La banca tedesca Deutsche Bank ha annunciato che taglierà 50 milioni di euro di costi nel comparto IT del suo settore retail banking a partire dal 2026. Un nuovo taglio, dopo quello dei 2.000 dipendenti del private banking annunciato per il 2025, che dovrebbe compensare i mancati risparmi dovuti alla complessa integrazione dei sistemi informatici della controllata PostBank.
Quella di PostBank si è rivelata una vicenda molto più complessa del previsto per Deutsche. L’acquisizione, avvenuta nel 2010, ha portato 12 milioni di clienti, ma un’integrazione problematica con i sistemi del colosso tedesco ha portato all’imposizione di un supervisore speciale sull’operazione e anche a una multa.
I nuovi tagli di Deutsche Bank
Claudio De Sanctis, responsabile del settore private bank di Deutsche, quello a contatto con i correntisti privati, ha dichiarato, in un’intervista al Financial Times, che il colosso tedesco è pronto ad altri 50 milioni di tagli ai costi a partire dal 2026. Una promessa fatta agli investitori, dopo che Deutsche ha fallito gli obiettivi di risparmio previsti per il 2025.
Dei 300 milioni di euro di spese all’anno in meno promessi, il colosso tedesco è riuscito a ottenerne solo 270 milioni. La promessa di De Sanctis è quella di compensare questo ritardo il prossimo anno, toccando i 320 milioni di euro di tagli alle spese, soprattutto nell’infrastruttura IT.
Il problema che ha causato questo ritardo sarebbe derivato dalla complessa integrazione dei sistemi di PostBank, società acquisita nel 2010 da Deutsche Bank e con più di 12 milioni di clienti, in quelli della grande banca tedesca. Una problematica che si trascina ormai da anni.
Il problema PostBank
Non è la prima volta che i sistemi informatici di PostBank creano seri problemi a Deutsche Bank. La transizione avrebbe dovuto concludersi nel 2022, ma fu rinviata di 3 anni a causa delle varie incompatibilità tra le infrastrutture IT delle due banche. Nel 2023 il primo tentativo di migrazione dei dati dai database di PostBank a quelli di Deutsche causò disservizi per mesi a migliaia di clienti della banca.
La situazione divenne così critica che fu costretta a intervenire la BaFin, l’autorità di sorveglianza finanziaria tedesca, che nominò un supervisore per l’intera operazione e inflisse una multa a Deutsche Bank.
Il miglioramento del settore retail
Il retail vale poco meno di un terzo delle attività di Deutsche in fatto di fatturato, ma produce solo il 23% degli utili. Per questa ragione la banca tedesca ha intrapreso un ampio progetto di tagli delle spese. L’obiettivo era quello di passare da un rapporto costi/ricavi dell’81% a uno del 65% entro il 2025. Al momento, questo indice è al 71%, buono, ma più alto della media del gruppo, che si attesta al 61%.
De Sanctis ha però anche annunciato nuove assunzioni nell’ambito del wealth management, 200 persone nei prossimi due anni. Un riflesso dell’ottimismo della banca tedesca, che ha anche alzato le proprie aspettative per uno dei principali indici della Borsa americana, l’S&P 500, portandole da 6.150 punti a 6.550.