Incentivi auto 2024, dal 23 gennaio via alle prenotazioni

Mentre si attende ancora il decreto che riformerà gli incentivi 2024, il governo ha deciso di riaprire le prenotazioni dei contributi originariamente previsti per quest’anno

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

In attesa del decreto che disciplinerà gli incentivi per il 2024, il governo ha deciso, in modo inevitabile, di riaprire le prenotazioni per i contributi originariamente programmati per l’anno in corso. A partire dalle 10 del 23 gennaio, le concessionarie avranno la possibilità di accedere alla piattaforma informatica e inserire i dati relativi ai contratti di acquisto delle vetture che rientrano nei parametri dell’incentivo. Tale agevolazione è destinata alle vetture con emissioni di anidride carbonica fino a 135 g/km, comprese quelle con motore termico, i cui contratti siano stati siglati a partire dal 2 gennaio.

Il nuovo ecobonus in arrivo

Sarà interessante osservare gli sviluppi, specialmente considerando che circa un mese fa il governo aveva annunciato una riforma che prevede un consistente aumento dei finanziamenti per l’iniziativa. In totale, si prevede che saranno disponibili 930 milioni, rispetto agli attuali 630 milioni. Inoltre, è previsto un notevole aumento dei singoli bonus, che, nelle circostanze ottimali (come nel caso di un’auto elettrica con rottamazione di un veicolo fino a Euro 2 e un bonus extra per Isee inferiore a 30 mila euro), potrebbero raggiungere i 13.750 euro.

Nonostante il decreto non sia ancora stato emesso, il ministro dello Sviluppo Economico, Adolfo Urso, lo presenterà ufficialmente alle associazioni di settore il prossimo 1 febbraio. Tuttavia, sarà necessario attendere ancora alcune settimane prima che il decreto entri effettivamente in vigore.

Ormai dunque manca poco. “Il primo febbraio” ha fatto sapere i ministro per le imprese e il made in Italy, Adolfo Urso, “abbiamo convocato il tavolo automotive, quello complessivo di settore, a cui presenteremo il piano incentivi per il 2024 per aumentare la produzione in Italia, segnando una svolta rispetto a quello che è accaduto negli anni passati”.

Secondo Urso si lavora su tre direttrici. ”Incentivare la rottamazione dei veicoli più vecchi (0, 1, 2, 3) che sono altamente inquinanti, favorire l’acquisto di modelli ecologicamente sostenibili da parte dei ceti più bassi e di coloro che hanno meno disponibilità finanziaria e aumentare la produzione nazionale”.

Quanto (non) si è speso nel 2023

Nel corso del 2023, non sono stati utilizzati 311 milioni dei 650 milioni a disposizione per gli incentivi. I fondi inutilizzati riguardano principalmente le auto elettriche (0-20 g/km di CO2) e le auto ibride plug-in (21-60 g/km), mentre per le full hybrid, mild hybrid e piccole termiche (61-135 g/km) sono stati esauriti in meno di un mese. Un caso particolarmente emblematico è rappresentato dai 5 milioni destinati ai motocicli elettrici, i quali sono stati completamente utilizzati in soli tre ore.

Come reagirà il mercato delle auto con l’arrivo degli incentivi

Martedì sarà interessante vedere se il mercato opterà per sfruttare l’opportunità attuale o preferirà attendere l’implementazione dei nuovi bonus. La questione riguarda esclusivamente le auto a combustione interna con emissioni di CO2 comprese tra 61 e 135 g/km, per le quali il fondo attuale è il più limitato, ammontando a soli 120 milioni di euro, sufficienti per appena 60 mila contratti.

Il dibattito si concentra su questa categoria poiché, nell’attuale formulazione degli incentivi, il contributo statale è di 2 mila euro con la rottamazione di un veicolo fino a Euro 4. Nel nuovo schema, si prevede che questo importo salga a 3 mila euro se si rottamerà un’auto fino a Euro 2, rimanga a 2 mila euro con la demolizione di un’auto Euro 3 e diminuisca a 1.500 euro rottamando un’auto Euro 4. In sostanza, assumendo che la formulazione dei nuovi incentivi rimanga invariata, sarà conveniente approfittarne immediatamente in alcune situazioni, mentre in altre potrebbe essere preferibile attendere.

Saranno certamente cauti gli acquirenti di auto elettriche e plug-in, poiché nelle fasce di emissioni 0-20 e 21-60 g/km non ci sono problemi di finanziamento, essendo addirittura in eccesso rispetto alla domanda. Inoltre, è probabile che i contributi futuri saranno superiori in tutte le situazioni, a meno di improbabili sorprese.

570 milioni per le auto e contributi da 2 mila a 5 mila euro

Tornando all’apertura delle prenotazioni, la decisione era attesa, poiché gli incentivi 2024 nella loro precedente formulazione erano già contemplati nel piano triennale 2022-2024, varato quasi due anni fa dal governo Draghi. Per le auto, sono disponibili complessivamente 570 milioni di euro, distribuiti tra le tre fasce di emissioni della vettura acquistata:

  • 0-20 g/km CO2: 205 milioni (di cui 194,75 milioni destinati ai privati e 10,25 milioni alle società di car sharing e noleggio a lungo termine);
  • 21-60 g/km CO2: 245 milioni (di cui 232,75 milioni destinati ai privati e 12,25 milioni alle società di car sharing e noleggio a lungo termine);
  • 61-135 g/km CO2: 120 milioni, tutti destinati ai privati.

I contributi variano a seconda delle situazioni, seguendo uno schema che prevede importi da 2 mila a 5 mila euro:

  • 0-20 g/km: 3 mila euro senza rottamazione; 5 mila euro con rottamazione;
  • 21-60 g/km: 2 mila euro senza rottamazione; 4 mila euro con rottamazione;
  • 61-135 g/km: 0 euro senza rottamazione; 2 mila euro con rottamazione.

Attualmente, alla prima fascia appartengono solo auto elettriche, alla seconda solo vetture plug-in, mentre alla terza sono incluse macchine con motore ibrido e termico. Queste ultime sono prevalentemente dei segmenti A (citycar), B (utilitarie) e C (compatte).

Non tutte le auto che rientrano nelle diverse fasce di emissioni possono beneficiare del contributo. Il governo ha infatti stabilito un limite massimo di prezzo di listino Iva esclusa (inteso come “listino prezzi ufficiale della casa automobilistica produttrice”), comprensivo di accessori, per ciascuna fascia. I limiti di prezzo sono i seguenti:

  • 0-20 g/km: 35 mila euro (42.700 Iva compresa);
  • 21-60 g/km: 45 mila euro (54.900 Iva compresa);
  • 61-135 g/km: 35 mila euro (42.700 Iva compresa).

È importante notare che il limite di prezzo non include l’Ipt (Imposta provinciale di trascrizione) e il contributo Pfu (Pneumatici fuori uso).

Gli altri fondi

La rottamazione è obbligatoria solo per chi intende acquistare veicoli con motore termico e ibrido con emissioni comprese tra 61 e 135 g/km. La vettura da demolire deve essere intestata all’acquirente del nuovo veicolo o a un suo familiare convivente da almeno 12 mesi, e deve appartenere a una classe inferiore a Euro 5, ovvero Euro 0, 1, 2, 3 o 4.

Per quanto riguarda gli altri fondi, la norma prevede:

  • 40 milioni di euro per moto e ciclomotori, sia elettrici che termici;
  • 20 milioni per i veicoli commerciali N1 e N2 di tipo elettrico.

Inoltre, sono destinati 40 milioni di euro per le infrastrutture di ricarica elettrica private e condominiali, sotto forma di rimborso dell’80% delle spese sostenute, nel limite di 1.500 euro per i privati e di 8 mila euro per i condomini. È importante notare che questa iniziativa non è legata alla piattaforma che aprirà martedì prossimo per le prenotazioni dei contributi.