La decisione Ue sul deficit italiano, Meloni promossa

Il deficit dell'Italia si sta riducendo in linea con le raccomandazioni della Commissione europea, che ha promosso l'operato del Governo in materia di spesa pubblica

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 4 Giugno 2025 14:26

Nel pacchetto di primavera del semestre europeo, l’Ue ha certificato che l’Italia sta procedendo come previsto per quanto riguarda il riordino dei conti pubblici. Il nostro Paese è in linea con le raccomandazioni dell’Unione europea che dovrebbero riportare il rapporto tra deficit e Pil al di sotto della soglia del 3% stabilita dai trattati.

Un risultato che accomuna il nostro Paese a buona parte di quelli a cui l’Ue ha consigliato una riduzione del deficit, come Francia e Polonia. In alcuni casi però, come quelli di Romania e Austria la situazione debitoria sta peggiorando.

L’Ue promuove l’Italia su deficit

La comunicazione dell’Unione europea sul deficit parla chiaro: “Per quanto riguarda gli Stati membri sottoposti a procedura per disavanzi eccessivi (Edp), la Commissione Europea ritiene che per Francia, Italia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia non sia necessario adottare ulteriori misure nell’ambito della Edp in questa fase”.

Italia promossa quindi, con anche una nota di merito per un atteggiamento più prudente del necessario sull’aumento delle spese. Secondo le stime interne della Commissione europea, che sono basate su proiezioni e sono quindi soggette a variazioni, nel 2025 lo Stato dovrebbe spendere lo 0,2% del Pil in più rispetto al 2024, ben al di sotto dello 0,5-0,6% consigliato.

Le nuove regole del patto di stabilità e crescita sono state negoziate nel 2023, dopo la sospensione delle restrizioni durante la pandemia da Covid-19. L’Italia ha intrapreso un percorso di riduzione della spesa pubblica e del debito, che dovrebbe portarla entro il 2030 a rispettare i principali parametri dell’Ue.

Cosa ha fatto l’Italia per ridurre il deficit

Quella della Commissione europea è la seconda promozione in pochi giorni per le politiche italiane in termini di finanza pubblica dopo quella del Fondo monetario internazionale. Anche in quel caso era stato riconosciuto al nostro Paese un percorso virtuoso di riduzione del deficit, che nel 2024 si è dimezzato.

Buona parte di questi risultati sono dovuti all’operato del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha spinto per limitare la spesa pubblica al minimo indispensabile anche a costo di inimicarsi i propri alleati di Governo e il suo stesso partito, la Lega.

Nell’ultima legge finanziaria, l’esecutivo ha rinunciato a molte delle promesse elettorali pur di mantenere i conti in ordine. Il taglio del cuneo fiscale è stato soltanto confermato, e non ampliato significativamente. La riforma delle pensioni è stata esclusa e varie misure di flessibilità che attenuavano i parametri della legge Fornero sono state eliminate o molto ridotte.

I bocciati dell’Ue

Non tutti i Paesi europei hanno rispettato i parametri imposti dall’Unione europea. L’Austria è stata in assoluto la più ripresa, con l’apertura di una procedura di infrazione per deficit eccessivo. Le spese del Paese nell’ultimo anno hanno superato il 4,7% del Pil, ben oltre il limite imposto dai trattati del 3%.

Male anche la Romania, che ha aumentato la spesa netta ben al di sopra dei parametri consigliati da Bruxelles per raggiungere la sostenibilità dei conti pubblici entro il 2030. Nuovo percorso correttivo invece per il Belgio, la cui spesa netta è però rimasta nei limiti di flessibilità previsti.