Negli ultimi tempi, il tema dei dazi è tornato prepotentemente al centro del dibattito economico e geopolitico. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, le politiche protezionistiche annunciate da Donald Trump e le nuove strategie economiche dell’Unione Europea hanno riacceso l’attenzione su questo argomento. Ma cosa sono esattamente i dazi e perché sono così importanti per l’economia globale?
Qual è il significato dei dazi
I dazi sono imposte applicate sulle merci importate da un Paese a un altro.
Lo scopo principale dei dazi è proteggere l’economia di un paese e regolare il commercio internazionale, impedendo pratiche commerciali sleali e favorendo determinate politiche per mantenere gli equilibri finanziari.
Oltre a essere strumenti di politica economica, infatti, i dazi vengono spesso utilizzati come leve diplomatiche nelle dispute commerciali tra Stati.
Cosa sono i dazi in economia
Dal punto di vista economico, i dazi rientrano nelle cosiddette misure protezionistiche, ossia interventi governativi volti a limitare il libero commercio per proteggere determinati settori industriali. Esistono diversi tipi di dazi, tra cui:
- i dazi ad valorem calcolati cioè – come il nome stesso suggerisce – in percentuale rispetto al valore della merce importata;
- i dazi specifici, applicati in misura fissa, cui valore è determinato in base ad un’unità specifica, come il peso, il volume o la quantità di prodotto;
- i dazi antidumping, applicati sui prodotti importati da paesi che praticano il dumping, ovvero quando un paese esportatore vende i suoi beni a un prezzo inferiore rispetto al loro valore normale o al costo di produzione, al fine di ottenere un vantaggio competitivo sleale sul mercato di destinazione.
Chi paga i dazi e come vengono calcolati
Spesso si pensa che i dazi siano pagati interamente dai Paesi esportatori, ma la realtà è più complessa, perché l’onere dei dazi ricade sulle aziende importatrici, che poi scaricano i costi sui consumatori finali attraverso l’aumento dei prezzi. Ad esempio, se gli Stati Uniti impongono un dazio del 25% sulle auto europee, saranno le case automobilistiche e i concessionari a dover affrontare il costo aggiuntivo, trasferendolo in parte o completamente sui clienti.
I dazi doganali vengono stabiliti in base a diversi criteri. Prima di tutto, ogni prodotto ha un codice specifico all’interno della nomenclatura tariffaria internazionale, ma possono variare in base al Paese di provenienza e per specifici accordi commerciali tra Paesi. Il calcolo degli stessi può basarsi sul valore dichiarato all’importazione o su prezzi di riferimento stabiliti dalle autorità doganali.
Di fatto, le dogane di ciascun Paese sono responsabili dell’applicazione dei dazi e della riscossione delle imposte sulle merci in entrata.
Perché Trump vuole i dazi?
Non è un argomento nuovo quello dei dazi per Donald Trump. Il presidente USA, infatti, ha rilanciato il dibattito sui dazi già nel 2018, quando alla sua prima elezione ha imposto tariffe su centinaia di miliardi di dollari di prodotti cinesi, scatenando una guerra commerciale con Pechino.
La sua strategia, basata sullo slogan “America First”, mirava a ridurre il deficit commerciale (infatti Trump ha sempre accusato la Cina e altri Paesi di approfittare del mercato americano, esportando più di quanto importano dagli USA) e proteggere le industrie americane (in particolare acciaio, alluminio, automotive e high-tech, settori considerati strategici per l’economia nazionale), scoraggiando le importazioni e incoraggiando il commercio USA.
La posizione di Trump di fatto non è cambiata tanto. Dopo la cerimonia di insediamento, infatti, uno dei suoi primi interventi è stato quello di annunciare nuovi dazi universali del 10% su tutte le importazioni, sostenendo che ciò rilancerebbe l’economia americana. Tuttavia, economisti e analisti avvertono che questa politica potrebbe aumentare i prezzi per i consumatori e innescare nuove tensioni commerciali globali.
Perché se ne parla tanto
Le politiche di Trmp sui dazi hanno avuto un impatto duraturo sul commercio globale già in passato e rischiano di averlo ancora oggi. Dalle decisioni prese e dagli accordi raggiunti, quindi, dipendendo le sorti di molte economie.
Basti pensare che la conseguente guerra commerciala tra Stati Uniti e Cina hanno generato e alimentato incertezze economiche e politiche influenzando i mercati internazionali per diversi anni, anche sotto l’amministrazione Biden, fino ai giorni nostri.
Da queste problematiche non è esente l’Italia che, essendo una delle maggiori economie in Europa che importa negli USA, sarà esposta ai riflessi negativi delle tariffe imposte.