Attacco degli Houthi alla nave britannica Rubymar al largo dello Yemen, rischia di affondare

Gli Houthi hanno rivendicato un attacco a una nave di prorpità britannica, la rubymar: starebbe per affondare

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Il gruppo di ribelli yemeniti Houthi, sostenuti dall’Iran, ha rivendicato un attacco ad una nave cargo britannica nel golfo di Aden, a sud della penisola arabica. Secondo quanto riportato dalla società di sicurezza marittima Ambrey, si tratterebbe della Rubymar, partita dagli Emirati Arabi Uniti e diretta in Bulgaria.

L’equipaggio avrebbe abbandonato la nave, che sarebbe in procinto di affondare. Si tratterebbe, se così fosse, dell’attacco di maggior successo dall’inizio degli attentati alle navi civili al largo delle coste dello Yemen. Proprio nel giorno dell’attacco, il 19 febbraio, è programmato l’inizio della missione speciale dell’UE per garantire la sicurezza alle imbarcazioni commerciali nel Mar Rosso “Aspides”.

Il più grave attacco degli Houthi: una nave britannica sta per affondare

L’attacco alla Rubymar è al momento quello con le conseguenze più gravi di tutti quelli lanciati dagli Houthi. Fino al 19 febbraio infatti i danni causati dai missili dei ribelli yemeniti sostenuti dall’Iran erano stati modesti, con alcuni incendi a bordo di navi civili di passaggio tra il golfo di Aden, a sud dello Yemen, e il Mar Rosso, attraverso lo stretto di Bab-el-mandeb.

Anche se questi attacchi hanno causato una riduzione radicale del traffico marittimo attraverso quelle zone, e di conseguenza verso il canale di Suez, i danni erano stati principalmente economici. Diverse compagnie di trasporti avevano scelto di far arrivare le proprie merci in Europa circumnavigando l’Africa, spendendo di più e allungando i tempi di percorrenza piuttosto che rischiare un attacco da parte degli Houthi, passando troppo vicino allo Yemen.

Il caso della Rubymar è unico fino a questo momento principalmente perché l’equipaggio ha abbandonato la nave e il suo carico. Secondo i ribelli, i danni subiti dal vascello sarebbero tali da poterne causare l’affondamento. Se questa prospettiva si realizzasse, si tratterebbe anche il questo caso di una prima volta per gli Houthi.

Secondo quanto riportato dal Financial Times, la Rubymar è una cosiddetta “portarinfuse”, una nave cargo che non utilizza container. Questo tipo di imbarcazioni è più riluttante ad abbandonare la rotta del Mar Rosso rispetto alle portacontainer, il 90% delle quali passa ormai da Capo di Buona Speranza.

Non è ancora chiaro a chi appartenga la proprietà della nave colpita. Gli Houthi l’hanno definita “britannica” e Ambrey ha confermato che l’indirizzo della società che la possiede, la Golden Adventure Shipping, è a Southampton, in Inghilterra. Non è noto però quale fosse l’azienda che ha fornito l’equipaggio.

Inizia Aspides: i pericoli dei droni sottomarini

L’attacco alla Rubymar arriva in un momento molto delicato della crisi nel Mar Rosso. Nella giornata di domenica 18 febbraio infatti, gli USA hanno segnalato la presenza di droni sottomarini nel porto di una delle città controllate dagli Houthi in Yemen.

Inoltre, proprio nella giornata di lunedì 19, sarà ufficialmente lanciata la missione dell’Unione europea Aspides. Con l’impegno di navi e personale di numerosi Paesi europei, questa operazione vuole aumentare la sicurezza nella zona del Mar Rosso intercettando gli attacchi degli Houthi.

Il comando tattico della missione, quindi anche l’ufficiale di più alto grado imbarcato sulle navi che vi prenderanno parte, sarà affidato all’Italia. Aspides ingloberà anche altre missioni precedentemente attive nel golfo di Aden, dove è stata colpita la Rubymar.