Libia, apocalisse senza precedenti: come aiutare dall’Italia

Ogni aiuto conta: dopo il passaggio del ciclone Daniel e il collasso di due dighe a Derna in Libia manca tutto. Ecco come dare una mano dall'Italia

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Come il Vajont. Più del Vajont, di almeno cinque volte, se è vero che i morti accertati finora sono 10mila. Ma il bilancio continua a crescere di ora in ora: nella Cirenaica si cercano ancora 20mila irreperibili e i pescatori hanno abbandonato i pesci per recuperare i cadaveri al largo delle coste libiche. Gli sfollati sono oltre 30mila. Nella notte in cui un’apocalisse di acqua e fango ha investito i centri abitati le persone dormivano serenamente nelle loro case.

Il ciclone Daniel flagella la Libia

Il ciclone Daniel ha riversato tanta pioggia quanta generalmente ne cade in intere stagioni e due dighe risalenti agli Anni ’70 sono franate. In pochi attimi quelli che solitamente sono rigagnoli si sono trasformati in fiumi in piena. Il livello delle acquee ha raggiunto i 3 metri.

Uno tsunami su Derna

Daniel ha causato i danni maggiori a Derna, dove in tre giorni sono caduti 227 millimetri di pioggia: le due dighe collassate sono state costruite dall’ex Jugoslavia tra il 1970 e il 1973. Allora il colonnello Gheddafi e il maresciallo Tito andavano d’amore e d’accordo e coltivavano un’idea di prosperità basata su una diplomazia non allineata né con l’Occidente né con il blocco sovietico.

Derna, con i suoi 100mila abitanti, si trova a 250 chilometri a est di Bengasi. È l’ex capitale dell’antica Cirenaica ed è stata capoluogo di provincia durante l’occupazione italiana. Sono molti i drammi affrontati dai cittadini di Derna in tempi recenti: prima l’Isis l’ha resa capitale del califfato libico per qualche tempo. Poi l’area è stata bombardata dalla campagna bellica del generale Haftar. Adesso un’alluvione simile a uno tsunami.

Il muro d’acqua ha fatto crollare 4 ponti e ha reso impraticabili numerose strade. Parte della città è poi franata letteralmente verso il mare. La situazione è disastrosa e peggiora di ora in ora perché i pozzi sono stati contaminati e perché centinaia di corpi, impastati in muri di fango, iniziano a decomporsi causando il rischio di epidemie.

Dopo avere colpito duramente l’Italia e la Grecia, dove si sono contati morti e danni per milioni di euro, Daniel è dunque passato a flagellare il Nordafrica.

Raccolte fondi per la Libia

Tripoli ha inviato i primi aiuti. La Croce Rossa italiana e la Protezione Civile hanno deciso di mandare personale sul posto, in ausilio della Mezzaluna Rossa libica e dei soccorritori locali, per fare la conta dei danni e realizzare l’inventario di tutto ciò che manca. Sulla base di queste stime saranno poi inviati aiuti mirati. Sono 3 i voli disposti finora dalla Protezione Civile e “saranno in totale 36 – viene reso noto – le unità di personale impiegate sul territorio colpito tra Vigili del Fuoco, Comando Operativo di Vertice Interforze e Dipartimento della Protezione civile, oltre a personale diplomatico del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale”.

Come aiutare la Libia dall’Italia

Oltre ai governi anche i semplici cittadini assistono agli eventi con trepidazione, pronti a dare un contributo. Prima di lanciare specifiche raccolte fondi è stato necessario fare un primo, assolutamente parziale, quadro della situazione, poiché nelle ore immediatamente successive al disastro mancavano indicazioni concrete per possibili forme di intervento.

Al momento sono queste le raccolte fondi attive (l’elenco verrà allungato man mano che verranno proposte altre iniziative):

La campagna di Croce Rossa Italiana, Caritas Italiana e Unicef, sostenuta dalla Rai per gli aiuti alla popolazione marocchina flagellata dal recente terremoto, viene estesa alla Libia. Per dare una mano basta utilizzare il numero solidale 45525 mandando un sms con il cellulare o chiamandolo da rete fissa. Queste le modalità e i costi per chi voglia aiutare:

  • 2 euro al 45525 con sms inviato da cellulare WindTre, Tim, Vodafone, Iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali;
  • 5 e 10 euro al 45525 con chiamata da rete fissa Tim, Vodafone, WindTre, Fastweb e Tiscali;
  • 5 euro al 45525 con chiamata da rete fissa Twt, Convergenze, PosteMobile.

Come aiutare la Libia da San Marino

Si segnalano anche due iniziative che arrivano da San Marino:

la onlus di San Marino “Carità senza Confini” ha invitato i cittadini del piccolo Stato a versare utilizzando i seguenti Iban indicando la causale “Inondazione Libia”:

  • Cassa di Risparmio RSM – Iban SM 88 V 06067 09801 000010105851;
  • Banca Agricola Commerciale – Iban SM 86 A 03034 09804 000040100038;
  • Bana di San Marino – Iban SM 56 V 08540 09802 000020105835.

E la Croce Rossa di San Marino ha invitato la cittadinanza a recarsi presso le banche del territorio per donare nei conti correnti della Croce Rossa sanmarinese ivi reperibili con la causale “Terremoto in Marocco e alluvione in Libia”. Viene però specificato che “non potendo agire in loco” le somme “saranno utilizzate sponsorizzando progetti proposti dal Comitato Internazionale della Croce Rossa di Ginevra”.