Nel 2022 i prezzi delle case sono aumentati: i valori nella tua città

Prezzi in crescita dell’1,2% nel corso del 2022. 1.843 euro/m2 il prezzo medio delle abitazioni in Italia

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Alessandro Mariani

Giornalista green

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

Le quotazioni delle abitazioni in Italia sono cresciute dell’1,2% nel 2022, arrivando a valere mediamente 1.843 euro/m², rispetto ai 1.821 euro del 2021. Osservando la variazione trimestrale, i prezzi sono aumentati del 2% nell’ultima parte dell’anno. A riferirlo è l’ultimo report del portale immobiliare Idealista

Quanto è cresciuta la valutazione degli immobili nelle città

In un 2022 che ha visto dominare la crescita dei valori delle case, i capoluoghi hanno registrato aumenti in 74 casi su 107. I rialzi a due cifre sono stati registrati a Monza (13,6%), Bolzano (12,2%), Treviso (11,8%), Trieste (11,4%) e Udine (10,9%). Invece, tra le città che hanno visto abbassarsi i prezzi ci sono Isernia (-9,7%), Oristano (-9,1%) e Nuoro (6,4%).

Per quanto concerne i grandi mercati immobiliari urbani, le case di Milano registrano un altro anno record con un incremento dei valori del 7,6%. Le quotazioni, generalmente, aumento in tutti i grandi centri: i più alti sono stati a Bologna (6,9%) e Palermo (5%), poi a scendere Torino (2,4%), Firenze (1,5%), Roma (1%) e Napoli (0,9%).

Le città più e meno costose in Italia

È quindi Milano con i suoi 4.965 euro al metro quadro la prima in classifica nella graduatoria dei prezzi delle case, davanti a Bolzano (4.412 euro/m²) e Venezia (4.375 euro/m2). Nelle prime 5 posizioni troviamo poi Firenze (3.969 euro/m²), Bologna (3.325 euro/m²) e Roma (3.011 euro/m²). Napoli con 2.439 euro/m² è solamente quindicesima. Al fondo della classifica troviamo Ragusa (795 euro/m²), Caltanissetta (728 euro/m²) e Biella (687 euro/m²).

L’andamento del mercato immobiliare nelle Regioni

La tendenza dei prezzi nelle regioni ha registrato una crescita in 11 regioni su 20, con prezzi più alti rispetto al 2021. In tutte le regioni del Settentrione, escluso il Piemonte, si registrano rialzi: i più alti in Valle d’Aosta (6,4%), Friuli-Venezia Giulia (5%), Lombardia (4,9%), Veneto (4,6%), Emilia-Romagna (3,8%) e Trentino-Alto Adige (3,2%). Mutamenti superiori alla media nazionale dell’1,2% anche in Liguria e Puglia (entrambe 2,1%); rialzi più contenuti in Sardegna (1%), Marche (0,7%) e Toscana (0,4%).

Al contrario, Molise (-5,9%) e Basilicata (-4,7%) sono le regioni dove i prezzi sono scesi di più negli ultimi 12 mesi. Sono stati registrati dei ribassi anche in Abruzzo (-1,3%), Lazio (-1,2%), Piemonte (-1,1%) e Calabria (-1%). Diminuzioni più contenute in Sicilia (-0,8%), Umbria (-0,7%) e Campania (-0,6%).

I prezzi del mercato immobiliare nelle regioni

Per quanto riguarda i prezzi, Il Trentino-Alto Adige si conferma la regione più cara d’Italia anche nel 2022 con 2.708 euro di media, seguita dalla Valle d’Aosta (2.623 euro/m²) e dalla Liguria (2.498 euro/m²). Valori immobiliari al di sopra la media nazionale sono presenti anche in Toscana (2.364 euro/m2), Lazio (2.173 euro/m²) e Lombardia (2.113 euro/m²). 14 regioni, dunque, offrono prezzi inferiori alla media italiana compresi tra i 1.785 euro al metro quadro dell’Emilia-Romagna e gli 853 del Molise, la regione più economica per l’acquisto di un’abitazione.

Previsioni del mercato immobiliare nel 2023

Il 2022 è stato caratterizzato dalla fine dei tassi bassi sui mutui e una frenata della domanda più evidenziato nell’ultimo trimestre, mentre i prezzi hanno continuato ad alzarsi.

Il 2023 sarà probabilmente influenzato dall’instabilità economica, imposta dal conflitto in Ucraina, dalla conseguente crisi dell’energia e dall’aumento del prezzo delle materie prime e l’inflazione.

Idealista prevede tempi di commercializzazioni degli immobili più lunghi e un calo degli scambi rispetto al 2022, mentre la crescita dei prezzi rallenterà, anche se non subirà variazioni evidenti. Non sarà un processo che riguarderà tutte le aree del Paese allo stesso modo; quelle con meno domanda sperimenteranno queste tendenze prima. Gli immobili di fascia medio bassa verosimilmente vedranno i maggiori ribassi nel corso del 2023.