Affitti brevi, le nuove regole del check-in automatico

La sentenza del Tar sull'identificazione de visu ha modificato un'altra volta le regole sugli affitti brevi in Italia, mentre prosegue il dialogo tra gestori e Governo

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 9 Giugno 2025 13:43

Il Tar ha annullato la circolare del 18 novembre del 2024 con cui il Ministero dell’Interno aveva vietato di fatto le cosiddette keybox, obbligando i gestori delle strutture a identificare di persona, in termini giuridici de visu, l’affittuario della casa. Una norma su cui l’associazione di settore Fare stava dialogando con il Governo da tempo.

Il dialogo dovrebbe proseguire, ma nel frattempo questa sentenza, a pochi giorni dall’inizio della piena stagione turistica, ha modificato un’altra volta le regole per chi vuole adibire la propria casa a struttura ricettiva. È solo l’ultimo cambiamento di una normativa che non sembra riuscire a trovare una stabilità.

La sentenza del Tar sulle keybox

Con la sentenza numero 10210, il Tar del Lazio ha annullato la circolare che imponeva ai gestori delle case vacanza di identificare di persona i turisti a cui affittavano il proprio appartamento, rendendo di fatto inutili le cosiddette keybox, le piccole casseforti protette da un codice numerico in cui i proprietari potevano mettere le chiavi della casa affittata, in modo da permettere ai turisti un check-in totalmente autonomo.

Il ricorso contro il provvedimento era stato presentato da Fare, l’associazione dei gestori di strutture ricettive extra-alberghiere, che criticava la norma sia nel merito, sia nella forma. Secondo l’associazione, il riconoscimento facciale non aumentava la sicurezza, visto che da una parte i gestori sono comunque obbligati a dichiarare alla questura l’identità degli ospiti e dall’altra un ospite che si presenta di persona può sempre cedere le chiavi della casa a terzi in un momento successivo.

Inoltre, la norma era stata emanata con una semplice circolare del ministero, come se si trattasse di un’interpretazione di una norma già esistente, quando invece un provvedimento simile avrebbe bisogno di una legge vera e propria. Il Tar si è detto d’accordo soprattutto con questa seconda tesi, e ha quindi annullato la delibera.

Cosa cambia con la nuova sentenza

La conseguenza della decisione del Tar è un ritorno alla situazione precedente a quella del novembre del 2024. I gestori delle case vacanza e delle altre strutture che rientrano nella definizione di affitti brevi turistici, potranno tornare a offrire senza problemi il check-in autonomo e a utilizzare le keybox.

Fare era comunque già impegnata in un dialogo con il Governo di Giorgia Meloni per ottenere almeno una modifica della circolare, in modo da poter consentire il riconoscimento da remoto attraverso una videochiamata. Nonostante la circolare sia stata annullata, il dialogo tra le parti continuerà.

Le regole in vigore per gli affitti brevi

L’identificazione de visu non era l’unica novità introdotta dal Governo per il 2025 nel settore degli affitti brevi. Nel tentativo di limitare il sommerso e regolamentare le attività, l’esecutivo ha imposto che ogni struttura attiva si doti di un codice di identificazione, chiamato Cin, che era da richiedere entro il 1 gennaio 2025 per le strutture esistenti.

Per ottenerlo era necessario presentare una dichiarazione di sussistenza dei requisiti di sicurezza della casa vacanze. Il codice va poi esposto all’esterno dello stabile in cui ogni struttura è collocata, e inserito in ogni annuncio, ovunque sia pubblicato. Inoltre, il Governo ha ribadito l’obbligatorietà dei dispositivi di sicurezza come rilevatori di monossido di carbonio, di gas ed estintori.