Gli italiani non riescono a risparmiare e aumenta la paura per il futuro

Tra incertezza e inflazione, il risparmio per gli italiani torna a essere un valore fondamentale, strumento di protezione e autonomia

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Pubblicato: 2 Novembre 2025 10:39

In un’Italia ancora segnata dall’inflazione, dalle tensioni internazionali e da un clima di incertezza globale, il risparmio torna a essere il barometro più autentico dello stato d’animo collettivo. L’indagine Acri-Ipsos 2025, presentata a Roma in occasione della Giornata Mondiale del Risparmio, racconta infatti un Paese che si riscopre prudente ma non rassegnato. Si risparmia di più, si cerca stabilità, ma c’è ancora una percentuale di italiani che spende tutto quello che guadagna e una, ancora più alta. che ha paura del futuro.

Il valore del risparmio per gli italiani nella nuova economia

Dopo anni di turbolenze e rincari, il risparmio torna ad assumere un valore quasi etico. Secondo la ricerca promossa dall’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio con Ipsos, il 91% degli italiani considera il risparmio un valore da trasmettere alle nuove generazioni. Non si tratta più solo di mettere da parte ciò che avanza, ma di un atto di responsabilità verso il futuro, personale e collettivo.

Gli italiani riscoprono il valore del denaro come protezione dal rischio, ma anche come leva di stabilità e partecipazione. Si rafforza così un’idea più matura di economia domestica: prudente, realista, ma capace di guardare oltre il presente. Cresce infatti il numero di chi riesce a risparmiare ogni mese, passato dal 41% nel 2024 al 44% nel 2025.

Tuttavia, oggi 22% degli italiani vive senza riuscire a mettere qualcosa da parte. Sebbene si tratti di una percentuale in lieve miglioramento rispetto al 24% dello scorso anno, all’interno della stessa la quota di chi non riesce più a risparmiare è passata dal 30% al 32%. Questo gruppo è composto da persone che prima avevano una capacità di risparmio positiva che ora, a causa di nuovi oneri, inflazione o altri motivi di natura economica, hanno perso questa capacità.

Un altro aspetto importante è come viene concepito il risparmio. Il 58% delle donne, per esempio, lo considera uno strumento di autonomia economica, legato ai desideri di indipendenza e sicurezza. Per gli uomini, il risparmio resta più legato alla tutela familiare (45%). Il 42% dei giovani, invece, lo associa alla possibilità di cambiare la propria vita, di finanziare un progetto, gli studi, un’impresa.

Fiducia e percezione del futuro

Sul fronte fiducia, solo il 28% degli italiani si dichiara ottimista sul proprio futuro personale, mentre il 53% guarda con preoccupazione ai prossimi anni. Non a caso, il 20% delle famiglie dichiara di non riuscire più a sostenere le spese ordinarie. Persiste inoltre un divario generazionale marcato:

  • il 55% dei giovani sotto i 35 anni ha risparmi inferiori a 5.000 euro,
  • il 23% degli over 55 ha risparmi inferiori a 5.000 euro.

Anche sul fronte territoriale, le differenze restano forti. Il Nord conserva livelli più alti di risparmio medio, mentre nel Mezzogiorno cresce la quota di famiglie vulnerabili. Secondo Acri, i risparmiatori fragili (cioè coloro che non riescono a mettere nulla da parte o che vivono in costante emergenza economica) aumentano di due punti in un solo anno. Sale però la fiducia nel sistema economico dal 45% al 47% e anche quella nei confronti delle banche dal 41% al 44%.

La prudenza resta l’atteggiamento prevalente. Dopo anni di crisi che si sono susseguite (pandemia, guerre, caro energia), il 37% degli italiani preferisce infatti tenere i propri risparmi in liquidità, sul conto corrente o in contanti. Il 22% utilizza invece conti deposito e il 19% si affida a fondi comuni o ETF. Le polizze assicurative e i fondi previdenziali raccolgono il 14%.