Modello 730, bloccati i rimborsi in caso di debiti con il Fisco

L'Agenzia delle Entrate può bloccare l'erogazione dei rimborsi scaturiti dal Modello 730 in caso di debiti con il fisco. Cerchiamo di capite cosa succede realmente

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 30 Maggio 2025 07:00

I rimborsi che scaturiscono dal Modello 730, almeno in linea teorica, dovrebbero essere bloccati nel caso in cui il contribuente abbia dei debiti con l’Agenzia delle Entrate. Ma è bene fare chiarezza: la novità non si applica ancora, perché manca manca il decreto attuativo del Mef.

Ma cosa sta accadendo? Perché è circolata questa notizia? Sulla carta è entrata in vigore una norma che prevede la compensazione forzosa tra i crediti d’imposta e le cartelle esattoriali. A prevederlo è il Decreto Legislativo 110/2024, approvato lo scorso anno, ma per il quale manca ancora il decreto attuativo.

Come funziona il rimborso Irpef

Prima di addentrarci nel dettaglio sul blocco, vediamo come funziona il rimborso Irpef che si può ottenere attraverso il Modello 730. Sostanzialmente il contribuente che, una volta presentata la dichiarazione dei redditi, dovesse trovarsi in una situazione di credito di imposta può ottenere il rimborso in due modalità diverse:

  • direttamente sulla busta paga o con la pensione – il datore di lavoro o l’ente che eroga l’assegno previdenziale agiscono in qualità di sostituto d’imposta;
  • ricevendo un bonifico o un assegno – nel caso in cui non sia presente un sostituto d’imposta.

Ma vediamo nel dettaglio le due casistiche.

Rimborso direttamente con sostituto d’imposta

Ricevere il rimborso che scaturisce dal Modello 730 con la busta paga o con la pensione, indubbiamente, è la modalità più comune. L’azienda o l’ente previdenziale provvedono ad erogare il rimborso a partire dal mese di luglio se il contribuente è un lavoratore dipendente o da agosto/settembre se il contribuente è un pensionato.

Nel caso in cui dovesse risultare dal Modello 730 un credito Irpef da 500 euro (solo per fare un esempio), il sostituto d’imposta lo inizia ad accreditare dal mese di luglio.

Cosa succede quando manca il sostituto d’imposta

Alcuni contribuenti potrebbero essere senza sostituto d’imposta, perché hanno perso il lavoro o non hanno un reddito fisso. In questo caso la gestione del rimborso è in capo all’Agenzia delle Entrate.

Purtroppo per questi contribuenti i tempi si allungano, perché il versamento delle spettanze arriva nel corso dei sei mesi successivi dalla scadenza della presentazione della dichiarazione dei redditi. Ad ogni modo quanto spetta arriva entro il mese di dicembre 2025.

Cosa succede per chi ha dei debiti con il Fisco

Queste premesse sono doverose, perché ci aiutano a capire come si inserisce in questo contesto il decreto legislativo di riforma della riscossione, attraverso il quale il legislatore ha cambiato le disposizioni normative del Dpr n. 602/1973.

La novità ha uno scopo ben preciso: rendere più incisiva la procedura di pagamento attraverso la compensazione volontaria dei crediti d’imposta. In un certo senso è possibile affermare che si è passati da quella che è una compensazione volontaria ad una forzosa.

A partire dall’8 agosto 2024 – ossia da quando è entrato in vigore la nuova norma – nel caso in cui dovessero essere messi in pagamento dei rimborsi per un importo superiore a 500 euro, l’Agenzia delle Entrate deve verificare che il beneficiario risulti o meno inadempiente nel pagamento di qualche cartella esattoriale.

Nel caso in cui il contribuente non avesse effettuato qualche pagamento, l’AdE si interfaccia con l’Agenzia delle Entrate Riscossione, che provvederà a inviare al contribuente una proposta di compensazione tra il credito d’imposta e il debito.

Entro 60 giorni il destinatario della missiva dovrà decidere se aderire o meno alla proposta. Nel caso in cui dovesse accettare, l’Agenzia delle Entrate utilizzerà le somme che spetterebbero come rimborso per saldare i debiti che fanno capo al contribuente.

Cosa succede se il contribuente rifiuta

Il contribuente può anche rifiutare la proposta. Tra l’altro il decreto legislativo n. 110/2024 ha fatto luce proprio su questo aspetto, mettendo in evidenza che a fronte di un diniego il pagamento viene di fatto bloccato.

In altre parole i rimborsi che emergono dal Modello 730 (ma più in generale tutti i crediti fiscali che sono maturati nel corso del tempo dal contribuente) rimangono a disposizione dell’Agenzia delle Entrate Riscossioni fino al 31 dicembre dell’anno successivo.

Vengono, quindi, sospesi i pagamenti e, in un secondo momento, avviata un’azione esecutiva per avviare il recupero dei debiti. Comunque vada stiamo parlando di una procedura che, almeno per il momento, funziona solo sulla carta, perché manca un passaggio molto importante.

Per il blocco dei rimborsi serve un apposito decreto

Quanto abbiamo visto fino a questo momento ha un impatto su tutte le procedure di rimborso. Anche se le novità non potranno essere applicate da subito. Perché diventino effettivamente operative è necessario un decreto del Mef, attraverso il quale vengono stabilite le modalità di attuazione, i limiti e le condizioni perché possa essere attivato il blocco dei rimborsi da parte dell’Agenzia delle Entrate.

È bene sottolineare ancora una volta che per il Modello 730/2025 non è previsto alcun tipo di cambiamento. Per il momento continuano a venire applicare le regole in vigore dal 2006.

Verrà attivata la procedura di comunicazione ai contribuenti che non hanno saldato i propri debiti tributari, ma nel caso in cui il contribuente dovesse rifiutare l’offerta di compensazione, non interviene la sospensione dei pagamenti. L’Agenzia delle Entrate, quindi, dovrà pagare le somme dovute.

Cosa devono fare i contribuenti per tutelarsi

Prima poi il decreto del Mef arriverà. A questo punto è opportuno che i contribuenti si muovano per tempo, in modo da gestire le varie pratiche in modo corretto. Vediamo a cosa devono stare attenti:

  • accedendo al proprio cassetto fiscale o all’area riservata dell’Agenzia Entrate Riscossione, dovranno verificare se hanno delle cartelle esattoriali aperte o se ci siano degli avvisi da saldare;
  • il blocco dei crediti si attiva nel momento in cui i rimborsi superano la soglia di 500 euro e se i rimborsi sono inferiori a questa cifra non si attiva alcun tipo di blocco.