Naspi, come cambia e cos’è il nuovo requisito

Il Governo Meloni ha introdotto un nuovo requisito per ottenere la Naspi oltre a quello originale, che richiede di aver lavorato almeno 13 settimane negli ultimi 4 anni

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 9 Giugno 2025 11:29

In una circolare l’Inps ha chiarito il nuovo requisito per accedere alla Naspi, il principale sussidio di disoccupazione presente in Italia per i lavoratori dipendenti. La legge che istituisce questa misura infatti prevede che, nei 4 anni precedenti allo stato di disoccupazione non volontaria, il cittadino che chiede il sussidio abbia lavorato almeno 13 settimane.

Nella legge di bilancio per il 2025 però il Governo di Giorgia Meloni ha introdotto un nuovo requisito, che si impone a chi, nei 12 mesi precedenti alla disoccupazione involontaria, si sia dimesso da un posto di lavoro volontariamente.

Il nuovo requisito per la Naspi

La circolare Inps numero 98 del 5 giugno 2025 spiega nel dettaglio una misura introdotta con la legge di bilancio, a sei mesi dalla sua approvazione. Si tratta di una modifica alla Naspi, il sussidio di disoccupazione più diffuso in Italia, e in particolare ai requisiti necessari per accedervi se, nell’ultimo anno, si è rinunciato a un posto di lavoro volontariamente, dimettendosi.

La Naspi non si può mai ottenere direttamente dopo essersi dimessi. È un sussidio per chi perde il lavoro contro la propria volontà. Ma può succedere di essersi dimessi nei 12 mesi precedenti alla richiesta legittima dell’indennità di disoccupazione. Per esempio, un lavoratore può dimettersi da un’azienda perché ha ricevuto un’offerta migliore da un’altra società la quale, dopo pochi mesi, incorre in problemi ed è costretta a chiudere, lasciando il dipendente senza lavoro.

In questa specifica circostanza, si applica il nuovo requisito pensato dal Governo di Giorgia Meloni. La norma prevede che il secondo lavoro, quello da cui il richiedente della Naspi viene licenziato contro la propria volontà, duri almeno 13 settimane perché sia possibile richiedere l’indennità di disoccupazione.

I requisiti originali per ottenere la Naspi

La circolare dell’Inps si è resa necessaria perché la durata del nuovo requisito poteva creare confusione tra chi deve richiedere la Naspi. Anche il principale requisito per ottenere l‘indennità di disoccupazione infatti, ha una durata di 13 settimane. La legge che ha istituito la Naspi infatti richiede che chi la vuole ottenere abbia lavorato almeno 13 settimane nei precedenti 4 anni.

Queste 13 settimane sono in realtà definite come periodo di “contribuzione utile” che significa che al fine del conteggio non contano esclusivamente i giorni effettivamente lavorati, ma anche:

  • i contributi accreditati per maternità obbligatoria;
  • i periodi di lavoro all’estero in Paesi con convenzione bilaterale con l’Italia (in caso di Stati extra UE);
  • i periodi di astensione dal lavoro per malattia dei figli.

Cosa serve per ottenere la Naspi

Riassumendo quindi, i requisiti da “13 settimane” necessari a ottenere la Naspi sono diventati due, completamente distinti e sovrapponibili. Per ottenere il sussidio di disoccupazione quindi sarà necessario rispettarli entrambi. Quindi bisognerà:

  • aver lavorato per 13 settimane nei 4 anni precedenti alla richiesta;
  • aver mantenuto per 13 settimane il proprio posto di lavoro dopo essersi dimessi da un altro impiego nel 12 mesi precedenti.

La nuova norma è solamente un requisito d’accesso, come specificato dalla stessa circolare Inps, e quindi non modifica in nessun modo la durata della prestazione della Naspi o il suo importo.