Imballaggi, restano le buste in plastica, stop ai bicchieri monouso: cosa cambia con le norme Ue

La nuova direttiva affronta l'aumento dei rifiuti di imballaggio, armonizzando al tempo stesso il mercato interno e promuovendo l'economia circolare

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

È stato compiuto un ulteriore passo avanti nel percorso europeo verso la sostenibilità: i rappresentanti dei 27 Stati membri dell’Unione Europea hanno ufficialmente ratificato l’intesa raggiunta durante i negoziati riguardanti la revisione del regolamento sugli imballaggi e le direttive correlate, incentrate sul riutilizzo. Tuttavia, ciò non implica l’eliminazione completa delle tradizionali confezioni di plastica alle quali siamo abituati.

Le novità del regolamento

Secondo le nuove norme, entro il 2029 gli Stati membri devono garantire la raccolta differenziata di almeno il 90% annuo delle bottiglie di plastica monouso e dei contenitori per bevande in metallo. Per raggiungere questo obiettivo, devono istituire sistemi di restituzione dei depositi per tali tipi di imballaggio. Tuttavia, Consiglio e Parlamento dell’Unione Europea hanno concordato di concedere un’esenzione dall’obbligo di introdurre sistemi di restituzione dei depositi per gli Stati membri che raggiungono un tasso di raccolta differenziata superiore all’80% entro il 2026, a condizione che presentino un piano di attuazione con una strategia per raggiungere una raccolta differenziata generale del 90%. Inoltre, l’accordo prevede obiettivi di riduzione degli imballaggi (5% entro il 2030, 10% entro il 2035 e 15% entro il 2040) e impone ai paesi dell’UE di ridurre in particolare la quantità di rifiuti di imballaggio in plastica.

Cosa si salva e cosa no

Ad esempio, mentre la direttiva vieta l’uso di plastica monouso per confezionare frutta e verdura di peso inferiore a 1,5 kg, concede agli Stati la possibilità di stabilire deroghe alla norma generale. Queste eccezioni sono previste per prevenire la perdita di acqua e situazioni come il rigonfiamento, rischi microbiologici, shock fisici, ossidazione e la contaminazione tra prodotti biologici e non biologici. Di conseguenza, le buste di plastica con insalata lavata potrebbero essere conservate.

Allo stesso tempo, viene vietato l’uso di piatti e bicchieri monouso all’interno dei locali, ma rimane permesso utilizzarli per il takeaway o in situazioni in cui manchi l’acqua corrente nei locali stessi. In breve, la maggior parte dei chioschi sarà ancora operativa.

I condimenti monouso e le singole confezioni di zucchero, caffè o simili saranno vietati, ma vi saranno delle eccezioni. Saranno ancora disponibili se utilizzati per accompagnare cibi da asporto, e soprattutto se il loro utilizzo è motivato da ragioni di sicurezza e igiene, come avviene in case di cura e ospedali. Tuttavia, non saranno più consentiti i flaconcini monouso contenenti cosmetici, come mini-saponi e mini-shampoo, negli alberghi.

Italia soddisfatta

La presidenza belga di turno dell’Unione Europea ha chiarito che il nuovo quadro normativo mira a contrastare l’aumento dei rifiuti di imballaggio, armonizzando contemporaneamente il mercato interno e promuovendo l’economia circolare. In altre parole, si vuole ridurre i rifiuti derivanti dagli imballaggi favorendo il riciclo e il riutilizzo.

Il governo italiano, attraverso Palazzo Chigi, ha commentato l’accordo sottolineando che è frutto di uno sforzo comune di tutti gli attori del sistema Italia. Si è evidenziato che la decisione è il risultato di negoziati complessi in cui l’Italia ha lottato per trovare un equilibrio tra gli obiettivi ambientali, la competitività delle imprese e la valorizzazione delle esperienze nazionali di successo. La premier Giorgia Meloni ha aggiunto che c’è una parte dell’Italia che non accetta soluzioni che penalizzano l’industria nazionale.

Dopo il passaggio odierno, le nuove regole saranno trasmesse prima al Parlamento europeo, con il voto previsto in plenaria nella settimana del 22 aprile, e successivamente al Consiglio per l’approvazione finale.