Islanda, quali sono gli effetti sull’ambiente dell’eruzione vulcanica?

L'eruzione del vulcano Fagradalsfjall sembra imminente, ma nessuno sa dire con certezza quando, dove e se si verificherà, ma si attendono grandi catastrofi

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

La comunità locale vive nell’angoscia per il vulcano Fagradalsfjall, che minaccia di eruttare in qualsiasi momento. La città di Grindavík si trova proprio sopra al tunnel di magma che sta facendo gonfiare, deformare e crepare il terreno. I suoi circa 4.000 abitanti hanno dovuto abbandonare le loro case per paura di un’eruzione effusiva, cioè una fuoriuscita di magma che potrebbe distruggere le costruzioni e mettere a rischio le persone a causa dei gas velenosi. Il dramma di Grindavík è diverso da quello che potrebbe avere conseguenze più ampie: un’eruzione in mare, ad esempio, che secondo gli esperti potrebbe causare un’esplosione e sollevare gas e polveri in quantità tali da interferire con il traffico aereo. Tuttavia, non si prevede un disastro come quello del 2010, quando entrò in eruzione l’Eyjafjallajökull. A livello climatico, le emissioni di CO2 non sono motivo di allarme anche se, si sottolinea, gli eventi vulcanici non sono facilmente prevedibili.

Eruzione vulcanica in Islanda: la situazione è preoccupante

L’eruzione del vulcano Fagradalsfjall in Islanda è sempre più probabile. L’attività sismica nella zona è aumentata notevolmente, e il canale di magma è arrivato a poche centinaia di metri dalla superficie. Secondo il Met Office islandese, la probabilità di un’eruzione è ora molto alta. Tuttavia, non è possibile dire con certezza quando e dove si verificherà.

Gli esperti ritengono che lo scenario più probabile sia un’eruzione effusiva, che consiste nella fuoriuscita di lava in superficie. Tuttavia, non escludono la possibilità di un’eruzione esplosiva, che potrebbe causare danni maggiori. La situazione è preoccupante, soprattutto per la città di Grindavík, che si trova proprio sopra al tunnel di magma. Gli abitanti della città sono stati evacuati, e le autorità stanno monitorando la situazione con attenzione.

Le possibili cause di un’eruzione esplosiva in Islanda

Gli esperti di vulcanologia spiegano quali sono le condizioni che potrebbero portare a un’eruzione di tipo esplosivo in Islanda, dove da febbraio è in corso un’eruzione effusiva di lava basaltica. Due sono gli scenari possibili: uno riguarda l’incontro tra il magma e le acque sotterranee o geotermiche, che provocherebbero delle esplosioni di vapore in grado di frammentare le rocce crostali. L’altro riguarda un’eruzione sottomarina, dove il vapore frammenterebbe il basalto in eruzione, producendo cenere “bagnata” che non si disperderebbe molto. Quest’ultimo caso potrebbe verificarsi al limite meridionale del canale lavico, sotto l’oceano Atlantico, e dare origine a un’isola vulcanica come Surtsey, nata nel 1963. Queste eruzioni sarebbero diverse da quella dell’Eyjafjallajökull del 2010, che fu causata dall’interazione tra il magma e il ghiaccio di un vulcano a scudo.

Le previsioni degli esperti sull’eruzione vulcanica in Islanda

In Islanda, dove da febbraio 2021 è in atto un’eruzione di lava basaltica, gli esperti di Scienze della Terra si chiedono quali saranno gli sviluppi futuri. Margaret Hartley, professoressa all’Università di Leicester, ritiene che l’eruzione continuerà a essere di tipo effusivo, con fontane di fuoco e flussi di lava. Tuttavia, se il magma dovesse raggiungere il mare, potrebbe creare delle nubi di cenere che potrebbero interferire con il traffico aereo all’aeroporto di Keflavik. Questo scenario, però, non sarebbe paragonabile a quello dell’Eyjafjallajökull del 2010, che causò gravi disagi aerei in tutta Europa.

I rischi per la popolazione locale

Sebbene un’eruzione di scala continentale non rappresenti una grave preoccupazione, la comunità locale risulta essere la più a rischio. Durante l’eruzione, si libereranno numerose nubi di gas, tra cui anidride carbonica, che sebbene siano presenti in grandi quantità, non contribuiranno in modo significativo all’aumento delle emissioni umane. Secondo i dati dell’ONU, l’eruzione dell’Eyjafjallajökull ha causato meno anidride carbonica rispetto a quelle prodotte dalle attività umane in una giornata. Inoltre, il Fagradalsfjall non è considerato altrettanto impattante.

Il vero problema per coloro che abitano nella zona sono i vapori di zolfo, fluoro e cloro. In particolare, il biossido di zolfo rappresenta un grave pericolo. Secondo il professor Marc K. Reichow dell’Università di Leicester, a Las Palmas ci sono aree in cui le persone non possono tornare a causa delle continue emissioni di fumi provenienti dalla lava solidificata, che potrebbero persistere per anni. Si cita anche l’esempio di una carestia verificatasi nel XVIII secolo a causa della morte di numerosi capi di bestiame causata dai gas tossici. Inoltre, occorre considerare anche i danni causati dai flussi di lava.

Le autorità, oltre a evacuare Grindavík, stanno prendendo provvedimenti per proteggere la centrale elettrica alimentata da energia geotermica, installando barriere per bloccare la lava.

Eruzione Fagradalsfjall: tra attesa e speranza

L’eruzione del vulcano Fagradalsfjall in Islanda è sempre più probabile. Tuttavia, non è affatto scontato che si verifichi. Secondo il vulcanologo Dave McGarvie, dell’Università del Lancaster, “non tutti i flussi lavici sfondano la superficie con delle eruzioni”. In passato, solo una minoranza di flussi ha portato a un’eruzione.

Lo scenario migliore, secondo McGarvie, è che il flusso lungo 15 chilometri semplicemente si raffreddi e si solidifichi. In questo caso, non ci sarebbe alcuna eruzione.

Le autorità islandesi stanno monitorando la situazione con attenzione, e hanno evacuato la città di Grindavík, che si trova proprio sopra il tunnel di magma. Tuttavia, non hanno ancora emesso un avviso di eruzione. La situazione è quindi di attesa e speranza. I cittadini islandesi sperano che il flusso lavico si raffreddi e si solidifichi, evitando così una pericolosa eruzione.