NFT e Arte Generativa: quando l’artista è un algoritmo

L'artista digitale segna l’avvento dell’arte generativa, in piena fase espansiva grazie alla Blockchain e ai NFT, come nuova forma di interazione uomo-macchina.

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Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

L’arte esiste da sempre e da sempre è espressione di emozioni, abilità, creatività. È comunicazione e rappresentazione di stati d’animo, di contingenze sociali e culturali. Ogni forma d’arte è costantemente alla ricerca di nuovi spazi da esplorare, nuove realtà da rivelare, schemi mentali e fisici da rompere, nuove strade da percorrere.

Il ruolo della fotografia

Non dimentichiamo il ruolo che la fotografia ha avuto nel rivoluzionare il mondo delle comunicazioni, il mondo scientifico e il mondo dell’arte, simboleggiando la prima interconnessione tra arte e tecnologia, come abilitatrice dei suoi processi.

Dalla prima rivoluzione fotografica di fine Ottocento l’arte ha sempre cercato forti interazioni simbiotiche con le tecnologie che si avvicendavano nel corso del tempo e in questa continua sinergia, a volte dicotomica, l’arte ha riscoperto, ogni volta se stessa, sviluppando progetti e soluzioni creative.

L’artista digitale

Sotto la spinta di infinite possibilità e relazioni generate dal web e dalle sperimentazioni supportate da nuove tecnologie, ecco che assistiamo ad una nuova fase evolutiva dell’arte e della vita dell’artista, offrendo sempre e comunque esperienze immersive, ma che ora diventano interattive, fluide, senza vincoli temporali e spaziali.

Nasce l’artista digitale e segna l’avvento dell’arte generativa, in piena fase espansiva grazie alla Blockchain e ai NFT, come nuova forma di interazione uomo-macchina.

Cos’è l’arte generativa

L’arte generativa si riferisce all’arte che in tutto o in parte è stata creata con “l’uso di un sistema autonomo”, dove in questo contesto “sistema autonomo” è generalmente sinonimo di non umano e può determinare in modo indipendente le caratteristiche di un’opera d’arte.

“Arte generativa” spesso si riferisce all’arte algoritmica, ma gli artisti possono anche creare le loro opere usando sistemi di chimica, biologia, meccanica e robotica, materiali intelligenti, randomizzazione manuale, matematica, mappatura dei dati, simmetria e altro ancora.
Il risultato finale è un’immagine apparentemente creata da un computer, utilizzando algoritmi e codice, ma entro parametri che l’artista specifica accuratamente.
Il lavoro è influenzato dall’artista e ne conserva il suo stile, ma il risultato finale molto spesso coglie completamente di sorpresa, grazie al contributo delle tecnologie.

L’arte generativa parte, quindi, dal concetto di casualità per cui è l’arte a generare se stessa, per poi dar vita alla sottocategoria dell’arte algoritmica, cioè opere d’arte assemblate e generate attraverso un algoritmo che lavora sotto un certo grado di autonomia.

Arte generativa: i PFP

Una espressione di questo ramo artistico sono anche i PFP, cioè collezioni celebri di NFT quali possono essere i CryptoPunk ed i Bored Ape Yacht Club (BAYC). Gli NFT BAYC possono essere modificati applicando loro un codice aggiuntivo, con conseguente creazione di versioni “mutanti”, che consentono un’esperienza di proprietà più dinamica per i titolari di NFT.

Opere d’arte e contratti intelligenti

I NFT sono diventati un nuovo modo di possedere un’opera d’arte generativa e persino un mezzo per creare pezzi di arte generativa tramite contratti intelligenti, gli smart contract.

Il concetto di arte collaborativa

Il termine arte generativa descrive opere d’arte che hanno attraversato un processo di generazione da un sistema che “è messo in moto con un certo grado di autonomia contribuendo o risultando in un’opera d’arte completata”.
L’arte generativa, pertanto, può essere vista anche come “collaborazione tra un artista e un sistema autonomo” e quindi definita “collaborativa”.

Un po’ di storia

Solomon “Sol” LeWitt è spesso citato come il primo artista generativo del mondo, famoso negli anni ’60 per aver introdotto il concetto di “wall drawings geometrici” all’interno di un display interattivo.

In realtà l’arte generativa, così come intesa, oggi, muove i primi passi a partire dagli anni ’80 circa e nasce dallo sviluppo di software e algoritmi matematici che consentono la realizzazione di opere d’arte.

In questa direzione opera Ward Adrian, autore di software generativi di elevata qualità. Da menzionare anche il gruppo svizzero dei Buro Destruct, i cui lavori risultano molto interessanti.

In Italia è da evidenziare il lavoro del Prof. Celestino Soddu, che si muove nella direzione di un’implementazione e sperimentazione delle potenzialità dei software generativi.

A Palermo, nel 1991, Carlo Monastra, crea il primo programma “Automat”, che viene presentato in occasione di una personale alla Galleria 71. Nel 1996 presenta quattro installazioni presso la galleria di Ezio Pagano, nel contesto dell’evento, una di esse ha carattere di interattività con il pubblico. Nel 2013 continua la sua esperienza, creando programmi generatori di immagini più complesse.

L’arte generativa incontra i NFT

L’incontro e la fusione tra arte generativa e NFT segna un capitolo importante nella storia dell’arte e dell’arte digitale in particolare, consentendo agli artisti di interagire e coinvolgere, in un nuovo modo, il pubblico e le Community in cui questo si aggrega.

Il processo comune di creazione di arte generativa consiste nell’esecuzione di un algoritmo, indipendentemente dal fatto che sia stato creato o meno come NFT.

L’arte generativa NFT aggiunge un livello di unicità che non avrebbe potuto essere raggiunto prima e ciò si ottiene includendo input all’opera d’arte come l’indirizzo del portafoglio, l’ID transazione o il prezzo del gas. Questi parametri vengono quindi utilizzati per coniare il NFT.

I NFT consentono di creare e vendere opere d’arte uniche, presentando al mondo collezioni popolari, nella sua accezione di qualcosa che ha ampia diffusione. Ogni opera ha le proprie caratteristiche e attributi e livelli di rarità e quindi valori diversi.

I NFT traghettano la proprietà di un’opera, digitale, in un’altra dimensione. Non solo si concretizza la necessità, da parte dell’artista, di monetizzare la propria produzione, nonché il legame indissolubile tra opera e artista appare rafforzato e immutabile, ma lo stesso collezionista non fa un semplice download di una immagine digitale, ne diventa proprietario.
Questa nuova dimensione amplifica il coinvolgimento del pubblico.

NFT generati dall’Intelligenza Artificiale

I “NFT generati dall’IA” stanno riscuotendo un sempre più vasto interessamento da parte degli artisti.

Per creare NFT generati dall’AI si utilizza una generative adversarial network o GAN, detta anche rete antagonista generativa o contaddittoria generativa. E’ una classe di metodi di apprendimento automatico, introdotta per la prima volta da Ian Goodfellow.

Si tratta di architetture nelle quali due reti neurali si sfidano in una sorta di gioco a somma zero. La rete detta Generatore, partendo da numeri casuali, ha il compito di elaborare immagini realistiche, provando ad ingannare il Discriminatore. La rete Discriminatore viene addestrata a riconoscere immagini preesistenti, attraverso l’analisi di milioni di esempi etichettati appropriatamente, con l’obiettivo di capire se quelle prodotte dal Generatore sono reali o artificiali. Pian piano, di tentativo in tentativo, il Generatore impara a produrre immagini sintetiche che sembrano create da un umano.

Alcuni esempi

I sistemi più evoluti di “text to image”, come quelli di OpenAI e Imagen di Google, usano dei “diffusion model”.

Si parte da un modello in grado di comprendere delle frasi complesse. Nel sistema di OpenAI queste frasi vengono, poi, passate a dei calcolatori che usano un modello, detto “prior”, che ha il compito di generare “CLIP image embeddings”, ossia di “farsi un’idea” di quelle.  Poi queste “CLIP image embeddings” vengono passate ad un’altra rete che, sulla base di un “Decoder Diffusion model” (unCLIP), inizia a disegnare quell’idea per passi successivi.

Il futuro dei NFT generati dall’AI

I più lungimiranti vedono il futuro dei NFT generati dall’AI nel fatto che le persone, utilizzando una AI DAO, potranno creare arte insieme all’artista. (ndr DAO significa Organizzazione autonoma decentralizzata, ovvero un tipo di organizzazione che è controllata interamente da smart contract, che determina le regole di come le parti coinvolte nella DAO devono cooperare).

Inoltre, l’ascesa dei Metaverse dovrebbe stimolare la crescita di NFT basati sull’IA.