Il 70% degli italiani si dice favorevole all’introduzione di una paga minima per legge, 6 punti percentuali in più di quelli registrati da una prima analisi condotta 20 giorni fa. E’ quanto rivela un sondaggio dell’Istituto demoscopico Noto Sondaggi commissionato da Repubblica, secondo cui la misura di sostegno al reddito avrebbe ora convinto anche gli elettori del centrodestra, nonostante le posizioni contrarie delle dirigenze. Favorevoli al salario minimo sarebbero infatti il 62% di chi ha votato Forza Italia e il 60% degli elettori di Lega e Fratelli d’Italia, la stessa percentuale registrata anche all’interno dell’elettorato di Italia Viva (60%) che tra i partiti di opposizione è quello contrario alla soglia legale.
Per approfondire il dibattito sul salario minimo leggi anche questo articolo. Qui un richiamo dell’OCSE sulle paghe troppo basse corrisposte in Italia.
L’apertura di Meloni
“Il salario minimo è un bel titolo, funziona molto bene come slogan, ma nella sua applicazione rischia di creare dei problemi”, ha dichiarato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo a Non Stop News su Rtl 102.5. La Premier ha poi aggiunto di essere disponibile ad “aprire un confronto con l’opposizione”, ma ritiene che la via da seguire sia quella della contrattazione collettiva “da rafforzare“.
“Sono un po’ incuriosita da un’opposizione che dopo essere stata al governo una decina d’anni, oggi scopre che in Italia c’è un problema di salario e di precariato e lo considera una responsabilità di un governo che è in carica da nove mesi”, ha poi rimarcato Meloni, garantendo in ogni caso “il tema dei salari mi interessa” perché “c’è una opposizione che si pone in modo garbato e io credo sia giusto dare dei segnali di confronto”.
La posizione degli alleati
“Mi riconosco nella posizione del presidente Meloni. Quindi ci si sta lavorando. Io sono contento di quello che si sta cercando di fare a fronte di opposizioni che invece non sono mai contente di nulla”. Sul tema è intervenuto anche il ministro delle infrastrutture e vice premier, Matteo Salvini, a margine dell’evento del MIT su “L’Italia dei sì, dedicato alle grandi opere”.
“Bisogna innalzare i salari, non accontentarci di un salario basso purché sia”, aveva invece sostenuto alcuni giorni fa il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, durante un evento a Paestum. “Non è che sono contro un salario garantito, sono per un salario ricco – aveva aggiunto –. Dico addirittura che per chi non ha la contrattazione collettiva, questo sì si può fare per legge, bisogna adeguarlo al minimo della contrattazione collettiva”.
I dubbi
Nel frattempo sale di 10 punti percentuali, dal 36% al 46%, anche la percentuale di chi esclude il rischio che con il salario minimo ci possa essere un adeguamento al ribasso dei compensi o che venga meno la contrattazione collettiva. Solo 20 giorni fa su questo punto l’opinione pubblica era divisa a metà. Aumentano anche coloro che non pensano che la soglia minima possa generare disoccupazione e lavoro nero: dal 49 al 54% in 3 settimane. Tra l’altro in questo periodo è incrementata anche la quota di chi preferisce il salario minimo legale (dal 56 al 68%) all’alternativa di determinare il compenso attraverso la contrattazione fra imprese e sindacati (dal 37 al 22%).
Confindustria paga di più
Per il Presidente di Confindustria quello del salario minimo è un falso problema. perché il sistema di imprese rappresentato dall’Associazione paga di più. “Tutti i contratti siglati da Confindustria sono sopra ai 9 euro“, ha sottoloneato Bonomi, denunciando che ìi settori dove si paga di meno sono commercio, servizi, cooperative e “finte” cooperative. “Volete fare il salario minimo? Ma dite la verità”, protesta il leader degli imprenditori.