Gli italiani viaggiano sempre meno, gli stranieri sostengono il turismo

Secondo l'Istat, nel I trimestre 2025 i flussi turistici risultano in calo: a trainare il numero delle presenze sono i visitatori esteri

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Pubblicato: 23 Giugno 2025 07:30

Il primo trimestre del 2025 si chiude con un bilancio in chiaroscuro per il settore turistico italiano. Secondo i dati provvisori diffusi da Istat nell’indagine sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi, i flussi turistici mostrano una lieve flessione rispetto allo stesso periodo del 2024, anno da record per il comparto. La notizia più rilevante, però, riguarda la diversa composizione della domanda turistica: a sostenere il settore sono sempre più i visitatori stranieri, mentre la clientela italiana continua a contrarsi.

Nel dettaglio, gli arrivi complessivi registrano un calo dell’1,1% rispetto al primo trimestre dell’anno precedente, mentre le presenze restano quasi invariate (-0,4%). Una differenza significativa, che segnala come il soggiorno medio sia leggermente aumentato, ma soprattutto che l’Italia inizia il 2025 con il fiato corto sul fronte dei flussi interni.

Come sono cambiati i flussi turistici nel 2025

Guardando alla distribuzione mensile del report sui flussi turistici nel 1° trimestre 2025 in Italia (pubblicato da Istat il 16 giugno 2025), solo il mese di gennaio ha rappresentato un’eccezione positiva. Con 6,1 milioni di arrivi e 19,5 milioni di presenze, c’è stata infatti una crescita rispettivamente del +4,0% e del +3,6% rispetto a gennaio 2024.

Febbraio, invece, si è mantenuto su livelli simili a quelli dell’anno precedente, mentre marzo ha rappresentato il momento più critico, con un calo del 5,3% degli arrivi e del 3,8% delle presenze.

Va sottolineato come quest’ultimo dato risenta della diversa collocazione delle festività pasquali: nel 2024 Pasqua era caduta a marzo, mentre nel 2025 è slittata ad aprile, spostando una parte consistente del traffico turistico fuori dal trimestre osservato.

Il calo della domanda interna

La vera chiave di lettura dei dati, però, riguarda la composizione della clientela.

Il calo registrato è infatti esclusivamente imputabile alla diminuzione dei turisti italiani: rispetto al primo trimestre 2024, gli arrivi dei residenti sono scesi del 2,2%, mentre le presenze sono calate dell’1,4%.

Il dato appare ancora più marcato se si considera che solo nel mese di gennaio i flussi interni mostrano un segno positivo (+0,4% gli arrivi, +0,1% le presenze), mentre sia a febbraio che a marzo si osservano contrazioni significative, con picchi negativi del -3,8% negli arrivi e del -1,5% nelle presenze a marzo.

Questo fenomeno apre una riflessione di tipo economico.

L’erosione del potere d’acquisto delle famiglie italiane, causata da inflazione persistente, aumento dei tassi di interesse e incertezze sul fronte occupazionale, potrebbe aver condizionato la propensione al viaggio nei mesi invernali.

I mesi tra gennaio e marzo, tradizionalmente legati agli sport invernali o a brevi city break, diventano così un lusso per una fetta crescente della popolazione.

📊 Turismo in Italia – I trimestre 2025
(rispetto allo stesso periodo del 2024)
📉 Arrivi totali -1,1% rispetto al 2024 (italiani -2,2%, stranieri +0,2%)
⏳ Presenze totali -0,4% rispetto al 2024 (italiani -1,4%, stranieri +0,6%)
🏠 Permanenza media 3,04 notti (italiani 2,69; stranieri 3,48)
🏨 Alberghi Presenze -1,8%
🏡 Altre strutture Presenze +3,5%
📆 Gennaio Arrivi +4%, Presenze +3,6%
📆 Febbraio Arrivi +0,1%, Presenze +0,3%
📆 Marzo Arrivi -5,3%, Presenze -3,8%
(dato falsato da Pasqua, che nel 2025 è stata ad aprile)

Turismo sostenuto dalla presenza di stranieri

A controbilanciare la ritirata del turismo domestico sono i visitatori stranieri, che mostrano una certa tenuta, seppur con andamenti differenziati.

Complessivamente, nel trimestre gli arrivi stranieri (numero di persone che fanno check-in in una struttura ricettiva, indipendentemente dalla durata del soggiorno) crescono dello 0,2%, mentre le presenze (numero totale di notti trascorse dai turisti nelle strutture ricettive) aumentano dello 0,6%.

A gennaio l’incremento è stato netto (+9,6% gli arrivi e +8% le presenze), segno di una continua attrattività dell’Italia nei confronti del turismo internazionale anche nella bassa stagione.

La crescita è proseguita a febbraio, sebbene in misura più contenuta (+2,4% e +2,2%), per poi frenare a marzo (-6,9% e -5,7%), complice, come già osservato, la mancanza dell’effetto Pasqua.

Il dato più rilevante, tuttavia, è che la domanda estera ha rappresentato il 51,6% delle presenze totali del trimestre.

Nei mesi di febbraio e marzo questa quota è cresciuta ulteriormente, superando il 54%.

Solo a gennaio la componente domestica ha mantenuto il primato, con il 53,2% delle presenze. Una conferma, se mai ce ne fosse bisogno, del ruolo centrale del turismo internazionale per il nostro Paese, soprattutto nei periodi non di alta stagione.

Stabile la permanenza media

Merita attenzione anche il dato relativo alla permanenza media, ovvero al numero di giorni dedicati ai soggiorni per turismo, che si attesta su 3,04 notti, sostanzialmente invariata rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nel dettaglio:

  • gli italiani si fermano in media per 2,69 notti (registrando un aumento del +0,02 rispetto al 2024);
  • gli stranieri raggiungono le 3,48 notti (riportando un aumento del +0,01 rispetto all’anno scorso).

Numeri stabili, che confermano una certa regolarità nei comportamenti di soggiorno, anche se andranno monitorati nei prossimi trimestri per valutare l’impatto delle festività e della stagione estiva.

Hotel o B&B? Le preferenze

Un ulteriore elemento di interesse riguarda la tipologia di strutture ricettive scelte dai turisti:

  • gli esercizi alberghieri registrano un lieve calo delle presenze nel trimestre, del -1,8%;
  • il settore extra-alberghiero (bed & breakfast, case vacanze, agriturismi, ostelli) cresce del +3,5%.

Questo spostamento è evidente soprattutto nei mesi di gennaio e febbraio, con aumenti sostenuti nelle presenze extra-alberghiere (+8,5% e +5,6%), a fronte di performance negative per gli alberghi, in particolare a marzo (-4,6%).

Analizzando la clientela domestica, si osserva un calo in tutti e tre i mesi per le strutture alberghiere, mentre gli esercizi extra-alberghieri riescono a guadagnare terreno, segno forse di una ricerca di soluzioni più economiche e flessibili da parte degli italiani.

Anche i turisti stranieri mostrano una forte preferenza per l’extra-alberghiero, soprattutto a gennaio (+16,3%) e febbraio (+8,2%).

Questo dato può essere interpretato come un segnale della trasformazione della domanda turistica, sempre più orientata verso formule ibride e personalizzate: case vacanza, B&B, agriturismi e affitti brevi sembrano rispondere meglio alle esigenze di viaggiatori attenti al rapporto qualità-prezzo e alla possibilità di vivere esperienze più autentiche.