 18 anni, agli anziani, dai detenuti, agli infermi: di fatto tutti quei soggetti che si trovano in uno stato di interdizione. Prima di capire quali sono i poteri e le funzioni di un tutore legale, è fondamentale sapere anche chi è, chi può farlo e come viene nominato.

Tutore legale, chi è?

Il tutore è a tutti gli effetti un rappresentante legale il cui ruolo è la cura degli interessi patrimoniali e non patrimoniali, di un soggetto che si trova in una situazione di svantaggio, perché ritenuto incapace di agire. La protezione che il tutore esercita può essere applicata ai minori di 18 anni, quando i genitori sono deceduti o non possono svolgere il loro ruolo; agli interdetti, in questo caso persone maggiorenni che si trovano in uno stato di infermità che preclude la possibilità di curare i propri interessi in modo autonomo. In questa categoria rientra ad esempio il tutore legale per un anziano, quando la persona anziana è incapace di agire. Rientra in questa casistica anche il tutore legale per un detenuto, nei casi in cui:

  • un individuo sia stato condannato all’ergastolo e in questo caso subentra l’interdizione legale e la perdita della potestà sui figli;
  • un individuo sia stato condannato a più di 5 anni di carcere e subentri l’interdizione legale come pena accessoria.

Il tutore legale può essere anche un membro della famiglia e può essere indicato nel testamento, direttamente dall’interessato.

Come diventare tutore legale

La nomina del tutore legale avviene tramite il giudice tutelare, il quale individua una persona idonea e dalla condotta ineccepibile, tra:

  • la persona indicata nel testamento o nella scrittura privata;
  • parenti, tra cui nonni, zii, fratelli/sorelle o genitori.

In mancanza di parenti, il giudice può avvalersi della collaborazione di associazioni ed enti assistenziali. Non possono invece essere nominati tutori legali persone direttamente escluse dai genitori, i minori, chiunque possa avere un conflitto di interessi o una controversia con l’interessato, chi è già stato rimosso dalla carica di tutore ed i soggetti falliti. Il tutore non percepisce alcun tipo di remunerazione, il giudice può individuare esclusivamente un rimborso, qualora la funzione richiesta sia particolarmente complessa.

Tutore legale: poteri e funzioni

Ma che cosa fa un tutore legale e quali sono i suoi poteri? Come prima cosa è importante sapere che subito dopo la nomina, un tutore legale effettuerà un giuramento in cui si dichiarerà pienamente consapevole di incorrere in sanzioni qualora non adempisse al suo dovere.

In generale si deve prendere cura del minore e dell’interdetto, tutelandone gli interessi, rappresentandolo negli atti, amministrando i suoi beni e la contabilità. Il tutore legale può prendere decisioni in merito alla persona di cui si deve prendere cura, ad eccezione di alcuni atti per i quali è richiesta l’autorizzazione del giudice, tra cui:

  • l’investimento di capitali o l’acquisizione di azioni;
  • acquisto di beni non primari e necessari alle attività quotidiane;
  • accettazione o rinuncia di eredità o donazioni;
  • locazione di immobili per più di 9 anni;
  • per promuovere giudizi.

È richiesta invece l’autorizzazione del tribunale, su parere del giudice tutelare per i seguenti atti:

  • costituzione di pegni o ipoteche;
  • stipulazione di compromessi o transazioni;
  • alienazioni dei beni del tutelato, sia onerose che gratuite.

Gli atti compiuti senza le corrette autorizzazioni, sono considerati nulli. In ogni momento, un tutore legale può essere dimesso dal suo ruolo e perdere ogni diritto di tutela, qualora ci sia una grave negligenza, l’abuso dei poteri o insolvenza, dopo 10 anni di tutela ad eccezione dei famigliari, oppure se termina la causa dell’interdizione. Tutto questo è regolato dall’articolo 384 del Codice Civile e può essere richiesto il decreto di revoca del tutore dal tribunale dei minori e dal tribunale in composizione collegiale.