Entro il 2030 avremo il picco dei combustibili fossili: e poi?

Rapporto annuale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia: entro il 2030 il picco della domanda di petrolio, gas e carbone e una nuova auto su 5 sarà elettrica

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Secondo il rapporto annuale dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie) , il 2030 sarà l’anno cruciale per le fonti fossili. Dopo aver raggiunto il loro massimo livello di consumo tra sette anni, petrolio, gas naturale e carbone inizieranno a diminuire la loro domanda.

Questa previsione è importante per due motivi:

  • in primo luogo, indica che il mondo sta gradualmente abbandonando i combustibili fossili, che sono una delle principali cause del cambiamento climatico
  • in secondo luogo, dà ai governi e alle aziende un obiettivo da raggiungere per accelerare la transizione verso fonti energetiche più pulite.

Il declino dei combustibili fossili entro il 2030

L’Agenzia Internazionale per l’Energia prevede che la domanda di carbone, petrolio e gas naturale raggiungerà il suo massimo in questo decennio, per poi calare a causa della diffusione delle energie pulite e dei cambiamenti economici globali. Nel suo rapporto World Energy Outlook 2023, l’Aie afferma che “in questo scenario, la quota dei combustibili fossili nell’approvvigionamento energetico globale, che per decenni si è attestata intorno all’80%, diminuisce fino a raggiungere il 73% entro il 2030, mentre le emissioni globali di anidride carbonica (CO2) legate all’energia, raggiungeranno il picco nel 2025”. Tuttavia, l’Aie avverte che per limitare l’aumento del riscaldamento globale a 1,5 °C, come previsto dall’Accordo di Parigi, sarebbero necessari interventi più ambiziosi, poiché la domanda di combustibili fossili rimarrebbe troppo elevata.

Senza azioni urgenti clima e sicurezza energetica sono a rischio

L’Aie mette in guardia dal rischio di gravi conseguenze sul clima e sulla sicurezza del sistema energetico se non si agisce subito per ridurre le emissioni di CO2. Nel suo rapporto World Energy Outlook 2023, l’Aie sottolinea che, nonostante le politiche attuali a favore delle energie pulite, le emissioni globali sarebbero ancora troppo alte per contenere l’aumento delle temperature medie globali entro 1,5 °C, come stabilito dall’Accordo di Parigi. Questo scenario porterebbe a un mondo più caldo e instabile, con eventi meteorologici estremi sempre più frequenti e dannosi per il sistema energetico, progettato per condizioni più miti. L’Agenzia afferma inoltre che è ancora possibile invertire la tendenza delle emissioni, ma che occorre una forte volontà politica e una rapida transizione verso le fonti rinnovabili.

Domanda di gas naturale in calo

L’Agenzia internazionale dell’energia ha rivisto al ribasso le sue previsioni sulla domanda di gas naturale. Nel suo World Energy Outlook 2023, l’AIE prevede che la domanda di gas naturale nel 2040 sarà di 4.650 miliardi di metri cubi, in calo di 140 miliardi di metri cubi rispetto alle previsioni del 2022.

Questa revisione al ribasso è dovuta a una serie di fattori, tra cui l’aumento dei prezzi del gas naturale, la crescita delle energie rinnovabili e l’incertezza geopolitica.

L’Aie ha anche osservato che i nuovi progetti di gas naturale liquefatto (Gnl) che entreranno in funzione a partire dal 2025 potrebbero creare un eccesso di offerta. Questi progetti, equivalenti a circa il 45% dell’attuale offerta globale di Gnl, potrebbero portare a un calo dei prezzi del gas naturale e a una maggiore concorrenza tra i fornitori.

La revisione al ribasso delle previsioni sulla domanda di gas naturale ha importanti implicazioni per il mercato energetico globale. I prezzi del gas naturale potrebbero diminuire, rendendo le energie rinnovabili più competitive. Inoltre, l’eccesso di offerta potrebbe portare a una maggiore volatilità dei prezzi del gas naturale.

Mercati del gas naturale: eccesso di offerta e declino della Russia

Il rapporto World Energy Outlook 2023 dell’Aie evidenzia che i mercati del gas naturale sono stati sconvolti dalla riduzione delle forniture della Russia all’Europa, che ha causato una forte salita dei prezzi e una situazione di incertezza. Tuttavia, l’Aie prevede che a partire dal 2025 ci sarà una grande espansione dei progetti di gas naturale liquefatto (Gnl), che aggiungeranno più di 250 miliardi di metri cubi all’anno di nuova capacità entro il 2030. Questo porterà a una riduzione dei prezzi e delle preoccupazioni per l’approvvigionamento di gas, ma anche a un eccesso di offerta, dato che la domanda globale di gas crescerà molto meno rispetto al decennio precedente, quando si era assistito a un’“età dell’oro” del gas naturale. Di conseguenza, la Russia perderà la sua posizione dominante nel mercato internazionale del gas: la sua quota di gas commercializzato a livello internazionale, che nel 2021 era del 30%, è destinata a scendere alla metà entro il 2030.

Cina: picco della domanda di energia e crescita dell’energia pulita

Secondo il World Energy Outlook 2023 dell’Agenzia internazionale dell’energia, la Cina raggiungerà il picco della domanda di energia intorno alla metà di questo decennio. La crescita dinamica dell’energia pulita, come l’energia solare ed eolica, contribuirà a ridurre la domanda di combustibili fossili e le emissioni del Paese.

Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Aie, ha dichiarato che la transizione verso l’energia pulita è inarrestabile e che i governi, le aziende e gli investitori dovrebbero sostenerla. I vantaggi offerti dall’energia pulita sono enormi, tra cui nuove opportunità industriali e posti di lavoro, sicurezza energetica, aria più pulita, accesso universale all’energia e un clima più sicuro.

La guerra in Ucraina ha messo in luce la vulnerabilità dei mercati energetici tradizionali. I vantaggi dell’energia pulita sono ora più evidenti che mai.

La rivoluzione dell’energia pulita

Entro il 2030 il parco auto mondiale sarà dominato dalle vetture elettriche, che saranno quasi 10 volte più numerose di quelle attuali. Le fonti rinnovabili costituiranno quasi la metà del mix energetico globale, mentre le pompe di calore e altri sistemi di riscaldamento elettrici sostituiranno le caldaie a combustibili fossili. Gli investimenti nell’eolico offshore saranno tre volte superiori a quelli nelle centrali a carbone e a gas. Queste sono alcune delle previsioni dell’Agenzia internazionale dell’energia e che si trovano all’interno del suo rapporto annuale sulle prospettive energetiche globali. L’Aie sottolinea che questi cambiamenti si basano solo sulle politiche attuali dei governi, ma che se i Paesi rispetteranno i loro impegni sul clima, la transizione verso l’energia pulita sarà ancora più rapida. L’Aie afferma che il sistema energetico globale sarà notevolmente diverso entro la fine di questo decennio, con le tecnologie pulite che avranno un ruolo molto più importante di oggi.

Politiche e tecnologie per limitare il riscaldamento climatico

Per raggiungere gli obiettivi di sicurezza energetica e sostenibilità, esistono delle soluzioni politiche e tecnologiche efficaci che possono accelerare la transizione energetica in questo decennio e mantenere possibile il limite di 1,5°C di aumento della temperatura globale. Secondo lo scenario STEPS, le emissioni di CO2 legate all’energia raggiungeranno il loro massimo a metà degli anni 2020, ma resteranno comunque troppo alte da causare un riscaldamento di circa 2,4°C entro il 2100.

Questo scenario è migliore rispetto a quelli precedenti, ma implica ancora delle conseguenze gravi e diffuse dei cambiamenti climatici. Le principali azioni necessarie per ridurre la traiettoria delle emissioni entro il 2030 sono largamente note e nella maggior parte dei casi molto vantaggiose.

  • aumentare la capacità di energia rinnovabile di tre volte
  • incrementare il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica al 4% annuo
  • favorire l’elettrificazione e diminuire le emissioni di metano derivanti dalle attività con combustibili fossili. Queste, al momento, contribuiscono a oltre l’80% delle riduzioni delle emissioni richieste entro il 2030 per allineare il settore energetico al limite di 1,5°C di riscaldamento

Inoltre, sono necessari dei meccanismi di finanziamento innovativi e su larga scala per supportare gli investimenti in energia pulita nelle economie emergenti e in via di sviluppo, così come delle misure per assicurare una riduzione ordinata nell’uso dei combustibili fossili, compresa la fine di nuove approvazioni di centrali a carbone.

Ogni Paese deve trovare la propria via, che dev’essere inclusiva ed equa per garantire il consenso pubblico, ma questo insieme di misure globali fornisce degli elementi essenziali per un esito positivo della conferenza sui cambiamenti climatici COP28 che si terrà a Dubai a novembre e dicembre.