Circular Plastic, il nuovo impianto per il riciclo della plastiche che gestisce 100mila tonnellate annue di rifiuti

L'impianto, situato a Borgaro Torinese, è stato creato con le più moderne tecnologie del settore in grado di selezionare fino a 17 tipologie di polimeri e plastiche

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 8 Aprile 2024 18:01

Il 5 aprile 2024 è stata ufficialmente inaugurata a Borgaro Torinese, situata nella provincia di Torino, un’imponente struttura all’avanguardia dedicata al riciclo della plastica: Circular Plastic. Grazie alle sue dimensioni, questo impianto è uno dei più grandi in Italia specializzati nella selezione e nell’immagazzinamento dei rifiuti plastici, con una capacità di trattamento annuale di circa 100.000 tonnellate. La realizzazione di Circular Plastic è stata affidata ad Amiat e gestita da I.Blu, entrambe società facenti parte del Gruppo Iren e attive nel settore dell’ambiente e dell’economia circolare. L’inaugurazione di questa struttura segna un passo avanti significativo verso un futuro più sostenibile.

L’inaugurazione di Circular Plastic ha visto la partecipazione di importanti figure istituzionali e leader del settore ambientale ed energetico. Tra gli intervenuti vi erano il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, l’Assessore all’Ambiente, Energia e Innovazione della Regione Piemonte, Matteo Marnati, il Sindaco di Torino e della Città Metropolitana, Stefano Lo Russo, il Sindaco di Borgaro Torinese, Claudio Gambino, e il Direttore Generale di Corepla, Giovanni Bellomi. In rappresentanza del Gruppo Iren erano presenti il Presidente, Luca Dal Fabbro, la Presidente di Amiat, Paola Bragantini, e l’Amministratore Delegato di Iren Ambiente, Eugenio Bertolini.

Circular plastic, tecnologia all’avanguardia per il riciclo della plastica

L’impianto Circular Plastic, frutto di un investimento di 45 milioni di euro, si estende su una superficie di 77mila mq e rappresenta un pilastro fondamentale nel trattamento dei rifiuti plastici derivati dalla raccolta differenziata. Questo impianto è in grado di gestire sia rifiuti sfusi che provengono direttamente dalla raccolta differenziata, sia quelli provenienti da operazioni di preselezione effettuate in altre strutture della zona centro-settentrionale d’Italia, tra cui l’impianto di Iren Ambiente di Pianezza.

Circular Plastic è dotato di 130 nastri trasportatori, equipaggiati con 22 lettori ottici in grado di identificare e separare 17 tipologie diverse di polimeri e plastica. Questo permette una selezione precisa dei materiali plastici che possono essere successivamente recuperati per un ciclo di riciclo della materia prima. La fase iniziale del processo prevede la separazione dei rifiuti in base alle dimensioni, con una ulteriore selezione dei materiali più fini per recuperare ulteriori frazioni di imballaggi valorizzabili. I materiali di dimensione intermedia vengono differenziati tra rigidi e flessibili, e nel caso delle bottiglie in PET, anche in base al colore.

Circular Plastic, un modello di efficienza e innovazione per il riciclo della plastica

Dopo il completamento del processo di selezione ottica e dimensionale, la plastica viene immagazzinata e consegnata ai consorzi autorizzati, mentre gli scarti non plastici o le plastiche non idonee al riciclo vengono trattati e preparati per il recupero energetico.

L’impianto consente di separare i vari prodotti da un unico flusso di materiale, distinguendoli per tipo di polimero e colore. Circa l’80% dei rifiuti in ingresso viene inviato agli impianti di riciclo, promuovendo così una circolarità significativa attraverso il riutilizzo dei materiali.

L’efficienza di questo processo potrà essere ulteriormente potenziata grazie a un progetto innovativo. All’interno di Circular Plastic, sarà avviata una sperimentazione in collaborazione con il progetto europeo ReBioCycle, finanziato nell’ambito del programma Horizon. Questa sperimentazione prevede l’utilizzo di sistemi robotici, supportati da algoritmi di Intelligenza Artificiale, per la selezione delle bioplastiche, contribuendo così a migliorare ulteriormente il riciclo dei materiali plastici.

Circular Plastic, un modello di innovazione e valore per il territorio

“L’innovazione e l’efficienza nell’utilizzo circolare della materia rappresenta la strategia vincente del modello industriale di Iren”, afferma Luca Dal Fabbro, Presidente del Gruppo Iren.

Con l’inaugurazione dell’impianto Circular Plastic, il Gruppo Iren rafforza il suo impegno nella gestione e trattamento dei rifiuti attraverso un progetto all’avanguardia a livello internazionale. Questo progetto non solo rappresenta un passo avanti significativo verso un futuro più sostenibile, ma valorizza anche il territorio strategico del Piemonte.

Circular Plastic non solo garantisce autonomia nella gestione dei rifiuti, ma contribuisce anche alla produzione di energia e alla creazione di valore aggiunto. Questo impianto rappresenta un esempio di come l’innovazione e l’efficienza possano essere integrate nel contesto dell’economia circolare, offrendo soluzioni all’avanguardia per la gestione dei rifiuti.

Il Gruppo Iren si impegna a continuare a promuovere la sostenibilità ambientale e a essere un punto di riferimento nel settore della gestione dei rifiuti. Circular Plastic è solo uno dei numerosi progetti che testimoniano l’impegno costante del Gruppo nel creare un futuro migliore per le comunità in cui opera.

Punto di riferimento per il waste management e la sensibilizzazione dei cittadini

“L’impianto che è stato inaugurato rappresenta un punto di riferimento sia a livello nazionale che europeo nel settore del waste management”, afferma Paola Bragantini, Presidente di Amiat. “La struttura altamente innovativa testimonia la visione proattiva di una società come Amiat, che si impegna per il proprio territorio ma è anche orientata verso l’innovazione e la sostenibilità a lungo termine. Accanto alla nostra missione, promuoviamo anche un costante lavoro di sensibilizzazione. Per questo motivo, l’impianto sarà aperto alla cittadinanza attraverso percorsi di visita dedicati, al fine di sensibilizzare gli utenti sull’importanza del recupero dei materiali e sulla trasformazione degli scarti in risorse preziose”.

Dalla riconversione all’innovazione, la trasformazione dell’impianto di Borgaro Torinese

I lavori di realizzazione dell’impianto hanno permesso di portare a termine una completa riconversione del sito, che in precedenza ospitava un impianto di compostaggio Amiat.

La trasformazione dell’impianto di Borgaro Torinese rappresenta un importante passo verso l’innovazione nel settore del trattamento dei rifiuti. Prima della sua riconversione, il sito ospitava un impianto di compostaggio gestito da Amiat.

Il cantiere, che ha avuto una durata di circa tre anni, ha visto la presenza di fino a 150 lavoratori delle diverse imprese appaltatrici. Questo sforzo collettivo ha reso possibile la completa riconversione del sito, permettendo la realizzazione dell’impianto all’avanguardia per il riciclo della plastica, Circular Plastic.

Questa trasformazione rappresenta un esempio di come sia possibile valorizzare e riutilizzare le infrastrutture esistenti per creare soluzioni innovative per la gestione dei rifiuti. L’impianto di Borgaro Torinese è ora pronto ad affrontare le sfide del futuro, contribuendo a un’economia circolare più sostenibile.

Arte per la sostenibilità, le opere d’arte nel nuovo impianto di Borgaro Torinese

Nel corso del revamping dell’impianto di Borgaro Torinese, il Gruppo Iren ha abbracciato l’arte come strumento per sensibilizzare sulle questioni della sostenibilità e del contrasto ai cambiamenti climatici. Collaborando con due talentuose artiste, Silvia Fubini e Ornella Rovera, sono state create due opere d’arte ispirate all’impianto e ai suoi valori.

Silvia Fubini, rinomata fotografa, ha immortalato la grandiosità dell’impianto attraverso una serie di fotografie stampate in grandi dimensioni, che saranno esposte all’interno del sito, offrendo una prospettiva unica sia estetica che funzionale dell’impianto.

Ornella Rovera, scultrice e fotografa, ha dato vita a una magnifica scultura che simboleggia l’impegno verso la sostenibilità e la lotta ai cambiamenti climatici. Quest’opera sarà posizionata strategicamente all’interno dell’impianto, creando un punto focale per i visitatori e incoraggiando la riflessione sull’importanza della tutela ambientale.

Queste opere d’arte non solo aggiungono bellezza all’impianto, ma svolgono anche un ruolo cruciale nel promuovere la consapevolezza e l’importanza delle pratiche ecosostenibili. Grazie alla loro presenza, i visitatori avranno l’opportunità di riflettere sulle tematiche ambientali mentre esplorano l’impianto di Borgaro Torinese.

L’Italia e la gestione dei rifiuti di plastica: dati e produzione

Secondo i dati dell’ISPRA sulla raccolta differenziata della plastica, l’Italia si posiziona al secondo posto in Europa per milioni di tonnellate raccolte, con un totale di 1,7 milioni di tonnellate. Tuttavia, questi dati relativi alla gestione post-consumo devono essere confrontati con la produzione nazionale.

In Italia, esiste una rete di circa 5.000 aziende che operano nel settore della lavorazione della plastica, impiegando circa 110.000 persone e generando un giro d’affari annuo di 15 miliardi di euro. Nel nostro paese, vengono trasformate quasi 6 milioni di tonnellate di polimeri, di cui 5,8 milioni sono destinati alla produzione di imballaggi.

Secondo il più recente rapporto sulla raccolta differenziata in Italia della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, “le materie plastiche sono utilizzate per una vasta gamma di imballaggi”. Questi includono imballaggi flessibili come film estensibile, sacchetti, pellicole e shopper, oltre a imballaggi rigidi come bottiglie, flaconi, vaschette e barattoli. Inoltre, vi sono altri tipi di imballaggi utilizzati per la protezione e il trasporto, come pallet, cassette, casse, cestelli, fusti e secchi.

La destinazione della plastica riciclata in Italia

Secondo Plastics Europe, l’associazione europea dei produttori di polimeri, la plastica riciclata in Italia trova diverse destinazioni. Il settore dell’agricoltura assorbe il maggior quantitativo di plastica riciclata, con una media del 23% di contenuto riciclato nei prodotti. Seguono il settore dell’edilizia e il comparto degli imballaggi, che mediamente includono solo il 6,5% di contenuto riciclato nei nuovi prodotti immessi sul mercato. Tuttavia, l’industria degli imballaggi è quella che consuma la maggior quantità di plastica in valore assoluto .

Corepla è il consorzio nazionale che raggruppa il maggior numero di soggetti della filiera e garantisce la maggior quota di riciclo della plastica in Italia. Il consorzio si occupa del ritiro degli imballaggi in plastica raccolti in oltre il 90% dei Comuni italiani e ne garantisce l’avvio al riciclo. Ci sono anche tre consorzi autonomi, come Coripet, Anilplast e Conip, che svolgono la stessa funzione ma con soggetti specifici della filiera.

Gestione e impatto dei rifiuti di plastica in Europa

In Europa, la termovalorizzazione è attualmente il metodo più diffuso per lo smaltimento dei rifiuti di plastica, seguito dal riciclaggio. Circa il 25% dei rifiuti plastici generati viene ancora destinato alle discariche.

La metà della plastica raccolta per il riciclaggio viene esportata per essere trattata al di fuori dell’Ue, principalmente a causa della mancanza di infrastrutture, tecnologie o risorse finanziarie adeguate per il trattamento locale dei rifiuti. Nel 2020, le esportazioni di rifiuti dall’Ue verso Paesi terzi hanno raggiunto quota 32,7 milioni di tonnellate, comprendendo principalmente rottami metallici, carta, plastica, tessili e vetro, dirette principalmente verso Turchia, India ed Egitto.

In passato, una parte significativa dei rifiuti di plastica esportati era destinata alla Cina, ma il recente blocco delle importazioni di rifiuti di plastica potrebbe portare a una riduzione ulteriore delle esportazioni dall’Ue. Ciò potrebbe comportare un aumento del ricorso all’incenerimento e alle discariche di plastica in Europa.

Nel frattempo, l’Ue sta lavorando per sviluppare strategie circolari e rispettose del clima per la gestione dei rifiuti di plastica. Tuttavia, la bassa percentuale di riciclaggio di plastica in Europa comporta notevoli perdite economiche ed ambientali. Si stima che il 95% del valore dei materiali plastici per imballaggio venga perso nell’economia dopo un breve ciclo di utilizzo.

I ricercatori prevedono che le emissioni di gas serra dovute alla produzione e all’incenerimento della plastica potrebbero aumentare fino a 2,8 miliardi di tonnellate entro il 2050. Tuttavia, un miglioramento dell’efficienza nel riciclaggio potrebbe contribuire a mitigare tale impatto ambientale.

Sfide e opportunità nel riciclaggio della plastica

La principale sfida nel riciclaggio della plastica è data dal confronto tra la qualità e il costo dei materiali riciclati rispetto a quelli nuovi. Le imprese di riciclaggio necessitano di ingenti quantità di plastica riciclata e devono soddisfare rigidi standard qualitativi mantenendo prezzi competitivi.

La versatilità della plastica, che si presta a essere modellata secondo le esigenze specifiche di ogni produttore, rende la varietà dei materiali plastici un ulteriore ostacolo nei processi di riciclaggio, influenzando il costo e la qualità del prodotto finito. Nonostante ciò, la richiesta di plastica riciclata è in ascesa, anche se nel 2018 rappresentava solo il 6% del consumo totale in Europa.

Riciclo degli imballaggi in Italia, nuove direttive e obiettivi Ue

Secondo il Conai, su 2,3 milioni di tonnellate di imballaggi immessi al consumo, 1,26 milioni vengono avviati a riciclo, corrispondenti al 55,6%. Questo risultato si situa appena sopra l’obiettivo dell’Ue del 55% entro il 2030. Tuttavia, è importante sottolineare che l’avvio a riciclo non equivale al riciclo effettivo. Generalmente, la quantità di rifiuti che entra negli impianti è superiore a quella che esce.

L’Europa ha riconosciuto questa discrepanza e, con la nuova Direttiva sugli imballaggi, intende modificare i criteri di calcolo. I nuovi target europei di riciclo saranno calcolati considerando solo i rifiuti che effettivamente vengono riciclati in nuovi prodotti o sostanze, escludendo utilizzi alternativi. In alternativa, si potrebbero misurare i materiali in uscita, sottraendo la parte non effettivamente riciclata.

Secondo i calcoli dell’ISPRA, l’applicazione di questo metodo porterebbe a una riduzione dell’8% dei livelli di riciclo comunicati, abbassando i risultati raggiunti dall’Italia al 47%. Questo risultato non solo allontanerebbe l’Italia dall’obiettivo del 2030, ma la collocherebbe al di fuori anche dell’obiettivo del 2025. In termini assoluti, si tradurrebbe in 1,07 milioni di tonnellate di imballaggi riciclati anziché 1,26.