Apple, in arrivo una multa di 500 milioni di euro dalla Ue sullo streaming di musica

L’Antitrust Ue sta per sanzionare Apple con una multa record per violazioni alle regole sulla concorrenza con i servizi di streaming musicale

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

L’Antitrust europea sembra intenzionata a sanzionare Apple con una multa di 500 milioni di euro per il presunto utilizzo di posizione dominante nel settore dello streaming musicale, con pratiche commerciali considerate anticoncorrenziali e sleali. Questa indiscrezione è stata riportata dal Financial Times, che ha citato cinque fonti informate sull’indagine in corso. La Commissione europea, interrogata in merito, ha dichiarato di non voler rilasciare commenti su indagini attive.

L’indagine condotta dall’esecutivo comunitario ha preso avvio nel 2019 a seguito di una denuncia presentata da Spotify, azienda svedese operante nel settore dello streaming musicale on-demand.

I motivi della multa

Il gigante americano è accusato in particolare di aver impedito alle app dei concorrenti di informare gli utenti di iPhone e iPad su alternative più convenienti rispetto alle proprie offerte. Secondo quanto riportato dal Financial Times, non è ancora stata stabilita la data in cui verrà annunciata l’enorme multa a Apple, ma è probabile che avvenga all’inizio del prossimo mese. Tuttavia, sembra che non ci siano dubbi sulla direzione presa dall’indagine antitrust. Se confermata, questa sanzione sarebbe una delle più significative inflitte dall’Unione Europea alle grandi aziende tecnologiche, sebbene siano in corso ancora ricorsi riguardanti multe per un totale di 8 miliardi di euro già annunciate contro Google.

Apple non ha mai ricevuto multe dall’Antitrust europea, ma nel 2020 è stata multata in Francia per 1,1 miliardi di euro per comportamento anticoncorrenziale, una multa poi ridotta a 372 milioni dopo il ricorso. Attualmente, l’autorità europea per la concorrenza sta indagando su possibili restrizioni imposte agli sviluppatori relativamente al servizio di pagamenti Apple Pay. Questa nuova mossa dell’Antitrust dell’Unione Europea fa parte degli sforzi di Bruxelles per controllare il potere delle “Big Tech” all’interno dell’Unione. Ciò include anche richieste di rendere conto delle proprie azioni attraverso due riforme parallele: la legge europea sui mercati digitali (Digital Markets Act o DMA) e la legge sui servizi digitali (Digital Services Act o DSA).

La Digital Markets Act (DMA) identifica grandi gruppi come Apple, Amazon e Google come “gatekeeper” o guardiani, e mira a promuovere una maggiore concorrenza nei mercati digitali, prevenendo abusi di potere e facilitando l’ingresso di nuovi operatori. Dopo varie fasi di implementazione, la DMA sarà completamente applicata a partire dal prossimo 6 marzo.

D’altra parte, la Digital Services Act (DSA), pienamente in vigore per tutti gli operatori online dell’Unione Europea dal 16 febbraio, è progettata per prevenire attività illegali o dannose online e combattere la diffusione di notizie false.

Chiuso il primo trimestre del 2024

L’azienda si aspetta una multa salata dall’Unione Europea, che comunque non dovrebbe intaccare più di tanto il fatturato dell’azienda californiana.

Apple ha pubblicato i risultati finanziari del primo trimestre dell’anno fiscale 2024, che si è concluso il 30 dicembre 2023. Il fatturato trimestrale dell’azienda è stato di 119,6 miliardi di dollari, registrando un aumento del 2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’utile trimestrale per azione diluita è stato di 2,18 dollari, evidenziando un incremento del 16% rispetto all’anno precedente, tutto questo nonostante il nuovo Apple Vision Pro stia deludendo.

“Oggi Apple segnala una crescita delle entrate per il trimestre di dicembre, alimentata dalle vendite di iPhone, e un record assoluto nei Servizi”, ha dichiarato il CEO di Apple, Tim Cook. “Siamo lieti di annunciare che la nostra base installata di dispositivi attivi ha superato i 2,2 miliardi (rispetto ai 2 miliardi di un anno addietro, ndr), raggiungendo il massimo storico in tutti i prodotti e aree geografiche”.