Junker: l’app che non manda in vacanza la raccolta differenziata

Junker è l'app che aiuta turisti e viaggiatori a rispettare la raccolta differenziata anche in vacanza

Quando si va in vacanza e anche se non ci si pensa, fare la raccolta differenziata può risultare un problema.

Può capitare infatti che nel paese dove si va in ferie, la raccolta venga fatta in modo diverso dal comune di residenza. A questo problema ha risposto una startup italiana, che ha pensato di risolverlo con un’app, in modo che anche i turisti, soprattutto stranieri, siano in grado di conferire i rifiuti nel modo più corretto in ogni località del territorio nazionale. Il progetto si chiama Junker e ha l’obiettivo di facilitare la raccolta differenziata in vacanza, tramite l’utilizzo di un codice a barre e un database di un milione e mezzo di prodotti riconosciuti. L’app parla 9 lingue, permettendo a tutti gli stranieri un facile accesso alle informazioni.

Risulta semplice così adeguarsi ai contenitori differenti e alle normative diverse da Comune a Comune, con sanzioni salate, imballaggi da scomporre e prodotti particolari che non hanno una collocazione precisa. Il problema per i turisti non è solamente la divisione dei rifiuti, ma anche la differenziazione dei calendari comunali della raccolta. Anche in questo caso Junker offre una mano e permette a chi viaggia di adattarsi facilmente al luogo in cui risiede per le ferie. Non solo l’app riconosce con un semplice clic ciò che stiamo gettando, ma geolocalizza anche chi la utilizza e spiega in italiano, tedesco, francese, inglese, cinese, russo, ucraino, bulgaro e rumeno, come seguire la normativa del luogo in cui ci si sta fermando.

Utilizzarla è semplice: è necessario scansionare il codice a barre del prodotto o dell’imballaggio per farlo riconoscere da Junker, all’interno del database di prodotti. L’app indica quindi la scomposizione in materie prime e i bidoni nei quali i rifiuti devono essere conferiti. Il database è aggiornato quotidianamente, grazie anche alle segnalazioni degli utenti stessi: se infatti il prodotto non è presente nel database, l’utente può inviare con un clic all’app la foto del prodotto e ricevere subito la risposta. Non solo: il prodotto viene quindi aggiunto a quelli già presenti.

Gli utenti che utilizzano l’app possono anche segnalare i punti di raccolta del territorio dove è possibile conferire abiti, pile, farmaci, RAEE. L’app però non fa bene solamente agli utenti, ma anche ai Comuni, che tramite il suo utilizzo possono risparmiare in maniera importante. Secondo i dati ISPRA del 2014, con un aumento del 1% della raccolta differenziata, un Comune può risparmiare fino a 4 euro all’anno per ogni cittadino.

Benedetta De Santis è fondatrice della startup ed è convinta dell’importanza di un tale servizio: “oggi risultati significativi possono essere ottenuti solo grazie al coinvolgimento attivo dei cittadini, che, nell’era delle applicazioni in mobilità, non sono disposti a perdere tempo scorrendo elenchi infiniti o ragionando sulla possibile natura di un imballaggio per compiere un’azione semplice come gettare un rifiuto in un bidone. Quindi abbiamo avuto l’idea di un servizio semplice che identifichi i prodotti e riconosca i materiali di imballaggio con un semplice clic sul codice a barre realizzato con la fotocamera dello smartphone”.

Sono più di 380 i Comuni in Italia e nel Canton Ticino in Svizzera che hanno scelto di utilizzare Junker, inserendo informazioni sul proprio territorio. Basta davvero uno smartphone e la differenziata non va in vacanza.

Junker app differenziata