Terremoto Campi Flegrei, l’evacuazione quanto costerebbe all’Italia

L'evacuazione improvvisa dell'area flegrea genererebbe un danno notevole al Pil italiano: ecco quanto spenderebbero tutte le Regioni

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Prosegue lo stato d’allerta ai Campi Flegrei, dove sabato 27 aprile è stata registrata una delle scosse di terremoto più violente degli ultimi anni. Magnitudo 3.9, come riportato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Alla luce di tutto ciò e della frequenza dei fenomeni registrati, cosa potrebbe accadere nel prossimo futuro? Ecco a quanto ammonterebbe la spesa nazionale nel caso in cui fosse necessaria un’evacuazione d’emergenza.

Terremoto ai Campi Flegrei

In Campania le scosse di terremoto nell’area dei Campi Flegrei sono divenute una triste normalità. Non si tratta di fenomeni di cui ci si rende conto soltanto oggi, sia chiaro. A generare uno stato d’allerta è però la gran frequenza di tutto ciò, insieme con il raggiungimento di picchi allarmanti.

La scossa del 27 aprile è avvenuta alle ore 5.44 e ha risvegliato dal sonno molti abitanti nell’area dei Campi Flegrei e in numerosi quartieri di Napoli. La localizzazione evidenzia una profondità di 3 km, con epicentro nel golfo, dinanzi alla costa di Bacoli.

Per quanto molti sindaci abbiano invitato alla calma, in tanti in preda al panico si sono riversati in strada, temendo il peggio. Ennesimo evento legato al bradisismo dell’area, che segue il terremoto di magnitudo 2.4 avvertito alle 3.47 pochi giorni prima. Tutto ciò si inserisce in uno schema sismico recente, caratterizzato da circa 50 scosse, tutte di bassa intensità e mai superiori a 1.4 di magnitudo.

Evacuazione Campi Flegrei: il costo

Esiste ovviamente un piano d’evacuazione dei Campi Flegrei, considerando lo stato d’emergenza che caratterizza quest’area. In merito si è espresso il professor Antonio Coviello, docente universitario e ricercatore-economista dell’Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Impegnato nello studio dei rischi rappresentati da calamità naturali e del loro impatto economico, ha spiegato come l’evacuazione improvvisa dei Campi Flegrei creerebbe un danno economico sul Pil italiano di almeno l’1%.

“Sarebbe impensabile evacuare improvvisamente e repentinamente l’intera zona flegrea, come previsto dai Piani di emergenza. Si stima infatti un costo di oltre 30 miliardi di euro annui”. Un progetto del genere, infatti, coinvolgerebbe un numero approssimativo di 600-700mila persone, guardando tanto alla zona rossa quanto a quella gialla.

È bene sottolineare come, ad oggi, non ci siano evidenze scientifiche che colleghino Campi Flegrei e Vesuvio. Lo stato d’allerta, dunque, non riguarderebbe entrambe le porzioni di territorio campano. Al tempo stesso, però, non è possibile evitare di guardare alla situazione in termini generali di questa Regione.

Coviello spiega come in Campania il rischio vulcanico, in termini generali, coinvolga circa 3 milioni di persone. Un numero di cittadini posti all’interno di una ridotta area di 15-20 km da una possibile eruzione.

“I vulcani principali sono Vesuvio, Campi Flegrei e Ischia. Il Piano d’emergenza attuale prevede la disseminazione dell’intera popolazione della zona rossa, in caso di allerta di imminente eruzione. Un’evacuazione improvvisa problematica e costosa. In alternativa, una pianificazione razionale ed evoluta potrebbe risolvere il rischio vulcanico e contribuire a mitigare la crisi demografica nel Meridione riallocando la popolazione in aree interne a rischio demografico”.