Nato, l’Italia invia nuove armi all’Ucraina e alza la spesa militare: obiettivo 1,6% del Pil

Il presidente Usa Biden annuncia al vertice Nato nuovi sistemi di difesa aerea all'Ucraina insieme agli alleati, tra i quali anche l'Italia

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

L’Italia è tra i cinque Paesi che hanno annunciato l’imminente consegna di nuove batterie antiaeree all’Ucraina, sempre più cruciali per contrastare i crescenti attacchi russi. L’annuncio è stato fatto durante un evento a Washington in occasione del 75° anniversario della Nato.

Le armi che invierà l’Italia

“Oggi annuncio una donazione storica di sistemi di difesa aerea per l’Ucraina”, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. “Usa, Germania, Paesi Bassi, Romania e Italia consegneranno all’Ucraina cinque sistemi strategici aggiuntivi per la difesa aerea nei prossimi mesi”. Con il sostegno della Nato, ha ribadito Biden, “l’Ucraina può fermare Putin e lo fermerà”. Ha inoltre avvertito che se Kiev cadesse, il Cremlino non si fermerà all’Ucraina, durante il suo intervento alla cerimonia tenutasi all’Andrew W. Mellon Auditorium.

Nel dettaglio, Stati Uniti, Germania e Romania invieranno batterie Patriot, i Paesi Bassi, in collaborazione con altre nazioni, forniranno i componenti necessari al loro funzionamento e l’Italia contribuirà con il suo sistema Samp-T, sviluppato insieme alla Francia.

“Questi cinque sistemi di difesa aerea strategici contribuiranno a proteggere le città, i civili e i soldati ucraini. Ci stiamo coordinando strettamente con il governo ucraino affinché questi sistemi possano essere utilizzati rapidamente”, si legge nel comunicato congiunto firmato da Biden, dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal primo ministro olandese Dick Schoof, dal presidente rumeno Klaus Iohannis e dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, giunto a Washington per partecipare al summit.

Zelensky vede così soddisfatta una delle sue principali richieste agli alleati, ribadita al suo arrivo. Il sostegno in questo cruciale settore non si esaurirà qui. “Stiamo lavorando a un ulteriore annuncio quest’anno di ulteriori sistemi di difesa aerea strategica per l’Ucraina”.

La spesa militare italiana

La premier Giorgia Meloni ha inoltre ribadito che l’Italia terrà fede ai suoi impegni di spendere il 2% del Pil per la difesa, “ovviamente con i tempi e le possibilità che abbiamo” e considerando anche “l’impegno l’impegno complessivo del Paese nella Nato, dove siamo tra i maggiori contributori di personale in quasi tutte le missioni e le operazioni di pace perché il nostro know how è molto richiesto”.

L’obiettivo è raggiungere l’1,6%: ogni 0,1% del Pil vale 2 miliardi e cento milioni, quindi l’impegno dovrebbe aumentare di 3 miliardi. L’intenzione è sfruttare le nuove regole del Patto di Stabilità, che permettono di considerare gli investimenti per la difesa come “fattore rilevante”, garantendo un rientro più graduale dall’infrazione per deficit eccessivo. Sarà Giancarlo Giorgetti, presentando il piano di rientro a settembre, a chiedere alla nuova Commissione di approvare questa proposta.

In Italia, l’aumento della spesa militare per il 2024 è trainato dal bilancio del Ministero della Difesa, che quest’anno supererà per la prima volta i 29 miliardi di euro, con una crescita del 5,1% rispetto al 2023 e del 12,5% negli ultimi due anni. Secondo la metodologia dell’Osservatorio Mil€x, nel 2024 la spesa militare “diretta” (cioè la spesa del Ministero della Difesa più quell per le armi sotto il Ministero del Made in Italy e la spesa per le missioni militari sotto il Ministero dell’Economia) sarà di circa 28 miliardi di euro, segnando un aumento del 5,5% rispetto all’anno precedente.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto, commentando l’invio di nuovi aiuti militari a Kiev a margine del vertice Nato, ha detto che “l’Italia ha contribuito più di ogni altro Paese in proporzione alle possibilità che aveva e sono lieto che anche l’Alleanza Atlantica, dopo l’Ucraina, abbia preso atto di quanto sia stato importante il nostro contributo”.