Bonus spesa nel decreto Ristori ter: i requisiti per richiederlo

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto Ristori ter viene confermato il cosiddetto Bonus spesa per aiutare le persone in difficoltà

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto Ristori ter, con cui il Governo assegna aiuti e supporto economico a chi ha più duramente subito le conseguenze della crisi pandemica, viene confermato il cosiddetto Bonus spesa.

Di cosa si tratta? Di un aiuto economico, sotto forma di buoni spesa appunto, che verrà erogato direttamente dai Comuni come già successo durante la prima ondata di Covid.

Cos’è il Bonus spesa e a chi spetta

Il fondo messo a disposizione dal Governo è pari a 400 milioni di euro, da suddividere per ciascun Comune entro 7 giorni dall’entrata in vigore del decreto legge. Allo scadere dei 7 giorni gli enti territoriali sono chiamati a predisporre le modalità di utilizzo dei buoni spesa.

La somma stanziata dal Governo viene ripartita tra i Comuni in base al numero di abitanti e all’indice di povertà. Sarà poi il Comune a scegliere chi ne potrà beneficiare e secondo quali modalità, e a predisporre specifica domanda. Ogni Comune prevede una procedura online o cartacea e una data di scadenza entro la quale fare richiesta.

Non esiste, dunque, una regola uguale per tutti in tutta Italia: i cittadini dovranno far riferimento alle regole specifiche in vigore nel proprio Comune di residenza.

Quali sono i requisiti da considerare per il Bonus spesa

I parametri che verranno presi in considerazione per valutare all’ammissibilità al bonus spesa sono questi:

  • residenza presso il Comune
  • nucleo familiare (numero persone, numero figli);
  • patrimonio immobiliare (casa con mutuo, affitto, senza casa);
  • disponibilità di denaro su conto corrente;
  • reddito dei componenti del nucleo familiare;
  • situazione lavorativa;
  • ISEE familiare;
  • sussidi economici pubblici percepiti (precedenza a chi non percepisce già altri aiuti, come la Naspi, la cassa integrazione o il Reddito di cittadinanza).

I buoni spesa vengono erogati sulla base di un’autodichiarazione del richiedente. Sarà poi il Comune a dover verificare successivamente all’assegnazione dei buoni spesa o dei generi alimentari la veridicità di quanto riportato nella domanda.

A quanto ammonta il Bonus spesa e cosa si può comprare

Il Bonus spesa andrà da un minimo di 300 euro a un massimo di 500. La cifra varia a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare.

In linea generale, sono due le formule possibili secondo le regole indicate la scorsa primavera:

  • buoni spesa da utilizzare per l’acquisto di generi alimentari presso i negozi indicati in un elenco pubblicato dal Comune sul sito istituzionale;
  • acquisto e distribuzione di generi alimentari o prodotti di prima necessità.