Bonus Pos per recuperare le commissioni con la dichiarazione dei redditi

I commercianti hanno la possibilità di recuperare le commissioni Pos con la dichiarazione dei redditi attraverso un credito d'imposta

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 2 Novembre 2025 10:10

Uno degli oneri maggiori che sono in capo ai commercianti sono le commissioni Pos, ossia di quel piccolo aggeggio che serve per incassare i pagamenti digitali, indipendentemente che provengano dalla carta di credito tradizionale o dallo smartphone. Come tutti ben sappiamo, quando effettuiamo acquisti in un negozio o al supermercato, i negozianti sono obbligati ad accettare forme di pagamento alternative al contante, ma queste operazioni comportano delle commissioni a loro carico.

Questi oneri possono essere alti ed erodere una parte importante dei guadagni, soprattutto su spere piccole. Nel tentativo di contenere almeno in parte questo disagio economico, i costi delle commissioni possono essere recuperati attraverso il bonus Pos.

Chi ha intenzione di beneficiare di questa agevolazione ha la possibilità di fruirne direttamente nella dichiarazione dei redditi, seguendo un iter ben preciso e dettagliato.

Stretta sui pagamenti: i nuovi obblighi

Negli ultimi anni in Italia i pagamenti con la carta di credito o gli altri strumenti digitali sono stati fortemente voluti e incentivati da parte del legislatore. Dietro a questa decisione c’è un motivo molto semplice: la tracciabilità dei pagamenti permette di contrastare l’evasione fiscale.

Il Pos è diventato uno degli strumenti più importanti per questa guerra, tanto che a partire dal prossimo 1° gennaio 2026 sarà necessario collegarlo ai registratori di cassa.

Ricordiamo che tutti i commercianti sono obbligati ad accettare i pagamenti con la carta di credito, anche quando si acquista un pacchetto di sigarette o si prende un caffè al bar.

Credito d’imposta del 30% sulle commissioni

In questo più ampio contesto diventa importante il credito d’imposta per le commissioni Pos, che è stato introdotto dal Decreto Legge 124/2019 e regolarmente in funzione dal 1° luglio 2020.

L’agevolazione era diventata particolarmente famosa mentre c’era il Covid. In quel periodo il bonus Pos veniva riconosciuto al 100%. Oggi l’aliquota è molto più bassa, ma continua a esserci. Si è attestata, infatti, al 30%.

All’agevolazione, però, non possono accedere trasversalmente tutti gli operatori. Il credito d’imposta per le transazioni effettuate con il Pos è accessibile unicamente ai soggetti che abbiano conseguito dei ricavi e dei compensi inferiori a 400.000 euro.

Chi deve comunicare le transazioni

Alcuni adempimenti sono a carico delle aziende che forniscono il Pos ai titolari di partita Iva. Entro il giorno 20 del mese successivo rispetto a quello in cui è stata effettuata l’operazione, hanno l’obbligo di trasmettere all’Agenzia delle Entrate le operazioni che sono state effettuate.

Entro il 20 dicembre, ad esempio, devono comunicare all’AdE tutte le operazioni che sono state effettuate nel corso del mese di novembre.

I dati che devono essere comunicati sono i seguenti:

  • il codice fiscale dell’esercente;
  • il mese e l’anno di addebito;
  • il numero complessivo delle operazioni effettuate nel corso del mese;
  • il numero complessivo delle operazioni che possono essere ricondotte a consumatori finali ed effettuate nel corso del mese;
  • l’ammontare dettagliato e preciso dei costi fissi periodici, al cui interno sono compresi un numero variabile di operazioni in franchigia e l’eventuale canone per la fornitura del servizio di accettazione.

La stessa identica comunicazione deve essere effettuata anche dai professionisti e dagli esercenti, in modo che possano entrare in possesso degli importi utilizzabili.

Il credito d’imposta da usare con un Modello F24

I costi generati dall’utilizzo dei Pos fanno sì che si generi un credito d’imposta pari al 30% delle commissione pagate nel corso dell’anno. Per poter utilizzare il credito, il diretto interessato deve utilizzare un Modello F24, nel quale dovrà inserire il codice tributo 6916.

Le istruzioni per effettuare il pagamento sono molto semplici. Il codice tributo deve essere indicato nella sezione Erario, nella colonna che si riferisce agli importi a credito compensati. Se invece il contribuente dovesse trovarsi nella situazione di riversare l’agevolazione, deve essere utilizzata la colonna importi a debito versati.

Il bonus Pos viene riconosciuto rispettando la disciplina europea degli aiuti de minimis. Fattore particolarmente interessante per chi ne usufruisce è che non concorre alla formazione del reddito per determinare le imposte e nemmeno al valore della produzione Irap.

Come gestire il credito nella dichiarazione dei redditi

La gestione del bonus Pos non si conclude con le operazioni che abbiamo appena elencato. Il contribuente, successivamente, deve indicare le somme all’interno della dichiarazione dei redditi. Nello specifico devono essere utilizzati il quadro RU e il quadro RS del Modello Redditi.

Entrando nel dettaglio dovrà:

  • essere indicato il codice H3 al rigo RU1, colonna 1;
  • essere inserito l’ammontare del contributo maturato (calcolato sulla base delle commissioni addebitate per le transazioni nel corso del periodo d’imposta per la quale si sta compilando la dichiarazione dei redditi) al rigo RU5, colonna 3;
  • indicare l’ammontare del credito che è stato utilizzato per effettuare la compensazione nel periodo d’imposta per la quale si sta predisponendo la dichiarazione dei redditi al rigo RU6;
  • provvedere a indicare il credito residuo, che potrà essere riportato nella successiva dichiarazione dei redditi, nel rigo RU12.

Per quanto riguarda il credito, il contribuente dovrà indicarlo all’interno del rigo RS401 e deve indicare il codice aiuto 58.