Negli ultimi mesi si è verificato un cambiamento rilevante nel mercato dei mutui. Per la prima volta da oltre due anni, i mutui a tasso variabile risultano più convenienti rispetto a quelli a tasso fisso. Secondo le rilevazioni di MutuiOnline.it, il TAN medio dei mutui variabili a 20 e 30 anni si attesta al 2,88%, inferiore rispetto al 2,98% medio dei mutui a tasso fisso.
Questo scenario rappresenta un ritorno alla normalità precedente al 2022, periodo in cui i mutui a rata variabile erano la scelta più diffusa per chi cercava condizioni più vantaggiose.
Indice
Le cause del cambiamento
Il cambiamento è il risultato di un processo iniziato nella seconda metà del 2022, quando la Banca Centrale Europea ha aumentato il costo del denaro per contrastare l’inflazione. Questo ha provocato un aumento dei tassi variabili, che nel 2023 hanno superato il 5,00%. Nello stesso periodo, i mutui a tasso fisso hanno subito una crescita più contenuta, con una leggera flessione a partire da ottobre 2023.
Il divario tra le due tipologie ha raggiunto il suo massimo a marzo 2024: il tasso variabile si attestava al 4,89%, contro il 3,03% del fisso. Da giugno 2024, con l’avvio dei tagli dei tassi da parte della BCE, il tasso variabile ha iniziato a scendere progressivamente, mentre quello fisso è rimasto stabile.
Le previsioni future
I primi segnali di cambiamento sono emersi a marzo 2025, con la discesa degli Euribor a 1 e 3 mesi al di sotto dei valori dell’IRS, l’indice di riferimento per i mutui a tasso fisso. Nonostante questo, il fisso è rimasto più vantaggioso ancora per alcune settimane, grazie allo spread più contenuto applicato dalle banche. Secondo MutuiOnline.it, lo spread medio sui mutui variabili è sceso da meno dell’1,00% di gennaio al 0,75% attuale, mentre quello sui mutui fissi è rimasto stabile intorno allo 0,35%.
Guardando ai prossimi mesi, gli indici Euribor dovrebbero continuare a calare, scendendo sotto il 2,00% entro agosto e stabilizzandosi attorno all’1,80% entro la fine dell’anno. Per i mutui fissi, i valori dell’IRS si sono stabilizzati a marzo 2025 al 2,68% (ventennale) e 2,56% (trentennale), con previsioni di stabilità almeno fino a fine 2025.
Cosa succede alle rate
Negli ultimi due anni, la preferenza per il tasso fisso ha dominato il mercato con almeno il 90% delle persone analizzate nello studio che hanno scelto questa opzione. Oggi, però, il tasso variabile offre un risparmio concreto. Su un mutuo da 160.000 euro a 20 anni, la rata mensile media con tasso variabile (TAN 2,88%) è di 878 euro, contro 885 euro del fisso (TAN 2,98%), con un risparmio complessivo di oltre 1.900 euro.
Rispetto a un anno fa, il calo è ancora più evidente: a maggio 2024, con TAN medio al 4,77%, la rata del mutuo variabile era di 1.036 euro, ossia 158 euro in più al mese, per una spesa complessiva maggiore di circa 38.000 euro sull’intero periodo.
Il tasso variabile torna ad essere competitivo
Secondo lo studio il mutuo a tasso fisso rimane la scelta adatta per chi vuole stabilità ma il tasso variabile torna ad essere competitivo. Nicoletta Papucci, portavoce di MutuiOnline.it, rivela:
Il riequilibrio tra tasso variabile e tasso fisso si è finalmente concretizzato, con alcune settimane di anticipo rispetto alle previsioni degli analisti.
Per chi ha dubbi sulla scelta tra fisso e variabile, è possibile ricorrere alla surroga, che consente di trasferire il mutuo a un altro istituto e modificarne la tipologia senza costi aggiuntivi.