Missioni militari italiane all’estero nel 2024: dove il governo ha deciso di mandare l’esercito

Approvato dal Consiglio dei Ministri il nuovo decreto che definisce quali sono le prossime missioni militari italiane all'estero nel 2024: ecco dove il governo ha deciso di mandare l'esercito

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Approvato dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il nuovo decreto che definisce quali sono le prossime missioni militari italiane all’estero.

Il documento, di fatto, non delimita e indica solo i Paesi dove il governo ha deciso di mandare l’esercito, ma fa un quadro generale di quelli che sono i piani per il 2024 in tema di difesa fuori dall’Italia, definendo anche gli impegni spesa.

Le deliberazioni del Consiglio dei ministri, quindi, saranno poi trasmesse dal Governo alle Camere che, con appositi atti di indirizzo, secondo le norme dei rispettivi regolamenti, sono tenute ad autorizzarle.

Nel dettaglio, il decreto del 26 febbraio 2024 individua le missioni e gli impegni operativi internazionali che il Governo
intende avviare nel periodo 1° gennaio 2024 – 31 dicembre 2024. Vediamo, quindi, su cosa saranno chiamati a decidere Parlamento e Senato.

Missioni militari italiane all’estero da avviare nel 2024

In riferimento agli ultimi avvenimenti geopolitico e al quadro politico-militare dell’ultimo periodo, le missioni militari italiane autorizzate dal governo, per l’anno 2024, prevedono invio di Forze militari in:

  • Israele, Cisgiordania e Striscia di Gaza, Libano, Egitto, Giordania, Cipro, EAU, Qatar e regione del Mediterraneo Orientale;
  • Mar Mediterraneo, Mar Rosso e Paesi rivieraschi, Golfo di Aden, Mar Arabico, bacino somalo, Canale del Mozambico, Oceano Indiano, Stretto di Hormuz, Golfo Persico, Golfo di Oman, Bahrain, Gibuti, Emirati Arabi Uniti e altri Paesi rivieraschi;
  • Ucraina.

L’esercito italiano a Gaza

A seguito dello scoppio del conflitto Israele-Hamas, avvenuto il 7 ottobre 2023, la Difesa è stata chiamata a fornire contributi per fronteggiare una situazione che prefigura una potenziale escalation e impone un approccio integrato. Nello specifico, l’esercito interverrà in Israele, Cisgiordania e Striscia di Gaza, ma anche in Libano, Egitto, Giordania, Cipro, EAU, Qatar e in diverse regioni del Mediterraneo Orientale.

Il supporto della Difesa, come si legge del documento approvato dal Consiglio dei Ministri, in questo caso è “finalizzato a tutelare il ruolo e la reputazione nazionale nella regione” e verrà messo in atto tramite:

  • trasporto e aviolancio di beni di prima necessità a favore dei civili;
  • schieramento di un ospedale da campo e di una unità navale con capacità sanitaria, in supporto alla popolazione civile;
  • predisposizioni precauzionali per eventuali evacuazioni di connazionali o estrazione delle forze italiane dalla regione;
  • rafforzamento delle presenza nel Mediterraneo Orientale;
  • l’impiego di assetti aerei e navali per il trasporto e la consegna, eventualmente anche mediante aviolancio, di materiale di natura umanitaria.

Inoltre, a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza per intervento all’estero in conseguenza degli accadimenti in atto nei territori della Repubblica Araba di Egitto a seguito dell’afflusso di profughi da Gaza, l’Italia si è anche impegnata a inviare mezzi terrestri (10 unità), navali (1 unità) e aerei (una unità), insieme all’invio di personale su posto (192 unità). Questo impegno, in termini di fabbisogno finanziario, prevede l’esborso di una cifra pari a 3.213.780 di euro.

Missioni anche nel Mar Rosso

Un’altra missione approvata dal Consiglio dei Ministri prevede la dell’impiego di un dispositivo multidominio in iniziative di presenza, sorveglianza e sicurezza nell’area del Mar Rosso e Oceano Indiano Nord-Occidentale. I luoghi di interesse, nello specifico, sono quelli del Mar Mediterraneo, Mar Rosso e Paesi rivieraschi, a anche Golfo di Aden, Mar Arabico, bacino somalo, Canale del Mozambico, Oceano Indiano, Stretto di Hormuz, Golfo Persico, Golfo di Oman e poi ancora Bahrain, Gibuti, Emirati Arabi Uniti e altri Paesi rivieraschi.

Di fatto si tratta di un’iniziativa intesa a condurre attività di presenza, sorveglianza e sicurezza nell’area geografica di intervento, a supporto degli interessi nazionali nella regione, in linea con la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e le decisioni dell’UE per la sicurezza marittima internazionale. Con questo impegno si punta anche a supportare il naviglio mercantile in transito nell’ area, spesso messo in pericolo e ostacolato.

Gli assetti nazionali impiegati in tal senso opereranno in supporto alle seguenti operazioni:

  • Operazione dell’UE EUNAVFOR – ATALANTA e ASPIDES;
  • attività nell’ambito dell’iniziativa multinazionale europea denominata European Maritime Awareness in the Strait of Hormuz (EMASOH);
  • attività di presenza e sorveglianza navale nelle acque internazionali del Canale del Mozambico di interesse strategico nazionale;
  • attività di presenza e sorveglianza nell’ambito dell’iniziativa a guida USA Combine Maritime Forces CMF;
  • attività di presenza e sorveglianza a tutela degli interessi nazionali nell’area, anche svolte in coordinamento con iniziative multilaterali e/o di organizzazioni internazionali.

Inoltre, la Difesa si impegna con operazioni di:

  • protezione delle navi del PAM che inoltrano l’aiuto umanitario alle popolazioni somale;
  • protezione delle navi vulnerabili che navigano al largo della Somalia, nonché alla dissuasione, alla prevenzione e alla repressione degli atti di pirateria e delle rapine a mano armata al largo della Somalia; –
  • attuazione dell’embargo delle Nazioni Unite sulle armi nei confronti della Somalia, e alla lotta contro il traffico di stupefacenti al largo delle coste della Somalia;
  • controllo del traffico di stupefacenti e di armi, della pesca illegale e del commercio illecito di carbone di legna al largo delle coste della Somalia;
  • attività operativa per la vigilanza a tutela degli interessi nazionali e delle vie di comunicazione marittima percorse dal traffico marittimo internazionale in transito per e dal Mar Mediterraneo, attraverso il Mar Rosso e il Golfo di Aden, con l’impiego di unità navali a supporto anche delle iniziative sotto l’egida dell’Unione Europea;
  • presenza di personale di staff nazionale nei centri di comando delle rispettive missioni.

Verranno infine inviati dispositivi aeronavali nazionali che potranno essere impiegati nelle diverse iniziative purché ne sia costantemente garantito il carattere eminentemente difensivo e il mandato limitato alla tutela e garanzia della libertà di navigazione, anche a beneficio del naviglio mercantile, oltre ai compiti di raccolta informativa e sviluppo di consapevolezza situazionale. La consistenza massima del contingente nazionale impiegato nel dispositivo è di 642 unità. L’impegno di spesa invece è di 42.650.121,00 di euro.

Con l’approvazione in Parlamento del decreto, di fatto, l’Italia assume il Comando Tattico della Missione europea tra lo stretto di Bab el-Mandeb e lo stretto di Hormuz, cui prenderanno parte anche unità navali di Francia, Germania e Grecia nell’area di operazione, istituita dal mandato dell’UE Aspides, un’operazione difensiva per garantire la presenza, la sorveglianza e la sicurezza che si concentrerà sulla protezione delle navi contro gli attacchi in mare.

L’impegno con l’Ucraina

L’esercito italiano all’estero sarà impegnato anche in Ucraina. Nello specifico, il mandato della Missione è sostenere l’Ucraina e i partner ucraini pertinenti, come il ministero dell’Interno ucraino e la polizia nazionale, nell’elaborazione di strategie di sicurezza e nella successiva attuazione di sforzi di riforma globali e coesi.

Il sostegno della Missione è fornito attraverso un quadro per la pianificazione e l’attuazione delle riforme, ma l’accento è posto sulla creazione di servizi di sicurezza civili sostenibili, che garantiscano lo Stato di diritto in modo da contribuire a rafforzare la legittimità e la fiducia dei cittadini nel pieno rispetto dei diritti umani e in linea con il processo di riforma costituzionale.

Il termine di scadenza della missione è, al momento, fissato al 31 dicembre 2024, mentre è prevista una spesa pari a 66.543 euro.

Quanto spenderà lo Stato Italiano per finanziare le missioni militari all’estero

Nel documento approvato in Cdm e posto al vaglio delle Camere, sono anche presenti le disposizioni di spesa nonché il fabbisogno finanziario totale che verrà destinato alle missioni. Ovvero, quanto spenderà lo Stato italiano.

Il documento integrale è consultabile al seguente link, di seguito invece le tabelle di spesa tecniche:

In sintesi, questi dati forniscono una panoramica dei costi previsti per le missioni internazionali, sia quelle già in corso (proroghe) che quelle pianificate per il futuro (nuove missioni), per i due esercizi finanziari 2024 e 2025, indicando il totale complessivo (C).

Le tabelle vanno così lette:

A) Proroghe:

  • Fabbisogno finanziario programmato per il periodo dal 1 gennaio al 31 dicembre 2024: 1.779.510.236 euro.
  • Fabbisogno finanziario per le obbligazioni esigibili nell’esercizio finanziario (E.F.) 2024: 1.490.160.236 euro.
  • Fabbisogno finanziario per le obbligazioni esigibili nell’E.F. 2025: 289.350.000 euro.

B) Nuove missioni:

  • Fabbisogno finanziario programmato per il periodo dal 1 gennaio al 31 dicembre 2024: 45.930.444 euro.
  • Fabbisogno finanziario per le obbligazioni esigibili nell’E.F. 2024: 35.280.444 euro.
  • Fabbisogno finanziario per le obbligazioni esigibili nell’E.F. 2025: 10.650.000 euro.

C) Totale complessivo (proroghe + nuove missioni):

  • Fabbisogno finanziario programmato per il periodo dal 1 gennaio al 31 dicembre 2024: 1.825.440.680 euro.
  • Fabbisogno finanziario per le obbligazioni esigibili nell’E.F. 2024: 1.525.440.680 euro.
  • Fabbisogno finanziario per le obbligazioni esigibili nell’E.F. 2025: 300.000.000 euro.

Le dichiarazioni del ministro Corsetto

“Esprimo la mia soddisfazione per l’approvazione del Parlamento che dà il via a nuove operazioni” ha dichiarato il ministro della difesa Corsetto “le missioni militari devono fornire sicurezza ma soprattutto aprire una finestra di opportunità per la diplomazia e per la pace”.

In merito all’impegno dell’Italia a Gaza, inoltre, lo stesso ha aggiunto: “Esprimo la mia grande soddisfazione per questa nuova missione che prevede l’impiego di un dispositivo militare per interventi umanitari a favore della popolazione palestinese della Striscia di Gaza. L’Italia conferma la volontà di aiutare la popolazione palestinese, vittima delle azioni terroristiche condotte da Hamas”.

Per quanto riguarda la presenza in Mar Rosso, invece, come deciso in sede europea, quella dell’Italia sarà un’operazione difensiva per garantire la presenza, la sorveglianza e la sicurezza che si concentrerà sulla protezione delle navi contro gli attacchi in mare, in aderenza alle norme del diritto internazionale, a tutela del principio della libertà di navigazione e a diretto supporto degli interessi nazionali.