Mentre nell’Unione europea si discute la revisione dell’obiettivo zero emissioni nel 2035, in Europa c’è un Paese pronto a fermare la vendita delle auto a benzina e diesel. La Norvegia porta avanti da anni una politica di sostituzione completa del proprio parco macchine con mezzi totalmente elettrici e dal 1° gennaio 2025 ha vietato l’immatricolazione di veicoli inquinanti, diventando il primo Paese al mondo a bloccare l’immissione nel mercato di motori endotermici.
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I numeri dell’elettrico in Norvegia
La decisione rientra nel piano decennale sui trasporti 2018-2027 messo in atto dal governo di Oslo, che punta entro la fine del 2025 a eliminare dalle vendite qualsiasi veicolo che non sia elettrico.
Un traguardo sempre più vicino, considerato che a settembre 2024 la Federazione norvegese delle strade (Ofv) ha annunciato come le auto elettriche avessero superato quelle a benzina in circolazione per le strade del Paese scandinavo, con la previsione di scavalcare entro il 2026 anche la quota di vetture diesel.
Stando ai dati dell’ente, nello scorso anno in Norvegia quasi il 90% delle auto vendute sono stati veicoli elettrici, in aumento di oltre 7 punti rispetto all’82,4% registrato nel 2023: su 2,8 milioni di auto private immatricolate nel Paese, 754.303 erano completamente elettriche, 753.905 erano a benzina e poco meno di un milione quelle a diesel.
Percentuali per distacco molto superiori rispetto ai livelli del resto d’Europa, dove la media è del 13,1%. Nell’Unione europea, i Paesi con la quota di elettrico maggiore nel mercato automobilistico sono la Germania e la Francia con il 18,1%. L’Italia è ultima in classifica con il 4%.
La politica di Oslo sulle auto elettriche
La politica del governo di Oslo permetterà alla Norvegia di centrare i target di neutralità climatica con diversi anni di anticipo rispetto agli stati membri dell’Ue.
Obiettivo reso possibile soprattutto grazie a stanziamenti continui, a partire dai primi anni duemila, su incentivi fiscali, come l’esenzione dall’Iva e dalle tasse di immatricolazione, a cui si sono aggiunti altri misure come i parcheggi gratuiti e le tariffe ridotte per pedaggi e traghetti, oltre a investimenti per lo sviluppo di un’estesa rete di ricarica.
Tutti interventi sostenuti grazie anche all’istituzione di un fondo sovrano, finanziato con i proventi dell’esportazione di petrolio, di cui il Paese scandinavo è il maggior produttore europeo con quasi 2 milioni di barili al giorno.
Lo stop alle auto a benzina e diesel in Ue
I contributi ricevuti dall’industria dei combustibili fossili è una delle principali peculiarità che hanno permesso al Governo di Oslo di arrivare per primo agli obiettivi di neutralità e che rendono il modello Norvegia difficilmente replicabile.
Il Green deal europeo stabilisce per i Paesi Ue il blocco totale della produzione di veicoli a benzina e diesel nel 2035. Un percorso a tappe che prevede dal 2026 una riduzione delle emissioni medie sotto i 93,6 grammi per chilometro delle auto vendute e inferiori a 154 grammi per chilometro per i veicoli commerciali fino a 3,5 tonnellate di peso.
Il regolamento punta a raggiungere l’abbattimento del 50% di emissioni dei furgoni e del 55% delle auto entro il 2030, fino allo stop ai motori endotermici.
La tabella di marcia sta mettendo in ginocchio il settore automobilistico europeo, portando alcuni Paesi, con l’Italia in prima fila, a chiedere una revisione anticipata degli obiettivi.
Richieste respinte ancora una volta dalla Commissione negli ultimi giorni del 2024, tramite le parole della vicepresidente Roxana Mizatu, che ha ribadito come la revisione sarà effettuata soltanto nel 2026, come previsto dalla normativa.