Tragedia della Marmolada, “una carneficina mai vista”: il video del distacco

Il distacco del seracco dalla calotta del ghiacciaio della Marmolada, sotto Punta Rocca, causato dalle alte temperature, ha provocato una valanga di neve, ghiaccio e roccia che ha travolto tutto

Tragedia sulla Marmolada, la “Regina delle Dolomiti” al confine tra le province di Trento e Belluno, che tocca la sua quota massima a Punta Penia (3.343 m). E’ di almeno 7 morti il bilancio delle vittime nella valanga provocata dal crollo di un seracco di ghiaccio: sono ancora in corso le operazioni di riconoscimento. I feriti sono stati ricoverati negli ospedali di Trento, Bolzano, Belluno e Treviso.

Stando all’ultimo aggiornamento riferito dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, sono 3 le vittime del crollo già identificate. I feriti sono 8, di cui 2 in gravi condizioni. Sono invece 13 le persone “reclamate”, cioè i dispersi per i quali i familiari si sono fatti vivi con le autorità perché non rientrati a casa. Tra loro 4 cittadini stranieri, 3 cechi e 1 austriaco.

A Canazei intanto sono arrivati due gruppi di parenti delle vittime e dei dispersi. I corpi finora recuperati sono stati ricomposti in una camera ardente nel palaghiaccio della cittadina, dove si svolgerà il riconoscimento delle salme. A Canazei è arrivato nel pomeriggio anche il premier Mario Draghi per fare il punto della situazione.

Cos’è successo alla Marmolada

Il distacco del seracco dalla calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada, sotto Punta Rocca, ha provocato una valanga di neve, ghiaccio e roccia che nel suo passaggio di circa 2 chilometri lungo il versante trentino ha coinvolto anche il percorso della via normale, mentre si trovavano lì diverse persone in cordata.

Il distacco, secondo le prime informazioni del Soccorso Alpino, si è verificato nei pressi di Punta Rocca lungo l’itinerario di salita della via normale per raggiungere la vetta. Proprio sabato sulla Marmolada era stato raggiunto il record delle temperature, con circa 10 gradi in vetta.

Un mare di ghiaccio e detriti che da quota 3.200 è arrivato a circa 1.800 metri. Sono rimaste ferite le persone che erano ai margini di questa marea e sono state investite dai detriti o dallo spostamento d’aria. Una tragedia che non era prevedibile, malgrado il grande caldo” aggiunge il capo del Soccorso Alpino Nazionale Maurizio Dellantonio.

“Questa è una giornata di lutto per il Trentino” ha commentato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, affiancato dal dirigente generale del Dipartimento protezione civile Raffaele De Col, intervenuti in serata nel corso di un incontro con la stampa presso la sala operativa allestita a Canazei della caserma dei Vigili del fuoco volontari, sede anche del Soccorso alpino.

Fugatti ha seguito la situazione sul posto mantenendosi in contatto con il premier Mario Draghi e con il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, oltre che con i presidenti della Provincia autonoma di Trento Arno Kompatscher e della Regione Veneto Luca Zaia.

I racconti dei soccorritori: “Una carneficina”

“Oggi è accaduta una tragedia che nessuno era in grado di prevedere. Ringraziamo gli uomini e le donne della Protezione civile, scesi in campo per le operazioni di ricerca e soccorso impegnati in queste difficile ore. Alla luce dei pericoli legati ad eventuali nuovi distacchi, la nostra priorità è tutelare la loro incolumità”.

La valanga sulla Marmolada è “un disastro inimmaginabile, una carneficina tale che solo difficilmente ci permetterà di identificare con esattezza l’identità delle vittime perché i corpi sono stati smembrati” dalla colata di ghiaccio e sassi. E’ quanto apprende l’ANSA dagli inquirenti.

“Per oltre mille metri abbiamo trovato resti straziati in mezzo a una marea informe di ghiaccio e detriti“, racconta devastato Gino Comelli del Soccorso Alpino. “Che strazio quei cadaveri tra i blocchi di ghiaccio e roccia” aggiunge Luigi Felicetti del Soccorso Alpino, “in tanti anni mai vista una cosa del genere“.

Il racconto dei sopravvissuti

I sopravvissuti scampati alla tragedia raccontano scene apocalittiche. Come riporta Il Corriere della Sera, tra questi c’erano Stefano Dal Moro, ingegnere di Borso del Grappa, e la sua compagna israeliana, che rispetto alle due cordate travolte dal ghiaccio si trovavano più in su di nemmeno 100 metri.

“Siamo dei miracolati. Eravamo poco più in alto rispetto al punto in cui ci sono state le vittime. Prima il vento dall’alto, poi c’è stato un rumore sordo ed è venuto giù quel mare di ghiaccio. In questi casi è inutile scappare, puoi solo pregare che non venga dalla tua parte. Ci siamo abbracciati forte e siamo rimasti accucciati mentre la massa di ghiaccio ci passava davanti”.

Come stanno procedendo i soccorsi

L’allarme al numero unico per le emergenze 112 è arrivato intorno alle 13.45. I soccorsi della Protezione civile del Trentino sono scattati immediatamente: sono stati impiegati 6 elicotteri, personale del Soccorso alpino e speleologico con le unità cinofile, Vigili del fuoco, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza provenienti anche dalle vicine province di Bolzano, Belluno e Venezia.

Dopo la bonifica via terra dei soccorritori e delle unità cinofile, vista la situazione pericolosa per la possibilità di distacchi di altre valanghe e per scongiurare il più possibile il pericolo per gli operatori, intorno alle 15.30 è stato fatto intervenire l’elicottero di Trentino Emergenze dotato di Artva a bordo e con agganciata la campana Recco: si tratta di una tecnologia utilizzata per la ricerca di persone disperse che viene agganciata all’elicottero e consente di captare dei segnali provenienti da superfici riflettenti e da dispositivi elettronici.

Sono proseguite tutta la notte le ricerche della Protezione civile del Trentino sull’area interessata dal distacco, con il supporto dei droni dei Vigili del fuoco e del Soccorso Alpino, a una quota di 3.200 metri. Il ghiacciaio è ancora estremamente instabile e c’è un altissimo rischio di nuovi crolli, spiegano i soccorritori.

Informazioni utili

Sono in corso anche le verifiche per identificare i proprietari delle 16 auto che attualmente si trovano nei parcheggi situati nei pressi dei sentieri di accesso all’area.

Sono state anche emanate ordinanze di divieto di accesso e percorrenza dell’area interessata dalla valanga dai Comuni di Canazei e Rocca Pietore, fino a quando non sarà accertata la natura del distacco con gli opportuni rilievi glaciologici e geologici. Intanto, nei prossimi giorni potrebbe anche arrivare il maltempo, com rovesci e temporali che interesseranno alcune zone per via dell’arrivo dell’anticiclone delle Azzorre “Pompiere”, che sostituirà “Caronte”.

Per segnalazioni o richieste di informazioni, esclusivamente da parte di familiari di eventuali persone disperse, la Provincia autonoma di Trento ha attivato il numero di telefono 0461 495272, a cui gli operatori rispondono 24 ore su 24.