Crisi Mar Rosso, Italia con Francia e Germania: via alla missione navale Aspides contro gli Houthi

Aspides avrà compiti difensivi e non è escluso l’uso della forza, se necessario, contro gli attacchi degli Houthi. Il quartier generale potrebbe essere proprio in Italia

Pubblicato: 22 Gennaio 2024 09:41

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

L’ipotesi del lancio della missione europea Aspides per proteggere le navi mercantili nel Mar Rosso, sviluppata da Italia, Francia e Germania, sta diventando sempre più concreta. Si sta considerando anche l’uso della forza, se necessario, per preservare il commercio internazionale minacciato dagli attacchi degli Houthi.

Oggi, durante il Consiglio Affari esteri dell’Unione Europea, i ministri dei 27 Paesi europei affronteranno questa discussione. Nel frattempo, si assumerà l’impegno di continuare a perseguire la soluzione dei due Stati per la crisi in Medio Oriente, nonostante l’opposizione di Netanyahu. All’incontro parteciperanno anche rappresentanti arabi, israeliani e palestinesi.

In cosa consiste la missione Aspides

La leadership di Italia, Francia e Germania è evidente nella missione militare navale europea, come indicato in un documento congiunto sulla sicurezza e la libertà di navigazione nel Mar Rosso. Questo sostiene il piano dell’UE e sottolinea l’importanza della missione militare con compiti difensivi, evidenziando l’utilizzo delle strutture e delle capacità già esistenti di Emasoh Agenor.

La missione Aspides, originariamente proposta dalla Francia nel 2020 per proteggere i flussi marittimi attraverso lo Stretto di Hormuz, estesa successivamente al Golfo Persico, ha dimostrato un notevole livello di cooperazione e coordinamento con gli Stati regionali arabi e del Corno d’Africa attraverso l’operazione Agenor.

Questo successo è un modello che si intende replicare con la missione Aspides, la quale avrà un focus difensivo, a differenza dell’operazione Prosperity Guardian avviata dagli Stati Uniti e dal Regno Unito. Tuttavia, è previsto uno scambio di informazioni con quest’ultima.

I tre Paesi dell’Unione Europea (Italia, Francia e Germania) esortano l’Alto Rappresentante a compiere tutti gli sforzi diplomatici necessari per garantire che il mandato e le attività di Aspides siano comprese e accettate nella regione e oltre. Invitano gli Stati membri a valutare positivamente la possibilità di partecipare alla missione, contribuendo con mezzi navali o personale.

L’operazione si baserebbe sull’articolo 44 del Trattato, che prevede che il Consiglio possa incaricare un gruppo di Stati membri desiderosi e capaci di svolgere la missione, in coordinamento con l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea.

Le parole di Antonio Tajani

Durante la riunione del Comitato politico e di sicurezza del 16 gennaio scorso, gli ambasciatori dei Paesi dell’Unione Europea hanno già espresso il loro sostegno alla nuova missione Aspides. Ora, il focus è sulla quantità di Paesi che contribuiranno con navi da guerra e sull’utilizzo dei mezzi già disponibili da parte di Agenor.

Oggi, i ministri affronteranno il primo passaggio politico, mentre il lancio ufficiale dell’operazione è programmato per la riunione del 19 febbraio. Si sta considerando l’Italia come possibile sede del quartier generale. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha chiarito che Aspides non è semplicemente una missione di polizia internazionale, ma rappresenta un segnale politico significativo dell’Unione Europea. Si sta muovendo nella direzione della difesa comune europea, che è fondamentale per una politica estera coesa.

Durante l’incontro odierno, i ministri discuteranno anche del piano dell’Alto Rappresentante dell’UE, Josep Borrell, mirato a rilanciare il processo di pace in più fasi sulla base della soluzione dei due Stati, coinvolgendo i partner della regione e organizzando una conferenza di pace.

Secondo quanto riportato dal Financial Times, il documento in discussione prevede che, per facilitare i negoziati, gli Stati membri dell’UE e altri coinvolti, insieme alle organizzazioni internazionali, dovrebbero definire le conseguenze sia per l’impegno che per il mancato impegno nel piano di pace. Questo rappresenta un avvertimento abbastanza esplicito nei confronti del primo ministro israeliano Netanyahu, notoriamente contrario alla soluzione dei due Stati.