La legge 104, che stabilisce i diritti delle persone con disabilità e dei loro caregiver, cambierà alcuni dei suoi parametri a partire dal 2026. Le novità riguardano principalmente le persone affette da disabilità e non i caregiver, a meno che non si tratti di genitori con figli minorenni affetti da gravi malattie.
Aumenteranno i permessi, che si aggiungeranno a quelli già concessi dalla normale legge 104, i congedi e possibilità di smart working. Come per la legge 104, le misure sono riservate ai lavoratori dipendenti pubblici e privati.
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Chi può usufruire delle novità sulla legge 104
La legge 106 del luglio 2025 aggiorna alcuni dettagli della legge 104, la più importante in materia di disabilità, lavoro e caregiver in Italia. Le nuove norme, che riguardano i permessi pagati, il periodo di congedo non pagato e lo smart working, riguarderanno però una platea più ristretta rispetto a quelle della legge generale.
Per avere accesso alle nuove misure, sarà infatti necessario rientrare in una di queste categorie, oltre a essere lavoratori dipendenti, del settore pubblico o privato:
- pazienti di malattie oncologiche in fase attiva o in follow-up precoce;
- lavoratori con patologie croniche o invalidanti anche rare con invalidità pari o superiore al 74%;
- genitori di figli minorenni che rientrano in una delle due categorie precedenti.
Nel pubblico è lo Stato o l’ente per cui si lavora a fornire direttamente l’indennità. Nel privato invece, il datore di lavoro la deve anticipare, per poi recuperarla attraverso un conguaglio con i contributi Inps.
Più permessi pagati con la nuova legge 104
La novità principale sulla legge 104 riguarda i permessi retribuiti. La legge base permette infatti di avere 24 ore ogni mese di permesso dal lavoro (quindi di fatto tre giornate lavorative) per visite, esami strumentali e cure mediche inerenti alla propria condizione. A queste, per i beneficiari indicati, saranno concesse 10 ore all’anno in più.
Esattamente come già accade per la legge 104, per essere ottenute, queste ore di permesso dovranno essere utilizzate per una prestazione sanitaria con prescrizione di un medico. Queste ore inoltre saranno retribuite con indennità di malattia, che nel caso dei lavoratori privati sarà erogata direttamente dal datore di lavoro e solo poi rimborsata dallo Stato.
Lo smart working e il congedo non pagato
Oltre ai diritti già stabiliti dalla 104, la nuova platea determinata dalla legge del 2025 otterrà anche 24 mesi di congedo non pagato, durante il quale non si potrà perdere il posto di lavoro. Questi due anni di congedo non conteranno né per l’anzianità di servizio, né per il calcolo della pensione. Si potranno però riscattare i contributi non versati successivamente.
Una volta esaurito questo permesso, le persone rientrate al lavoro che giovano delle novità della legge 104 dovranno avere accesso prioritario al lavoro da remoto, in modo da permettere loro di svolgere le proprie mansioni in un ambiente che pesi il meno possibile sulle condizioni fisiche che causano la disabilità. Questo dovrà avvenire senza demansionamenti.
Infine, la legge stabilisce anche una nuova norma per i lavoratori autonomi, che in quanto tali non possono giovare della legge 104. Potranno infatti interrompere la propria attività per 300 giorni all’anno, senza ripercussioni, con il solo requisito della presenza, nel proprio fascicolo sanitario, di un certificato medico che attesti la loro condizione.