I reati informatici sono il lato oscuro dello sviluppo tecnologico e informatico. Proprio a causa della sempre maggior diffusione di tecnologie informatiche e telematiche si sono infatti moltiplicati i crimini perpetrati tramite la Rete.
Qualora rimaneste vittima di reati sul web o di siti web che trattano pedopornografia è opportuno fare una denuncia alla Polizia Postale e delle Comunicazioni. Ecco come farla e in quali casi. In questo articolo scoprite quali sono i principali reati informatici, chi se ne occupa e a chi rivolgersi.
Indice
La Polizia Postale e delle Comunicazioni e i reati informatici
La categoria dei reati informatici comprende tutti quei crimini che vengono commessi grazie all’utilizzo delle tecnologie informatiche e telematiche. Questo tipo di reati ha assunto negli ultimi anni una dimensione sempre più ampia, dovuta soprattutto all’evoluzione delle tecnologie informatiche, anche nei campi finanziario e pubblico.
La prima normativa sui reati telematici è stata introdotta dalla legge 547 del 1993, con le relative modifiche al codice penale e al codice di procedura penale. Le leggi 547/1993 e 48/2008 prevedono inoltre alcune modifiche chiave dei concetti di informazioni, comunicazioni, persona giuridica e altri termini relativi agli attori e ai mezzi dei crimini informatici.
La Polizia Postale, in stretta collaborazione con Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, è specializzata nella protezione degli utenti dalle insidie della rete, la cui enorme diffusione ha portato infatti a nuove modalità di perpetrazione di certi reati ma soprattutto alla nascita di un numero in costante crescita di nuovi crimini come l’accesso abusivo, il danneggiamento, la sottrazione di dati personali, la digital extortion.
I principali reati informatici
Bisogna dunque rivolgersi alla Polizia Postale se si è vittima di reati inerenti a diversi ambiti, fare riferimento alle leggi sopra menzionate e all’art. 640 ter cp per meglio comprendere la portata dei cybercrimini.
In sintesi possiamo dire che i reati più comuni e più noti al comune cittadino sono:
- Hacking: accesso abusivo e intrusioni non autorizzate a sistemi informatici e siti web al fine di danneggiare, distruggere o rubare informazioni sensibili quali codici di accesso bancari o al fine di manomettere servizi di pagamento online.
- Pedopornografia: diffusione di immagini di violenza sessuale su minori tramite account internet o siti web per i quali la Polizia Postale ha il compito di creare un’apposita blacklist.
- Cyberterrorismo: l’utilizzo indebito delle nuove tecnologie al fine di progettare e mettere in atto attacchi terroristici che possano ledere la sicurezza nazionale.
- Attacchi informatici contro il funzionamento dello Stato attraverso i siti web di aziende o enti a esso collegato (per i quali, come abbiamo visto, la denuncia è obbligatoria per legge).
- Copyright: diffusione e duplicazione illegale di opere coperte da diritto d’autore (pirateria informatica di film, testi, canzoni, programmi informatici o videogames).
- Phishing: truffe perpetrate attraverso la posta elettronica, spacciandosi per consulenti bancari, finanziari o commerciali, e finalizzate al furto dei dati personali delle vittime (numeri di carte di credito, IBAN di conti correnti bancari).
- Cyberbullismo: secondo quando stabilito dalla Legge 71/2017.
La pericolosità dei reati informatici risiede anche nella loro continua evoluzione, tale per cui la Polizia Postale è costretta a un costante aggiornamento. Motivo per cui è bene ogni tanto entrare nel sito della Polizia Postale per rendersi edotti delle insidie in cui possiamo incorrere.
Una delle truffe online più diffuse: il phishing
Il phishing è il reato informatico oggi più pericoloso e straordinariamente diffuso sul web. Per non incorrere in gravi rischi per la vostra sicurezza, unitamente alla denuncia tempestiva alla Polizia Postale o alla Guardia di Finanza, è doveroso dare qualche informazione in più a riguardo, per saper riconoscere una sospetta attività di phishing e tutelare così voi stessi e gli altri.
Il phishing si verifica quando la vittima cede in buona fede le sue informazioni personali, tra le quali i codici di accesso ai suoi account sul web, rispondendo a una mail dai sedicenti toni professionali. Queste informazioni vengono estorte a fini malevoli. Qualche piccolo accorgimento per verificare o meno se si tratta di phishing:
- controllate l’indirizzo mail del mittente, molto probabilmente non avrà nulla a che fare con il presunto mittente;
- l’intestazione della mail si rivolge direttamente a voi per nome e cognome? Probabilmente no. Le aziende serie, specie in caso di questioni importanti o economiche si rivolgono direttamente a voi;
- passate (SENZA cliccare!) sul link contenuto nella mail. Anche qui potrebbe saltare fuori qualcosa di sospetto;
- in qualunque caso non cliccate e non aprite alcun tipo di link o allegato presente nella mail, contengono sicuramente dei virus;
- occhio agli errori ortografici e grammaticali, spesso le mail di phishing ne sono piene perché generate da un sistema automatico o perché riprodotte in serie senza alcun tipo di cura, anche grafica;
- se il tipo di file vi sembra inusuale, una ragione in più per non aprirlo.
La nuova frontiera della digital extortion
Uno dei reati informatici di nuovissima generazione è la pericolosa e aggressiva digital extortion. Questo nuovo tipo di truffa consiste nell’inviare mail in cui qualcuno vi accusa di aver commesso un qualche tipo di azione moralmente degradante (nella stragrande maggioranza dei casi la fruizione di materiale pornografico), di essersi impadronito del vostro computer e della vostra webcam e di avervi registrato mentre commettevate l’azione in oggetto, minacciando di inviare il video a tutti i vostri contatti. La mail si conclude promettendovi di cancellare tutto dietro pagamento di una certa somma di denaro, spesso richiesta in valuta elettronica. Ovviamente è tutto falso.
Il modo migliore per tutelarvi da questo tipo di attacchi è quello di ignorare tali mail ponendole in spam e denunciando immediatamente il fatto alla Polizia Postale se avete ceduto al ricatto. Il mondo dei crimini informatici è altamente subdolo ed è molto difficile rintracciare e perseguire i colpevoli, spesso molto abili nel cancellare le proprie tracce. Senza un’adeguata risposta e coscienziosa collaborazione da parte di tutti gli utenti, primi utilizzatori e quindi maggiormente esposti alle insidie del world wide web, le risorse, le competenze e il costante aggiornamento della Polizia Postale talvolta risulterebbero, se non vane, molto meno efficaci.
Come denunciare alla Polizia Postale
Avete ricevuto una mail sospetta sulla vostra casella di posta? Navigando su internet vi siete imbattuti in siti altamente sospetti? Navigando su siti commerciali si aprono finestre pop-up sospette che vi comunicano subdolamente la vincita di un certo premio sotto rilascio delle vostre informazioni personali? La cosa che fanno in molti è quella di chiudere immediatamente la pagina del browser oppure cancellare la mail ricevuta, a patto però di riconoscerla come sospetta.
Il vostro dovere di cittadini è in realtà un altro: potete segnalare alla Polizia Postale. Sarà sufficiente cercare i contatti della sede della Polizia Postale più vicina e inviare un’e-mail, includendo tutte le informazioni utili per le indagini. Per fare la denuncia invece, qualora siate rimasti vittima di un reato online che vi ha procurato un danno economico, occorre recarsi all’ufficio di Polizia o dei Carabinieri più vicino, dove dopo aver sporto denuncia verranno avviate le opportune indagini.
Solo per alcuni crimini in particolare è possibile sporgere denuncia direttamente alla Polizia Postale e delle Comunicazioni tramite la sezione Segnalazioni del sito della Polizia Postale: è il caso di reati di pedopornografia virtuale, cyberbullismo, cyberterrorismo, diffusione di malware o programmi cosiddetti “trojan”. Una volta effettuata la segnalazione, il sito genererà una ricevuta telematica con la quale presentarsi all’ufficio territoriale competente. Questo è un passaggio obbligato affinché la vostra denuncia abbia valore legale, tramite la vostra sottoscrizione dinanzi ad un Ufficiale di Polizia Giudiziaria della Polizia Postale. Il sito è molto ben fatto ed è inoltre estremamente utile per tenersi informati sui nuovi pericoli in rete e richiedere qualsiasi tipo di informazione relativa a essi.
Attualmente il servizio denuncia via web è sospeso, in alternativa la denuncia può essere presentata all’ufficio di polizia più vicino.
Perché denunciare un reato informatico
Spesso si tende a banalizzare e talvolta a ignorare, il fatto che sporgere un’adeguata denuncia di un reato, anche informatico, in alcuni casi è obbligatorio per legge. Questo è uno di quei casi in cui innanzitutto il consiglio più autorevole è quello di seguire ciò che dice la legge in proposito. Per essere precisi, all’articolo 333 del nostro codice di procedura penale. Così recita l’articolo: “Ogni persona che ha notizia di un reato perseguibile di ufficio può farne denuncia. La legge determina i casi in cui la denuncia è obbligatoria”.
La legge identifica i casi in cui la denuncia è obbligatoria che sono quando: si è a conoscenza di reati contro lo Stato; si è ricevuto in buona fede denaro contraffatto, denaro rubato o merce rubata e ci si accorga solo dopo della loro provenienza o contraffazione; si viene a sapere della presenza di materiali esplosivi; si scopre di aver subito il furto o di aver smarrito armi o esplosivi; si è a conoscenza di frodi in competizioni sportive nel caso in cui voi stessi siate rappresentanti di enti sportivi.
In tutti gli altri casi, la denuncia è facoltativa: una vostra libera scelta. Detto questo però, data la pericolosità intrinseca dei reati informatici nel mondo di oggi, il consiglio migliore, dopo quello più autorevole, è quello di denunciare, affinché la Polizia possa essere efficacemente aiutata nel suo delicato ruolo di indagine e di repressione di questa tipologia di reati.