Apple, multa della Ue per 1,8 miliardi di euro: abuso di posizione dominante

Musica triste per Apple: le indagini sul caso Spotify e sullo streaming musicale si chiudono con una sanzione monstre. Perché la Commissione europea accusa Apple di avere violato le regole della concorrenza

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

“Condizioni commerciali sleali”. Con questa motivazione l’Antitrust Ue ha comminato una multa da 1,8 miliardi di euro ad Apple per avere violato le regole sulla concorrenza con i servizi di streaming musicale.

L’Unione europea multa Apple

Secondo quanto emerso dalle indagini, Apple avrebbe ostacolato la possibilità degli sviluppatori di app di streaming musicale di informare gli utenti che utilizzano iPhone e iPad in merito alla presenza su App Store di servizi alternativi e più economici. Cosa illegale secondo la normativa antitrust dell’Unione europea. Tutto è iniziato dal reclamo presentato da Spotify. Agli sviluppatori sarebbe stato impedito di:

  • informare gli utenti iOS (tramite messaggi all’interno delle app) sui prezzi delle offerte al di fuori dell’app;
  • includere collegamenti nelle loro app su iOS verso siti su cui è possibile acquistare abbonamenti alternativi;
  • contattare i propri utenti (tramite messaggi esterni alle app, ad esempio via mail) per informarli sulle opzioni di prezzo alternative a quelle praticate su App Store.

La Commissione europea scrive che “il comportamento di Apple, durato quasi dieci anni, potrebbe aver portato molti utenti iOS a pagare prezzi significativamente più alti per gli abbonamenti in streaming musicale a causa delle elevate commissioni imposte da Apple agli sviluppatori e trasferite ai consumatori sotto forma di prezzi di abbonamento più elevati per gli sviluppatori. stesso servizio sull’Apple App Store. Le regole imposte da Apple hanno comportato un danno non monetario sotto forma di un’esperienza utente peggiorata: gli utenti iOS hanno dovuto impegnarsi in una ricerca complicata prima di trovare offerte pertinenti al di fuori dell’app, oppure non si sono mai abbonati a nessun servizio perché non hanno trovato quello giusto da soli”.

Indiscrezioni di stampa girate nelle ultime due settimane parlavano di una probabile multa per Apple sui 500 milioni. La sanzione finale comminata dall’Antitrust europea ammonta invece a quasi 4 volte tanto.

Nel quantificarne l’importo, la Commissione europea ha tenuto conto della gravità dei comportamenti di Apple, della loro durata, del fatturato totale e della capitalizzazione di mercato dell’azienda guidata da Tim Cook. Sulla decisione ha pesato anche il fatto che Cupertino “ha fornito informazioni errate nell’ambito del procedimento amministrativo”.

Apple contro Spotify

Con una nota, Apple ha replicato che la decisione che ha portato alla sanzione colossale “è stata presa nonostante l’incapacità della Commissione di scoprire prove credibili di danni ai consumatori e ignora la realtà di un mercato fiorente, competitivo e in rapida crescita”. “Il principale sostenitore di questa decisione, e il più grande beneficiario, – prosegue Apple – è Spotify, una società con sede a Stoccolma, in Svezia. Spotify ha la più grande app di streaming musicale al mondo e ha incontrato la Commissione europea più di 65 volte durante questa indagine”.

Apple accusa Spotify di voler “riscrivere le regole dell’App Store, in un modo che li avvantaggi ulteriormente”. Spotify, sostiene Apple, vuole “piegare le regole a proprio favore incorporando i prezzi degli abbonamenti nella propria app, senza utilizzare il sistema di acquisto in-app dell’App Store. Vogliono utilizzare gli strumenti e le tecnologie di Apple, distribuirli sull’App Store e beneficiare della fiducia che abbiamo costruito con gli utenti, senza pagare nulla ad Apple per questo. In breve, Spotify vuole di più“.