Pensioni, nuovi limiti reddituali 2021: cosa cambia da gennaio

Con una circolare l’Inps ha reso noti i nuovi limiti reddituali per le quote di maggiorazione di pensione per l'anno 2021

Pubblicato: 30 Dicembre 2020 20:53Aggiornato: 2 Maggio 2024 15:59

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Con la circolare n. 158 del 29 dicembre 2020 l’Inps ha voluto chiudere l’anno rendendo note le nuove tabelle dei limiti di reddito familiare da applicare ai fini della cessazione o riduzione della corresponsione degli assegni familiari e delle quote di maggiorazione di pensione per l’anno 2021.

La rivalutazione dei limiti reddituali produrrà i suoi effetti a partire dal 1° gennaio 2021, insieme alla rivalutazione dei limiti di reddito mensili per l’accertamento del carico ai fini del diritto agli assegni stessi.

Destinatari circolare Inps

Le nuove indicazioni Inps trovano applicazione nei confronti dei soggetti esclusi dalla normativa sull’assegno per il nucleo familiare, ossia:

  • coltivatori diretti, coloni, mezzadri e piccoli coltivatori diretti (cui continua ad applicarsi la normativa sugli assegni familiari);
  • e pensionati iscritti alle Gestioni speciali per i lavoratori autonomi (cui continua ad applicarsi la normativa delle quote di maggiorazione di pensione).

L’Istituto ha comunque specificato che, nei confronti di tali soggetti, la cessazione del diritto alla corresponsione dei trattamenti di famiglia, per effetto della rivalutazione dei limiti reddituali, non comporta la cessazione di altri benefici riconosciuti per familiari a carico/conviventi o diritti connessi.

Pensioni, nuovi limiti reddituali 2021

Ai fini della cessazione o riduzione della corresponsione degli assegni familiari e delle quote di maggiorazione delle pensioni da lavoro autonomo, i limiti di reddito familiare da considerare sono rivalutati ogni anno in ragione del tasso d’inflazione programmato con arrotondamento ai centesimi di euro.

Per il 2020, è stato specificato, la misura del tasso d’inflazione programmato da tenere in considerazione sarà pari allo 0,8%. Pertanto, in applicazione delle vigenti norme per la perequazione automatica delle pensioni, il trattamento minimo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti risulta fissato dal 1° gennaio 2021 (e per l’intero anno) a 515,58 euro mensili.

Per quanto riguarda il trattamento relativo ai limiti di reddito mensili per l’accertamento del carico familiare e quindi per il riconoscimento degli assegni familiari, è stato stabilito che per l’intero anno 2021 i limiti reddituali sono i seguenti:
• 726,11 euro per il coniuge, per un genitore, per ciascun figlio o equiparato;
• 1270,69 euro per due genitori ed equiparati.

Questi limiti rappresentano i massimali di reddito che possono essere percepiti mensilmente senza influenzare l’accesso agli assegni familiari. Tali misure sono state adottate al fine di garantire un sostegno adeguato alle famiglie che si trovano in una situazione di non autosufficienza economica.

È importante sottolineare che tali limiti di reddito sono stati stabiliti per tutto l’anno 2021 e che le procedure di calcolo delle pensioni sono state aggiornate di conseguenza per tener conto di questi nuovi parametri. Questo significa che le pensioni verranno calcolate in base ai nuovi limiti di reddito, assicurando che coloro che superano tali limiti non abbiano accesso agli assegni familiari.

Si ricorda che queste misure sono state adottate al fine di garantire un’equa distribuzione delle risorse e un sostegno adeguato alle famiglie che si trovano in una situazione di bisogno economico. Tuttavia, è importante tenere presente che tali limiti di reddito possono variare nel tempo in base alle condizioni economiche e alle politiche governative in atto. I nuovi limiti di reddito per l’accesso agli assegni familiari rappresentano un elemento importante nel determinare il trattamento pensionistico e assicurano che le risorse siano distribuite in modo equo e adeguato alle famiglie che ne hanno più bisogno.