Combustibili fossili, cosa prevede l’accordo sulle rinnovabili approvato al G7 di Venaria

L'Italia si prepara a eliminare l'uso del carbone entro il 2035, con passi decisivi già nel 2024. Si pensa ad altre rinnovabili, guardando anche al nucleare

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Al termine del G7 Ambiente, Energia e Clima tenutosi a Torino, è stato raggiunto un accordo significativo, firmato alla Reggia di Venaria, che impegna i paesi partecipanti a eliminare progressivamente la produzione di energia da carbone entro la prima metà del 2030. Questo impegno si allinea agli obiettivi globali di contenimento dell’incremento delle temperature entro un grado e mezzo.

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha descritto l’accordo come un collegamento strategico tra la Cop 28 di Dubai e la prossima Cop 29 che si terrà a Baku.

Chiusura delle centrali a carbone già nel 2024

Nel dettaglio, Pichetto Fratin ha delineato i piani per la dismissione delle centrali a carbone in Italia, con previsioni di chiusura per le centrali di Civitavecchia e Brindisi già nel 2024. La Sardegna seguirà con una completa eliminazione del carbone entro il 2027. Queste mosse sono in linea con la crescente attenzione globale alla riduzione delle emissioni e al miglioramento della sostenibilità ambientale.

Durante il G7, le priorità italiane sono state quindi chiaramente delineate riguardo alla lotta contro il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’inquinamento. “La decarbonizzazione è una delle nostre principali agende”, ha affermato Pichetto Fratin, indicando che il passaggio dal carbone al petrolio e infine all’energia pulita, includendo il gas come transizione verso il 2050, è essenziale.

L’incontro di Torino ha anche messo in luce l’importanza della collaborazione tra le presidenze del G7 e del G20, con l’obiettivo di promuovere una decarbonizzazione efficace del settore dei trasporti. I biocarburanti sostenibili sono stati riconosciuti come strumenti vitali per incrementare la sicurezza energetica, integrarsi facilmente nei sistemi di logistica esistenti e supportare l’economia circolare.

Riduzione inquinamento da plastica entro il 2040

Il G7 ha anche riconosciuto per la prima volta l’insostenibilità del livello di inquinamento da plastica, impegnandosi a ridurre la produzione di polimeri primari entro il 2040. Inoltre, il forum ha ospitato discussioni sui biocarburanti sostenibili, culminate in una dichiarazione congiunta, firmata da oltre 70 aziende, che evidenzia il ruolo cruciale dei biocarburanti nel trasporto sostenibile.

Future fonti energetiche: c’è anche il nucleare

Parlando delle future fonti energetiche, il ministro ha sottolineato l’importanza di espandere le energie rinnovabili, come il fotovoltaico e l’eolico. “Il nostro obiettivo è coprire un terzo del fabbisogno energetico con le rinnovabili entro la fine di questo decennio, introducendo ulteriori 70 Terawatt di produzione”, ha spiegato Pichetto Fratin. Tuttavia, ha anche evidenziato i limiti delle rinnovabili e la necessità di non “rovinare il paesaggio italiano con pale e pannelli ovunque”.

In questo contesto, il ministro ha ribadito il ruolo del nucleare come parte della soluzione, considerandolo una fonte di energia pulita, come confermato dalla tassonomia europea. Il ministero dell’Ambiente è stato incaricato dal governo e dal Parlamento di approfondire la ricerca e la sperimentazione nel campo nucleare, in particolare sul nucleare di quarta generazione.

La Coalizione per l’acqua e la riduzione delle emissioni di metano

Nel contesto di un impegno più ampio per la sostenibilità, è stata inoltre annunciata la formazione della “Coalizione del G7 per l’acqua”, finalizzata a combattere la crisi idrica globale attraverso la definizione di obiettivi comuni e l’integrazione delle questioni idriche nei processi politici a livello globale.

Parallelamente, si è discusso dell’importanza di ridurre le emissioni di metano del 75% entro il 2030, particolarmente quelle derivanti dalle operazioni petrolifere e del gas, e di triplicare la capacità globale di energia rinnovabile. Si prevede inoltre di sbloccare finanziamenti per il clima di “migliaia di miliardi”, riconoscendo le sfide che i paesi più vulnerabili affrontano a causa degli impatti climatici.