La terribile arma che l’Iran può usare contro lsraele

Queste bombe sono nascoste nei tunnel di Hamas e tra le strade di Gaza e sono uno dei maggiori pericoli per i mezzi e per le truppe di Israele

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Due settimane di costanti bombardamenti hanno colpito la Striscia di Gaza, ma Israele non ha ancora avviato l’invasione su larga scala annunciata poco dopo gli attentati di Hamas avvenuti l’7 e l’8 ottobre. Gaza City e le principali città del nord della Striscia sono state quasi completamente distrutte, richiamando alla mente le immagini della città ucraina di Mariupol dopo gli attacchi russi. Nonostante ciò, all’interno delle rovine si trovano i tunnel di Hamas, trappole e pericolosi esplosivi EFP, che aspettano le forze di difesa israeliane (IDF). Questo è il motivo per cui Israele non ha ancora avviato l’invasione della Striscia di Gaza.

Cosa sono le bombe EFP

Gli EFP sono facilmente identificabili grazie alla loro distintiva forma, caratterizzata da un disco concavo collegato a una bomba. Essi sono composti principalmente da rame e possono essere camuffati con relativa semplicità all’interno di oggetti di uso quotidiano come barattoli di caffè, pentole o altri contenitori.

Storicamente, gli ordigni improvvisati sono suddivisi in due categorie distintive: i dispositivi di natura incendiaria, noti come I.I.D. (Improvised Incendiary Devices), che spesso presentano un innesco a fuoco, come una miccia, uno spezzone di zampirone o un pezzo di tessuto, e contengono materiale infiammabile, spesso liquido o gassoso. D’altra parte, ci sono gli I.E.D. (Improvised Explosive Devices), più conosciuti, che contengono materiali energetici ad alto potenziale e sono attivati attraverso la detonazione. Questi dispositivi di solito sono dotati di uno o più inneschi di natura elettrica.

Come son fatte

Questi ordigni casalinghi si compongono di cinque elementi fondamentali:

  • Una fonte di energia, che può spaziare dalle batterie di un’auto a quelle di un piccolo elettrodomestico
  • Un innesco, un modo di azionare la combustione del detonatore remotamente, spesso eseguito da un osservatore nascosto in prossimità dell’ordigno. Può essere un bottone come un segnale radio; spesso vengono usati celluari o telecomandi aprigarage
  • Un detonatore, una piccola carica, solitamente elettrica, che serve a fare esplodere il vero carico di esplosivo
  • L’esplosivo, la parte dell’ordigno incentrata unicamente nel causare vittime. Può essere composto da mine inesplose, chiudi e rocce, ma nel caso di ordigni rivolti contro veicoli militari si possono incontrare elementi sofisticati come gli EFP, proiettili anti-corazza
  • Un involucro che contenga tutti i precedenti elementi, che può essere disegnato per indirizzare l’esplosione in una direzione specifica

La pericolosità di queste bombe

Le munizioni in questione, con una portata di 12 metri, sono estremamente precise e altamente distruttive a corto raggio. Possono perforare spesse lamiere di mezzi blindati e muri, causando danni gravi al personale umano a causa delle schegge di rame scagliate durante l’esplosione. Tra il 2005 e il 2011, secondo quanto riportato dal Washington Post, questi ordigni hanno causato la morte di 196 soldati delle truppe statunitensi su un totale di 4.000 morti, ferendone altri 900.

È altamente probabile che Hamas abbia disseminato questi EFP nei suoi tunnel e sulle strade della Striscia di Gaza, in corrispondenza dei punti di accesso che verranno utilizzati dalle forze di difesa israeliane per un’eventuale invasione su larga scala. Nonostante le truppe israeliane siano consapevoli del pericolo e preparate, è estremamente difficile evitare questi esplosivi in spazi ristretti nelle città devastate o durante le operazioni di ricognizione dei tunnel. Tra i vari motivi per cui l‘attacco di terra da parte di Israele non è ancora iniziato, come confermato dall’ex ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, Daniel Kurtzer, c’è anche la preoccupazione tattica legata alle conseguenze di questi ordigni sulle truppe di fanteria.