L’Antitrust multa le compagnie telefoniche: i motivi della decisione

Sanzionate dall'autorità TIM, Vodafone, WindTre e Fastweb per comportamento illegittimo

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Redazione

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L’Antitrust mette alla berlina le quattro società telefoniche operanti in Italia – Vodafone, TIM, WindTre e Fastweb –  per aver chiesto ai consumatori il canone anche dopo la chiusura del contratto di telefonia fissa o mobile o il passaggio ad altro operatore, arrivando anche a fargli pagare un doppio addebito per il servizio. Una pratica che l’authority giudica illegittima e che le era stata segnalata dalle associazioni dei consumatori, che ora accolgono con un po’ di amarezza la decisione. Vediamo perchè.

Il settore ha di  recente messo la parola fine all’annosa questione delle bollette a 28 giorni. Per approfondire il tema del mercato delle telecomunicazioni ecco l’Osservatorio dell’Agcom. La disciplina del settore è entrata anche del Dl concorrenza.

La decisione dell’Antitrust

L’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato ha giudicato illegittima la prosecuzione della fatturazione, dopo la richiesta di cessazione del servizio, e tanto più la doppia fatturazione a carico dell’utente, a cui era stato richiesto illegittimamente di saldare le fatture sia del nuovo sia del precedente operatore.

In particolare, sono emerse criticità nella gestione delle procedure interne delle cessazioni delle utenze, riconducibili ad anomalie e a disallineamenti tecnici tra i sistemi di gestione informatici del processo interno di ciascuna società.

Criticità cui le compagnie telefoniche non hanno risposto e, secondo l’autorità, non hanno adottato efficaci meccanismi di controllo e di intervento tempestivo.

La multa e la diffida

Per queste pratiche illegittime, Vodafone dovrà pagare una multa di 400mila euro di multa, WindTre una sanzione di 300mila euro, Telecom di 200mila euro e Fastweb di 100mila euro.

Le quattro compagnie telefoniche sono state anche diffidate dal continuare ad attuare la pratica scorretta ed entro 90 giorni dovranno comunicare all’Autorità le iniziative adottate a tal fine.

Consumatori ancora insoddisfatti

Non ancora soddisfatte della decisione le associazioni dei consumatori. Codacons giudica le multe “irrisorie” e sottolinea che queste “hanno come unica conseguenza quella di ‘fare il solletico’ ai colossi della telefonia”, venendo poi “inserite in bilancio come ordinario rischio di impresa” proprio a causa della modesta entità.

Anche per UNC il problema della doppia fatturazione e del recesso “sono problemi irrisolti”. “Non si capisce perché è facile attivare un contratto ma poi diventa un’impresa poterlo disdire. Andrebbe esteso ad ogni settore che per disdire un contratto deve poter essere usato lo stesso mezzo con cui si è attivato, ad esempio al telefono”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, aggiungendo “non parliamo delle spese di recesso che andrebbero del tutto abolite come è stato fatto per i mutui”.

“La sanzione di oggi deve suonare come un monito per il mercato: occorre avere cura del cliente non solo quando c’è da pagare. Bisogna garantire la piena trasparenza anche quando il rapporto contrattuale cessa, il tutto all’insegna della massima regolarità”, conclude Martina Donini,  presidente nazionale di Udicon.