Arrivano i nuovi Buoni fruttiferi postali: rendimenti certi, come averli subito

Poste Italiane ha lanciato la collocazione di un nuovo Buono fruttifero garantito dallo Stato. Rendimento, tassi e scadenza. Conviene?

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Importanti novità per gli italiani che vogliono mettere al sicuro i propri risparmi e farli fruttare. Poste Italiane ha lanciato la collocazione di un nuovo Buono fruttifero garantito dallo Stato e pensato per coloro che vogliono impiegare il proprio denaro nel breve termine e con un rendimento certo, senza rischiare.

Quanto vale il risparmio degli italiani

Va detto che agli italiani i prodotti di Poste piacciono sempre molto. Oggi il risparmio postale vale oltre 330 miliardi di euro: 93 miliardi sono in libretti – in circolazione ce ne sono oltre 30 milioni – e 237 miliardi in Buoni fruttiferi, 47 milioni. Entrambi sono esenti da costi, salvo gli oneri fiscali e sui Buoni fruttiferi c’è una tassazione agevolata del 12,50% sugli interessi. Il libretto postale è il prodotto di risparmio preferito dagli italiani ed è anche la più stabile fonte di finanziamento retail della spesa pubblica.

Questi dati rilevano in particolare un trend chiaro per gli italiani negli ultimi anni: come evidenzia la Banca d’Italia, le famiglie cercano sempre di più forme di risparmio gestito: a dicembre 2021 le risorse affidate ai gestori professionali sotto forma di fondi comuni, polizze assicurative e fondi pensione, rappresentavano circa il 34% della ricchezza finanziaria, il 12% in più rispetto a 10 anni fa e sempre più vicino a quello della media dell’area dell’euro.

Nell’ultimo decennio gli italiani hanno sottoscritto in misura crescente quote di fondi comuni e polizze assicurative, che alla fine del 2021 rappresentano, rispettivamente, il 15% e il 17% delle attività finanziarie delle famiglie. Le quota della ricchezza finanziaria delle famiglie detenute in depositi in conti correnti e a risparmio, così come quella investita direttamente in azioni e partecipazioni, continua a rappresentare una percentuale elevata, pari al 27% e al 24%.

Nel 2006, prima delle ultime tre recessioni che hanno colpito l’economia italiana, il reddito medio delle famiglie era superiore di quasi 8 punti percentuali rispetto al 2020 e negli ultimi anni il risparmio è aumentato oltre ogni aspettativa. Oggi la ricchezza finanziaria degli italiani ammonta a 5.256 miliardi di euro, con una crescita di quasi 1.700 miliardi (+50%) nell’ultimo decennio.

Nuovo Buono fruttifero postale a 3 anni Plus

Il nuovo Buono fruttifero postale si chiama BFP a 3 anni Plus ed è un prodotto finanziario nominativo che ha una durata pari a 3 anni, non è cedibile ed è rimborsabile in qualsiasi momento. Il buono può essere intestato solo a persone fisiche, in numero non superiore a 4. Importo minimo di 50 euro e multipli.

L’investimento riconosce un tasso di rendimento fisso a scadenza: il rendimento è predeterminato e certo nel tempo, il tasso garantito è fissato all’1,5%. non ci sono costi di gestione e sottoscrizione, ad eccezione degli oneri fiscali. C’è poi da tenere presente che questi Buoni fruttiferi sono soggetti a una tassazione agevolata del 12,50% sugli interessi e sono esenti da imposta di successione.

Inoltre, i Buoni fruttiferi postali di valore di rimborso complessivamente non superiore a 5.000 euro sono esenti da imposta di bollo. In caso contrario, si applica l’imposta vigente.

Con una durata di 3 anni, il Buono consente di investire nel breve periodo garantendovi rendimenti certi. Potete sempre chiedere il rimborso del Buono in qualsiasi momento, entro il termine di prescrizione: avrete diritto alla restituzione del capitale investito e, alla scadenza dei 3 anni, anche agli interessi maturati.

Quanto conviene il Buono Fruttifero a 3 anni Plus di Poste? La simulazione

In caso di sottoscrizione del titolo in forma cartacea, il rimborso avviene per l’intero valore in un’unica soluzione, in qualsiasi momento della vita del Buono e senza costi aggiuntivi.

In caso di sottoscrizione del titolo in forma dematerializzata, potete decidere se rimborsare il Buono per l’intero valore in un’unica soluzione o parzialmente, per importi pari a 50 euro e multipli, senza costi aggiuntivi e in qualsiasi momento della vita del Buono.

Insomma: si tratta quindi di un’ottima opportunità di investimento e di risparmio per gli italiani. Qualche esempio? Ecco alcuni calcoli esemplificativi:

  • se compri un Buono fruttifero 3 anni Plus da 500 euro: tra 3 anni avrai 519,99 euro
  • se compri un Buono fruttifero 3 anni Plus da 1.000 euro: tra 3 anni avrai 1.039,97 euro
  • se compri un Buono fruttifero 3 anni Plus da 5.000 euro: tra 3 anni avrai 5.199,84 euro
  • se compri un Buono fruttifero 3 anni Plus da 10.000 euro: tra 3 anni avrai 10.399,68 euro.

Come fare ad averlo

Il nuovo Buono fruttifero postale a 3 anni Plus può essere sottoscritto:

  • online sul sito poste.it
  • tramite l’app BancoPosta
  • in qualsiasi ufficio postale presentando un documento di identità e il codice fiscale.

Per i Buoni Fruttiferi Postali rappresentati da documenti cartacei, i diritti dei titolari alla restituzione del capitale sottoscritto e alla corresponsione degli interessi maturati si prescrivono trascorsi 10 anni dalla data di scadenza. I Buoni dematerializzati non si prescrivono, visto che vengono rimborsati alla scadenza e il relativo importo è accreditato automaticamente sul conto di regolamento dell’intestatario.

Cos’è successo con i Buoni fruttiferi postali e perché Poste è stata condannata

Sembrano dunque dimenticati i timori legati alle irregolarità commesse da Poste. Lo scorso novembre, infatti, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva sanzionato Poste per ben 1,4 milioni di euro in riferimento proprio alla sua attività di collocamento e di gestione dei Buoni Fruttiferi Postali.

Secondo l’Agcm, Poste aveva omesso e/o formulato in modo ingannevole informazioni essenziali relative ai termini di scadenza e di prescrizione dei titoli. La normativa prevede infatti che i diritti dei titolari dei Buoni Fruttiferi Postali si prescrivano dopo 10 anni dalla data di scadenza del buono, con la conseguenza che né il capitale né gli interessi siano più esigibili. Le somme vengono devolute a favore dello Stato per i Buoni emessi fino alla data del 13 aprile 2001 e a favore del Fondo per indennizzare i risparmiatori rimasti vittime di frodi finanziarie per quelli emessi successivamente.

La condotta di Poste è stata ritenuta colpevole di indurre in errore il consumatore per quanto riguarda l’esercizio dei diritti di credito relativi al Buono sottoscritto. L’Autorità ha inoltre accertato che, riguardo ai titoli cartacei caduti in prescrizione almeno negli ultimi 5 anni, Poste ha omesso di informare preventivamente e in maniera adeguata i titolari di Buoni prossimi alla scadenza del termine di prescrizione, causando il mancato rimborso dei relativi importi.

Durante il procedimento, Poste ha però messo in campo diverse iniziative per migliorare l’informativa fornita ai consumatori sui termini di scadenza e di prescrizione dei Buoni Fruttiferi Postali, tra cui le modifiche della documentazione precontrattuale e contrattuale, l’inserimento nel modulo cartaceo del Buono di una dicitura che ricorda la possibilità di ottenere il rimborso del titolo solo entro il relativo periodo di prescrizione e un sistema di alerting individuale sulle date di scadenza e di prescrizione per i sottoscrittori di Buoni emessi dal 1° gennaio 2009. Per questo motivo, la multa è stata poi ridotta del 60%.