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La crescita delle PMI passa dalla Firma Elettronica: i dati

L’utilizzo della Firma Elettronica, grazie ai suoi numerosi vantaggi, si sta imponendo sempre di più tra le imprese italiane che vogliono restare altamente competitive

Per essere competitive le aziende hanno bisogno di innovarsi e restare al passo con i tempi. Un assunto che appare più che mai chiaro in un epoca dinamica e di trasformazione digitale. Per questo, gli imprenditori e i liberi professionisti più attenti sono alla costante ricerca di soluzioni che possano migliorare i processi lavorativi.

Tra gli strumenti maggiormente efficaci per raggiungere tali obiettivi spicca la Firma Elettronica, che ha lo stesso valore legale della firma autografa e garantisce la sicurezza e l’autenticità dei documenti informatici sottoscritti e trasmessi attraverso e-mail. A dimostrarlo una ricerca IDC commissionata da Aruba. Prima di comprendere come questo servizio favorisce lo sviluppo delle aziende, occorre però fare una distinzione tra firma digitale e firma digitale remota.

Firma Remota o Digitale: qual è la differenza

La firma digitale è l’equivalente di una firma autografa apposta tradizionalmente su carta. Come tale, ha caratteristiche di autenticità, integrità e ha piena validità legale. Risulta estremamente utile nella sottoscrizione di documenti, che non possono essere disconosciuti dal firmatario, inviati via e-mail o altri servizi di messaggistica alla Pubblica Amministrazione, aziende o privati cittadini.  Prevede l’utilizzo di un lettore, un dispositivo USB o una smart card in formato carta di credito.

Il servizio di firma digitale, inoltre, permette di ottenere anche il certificato di autenticazione CNS (Carta Nazionale dei Servizi), per accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione, garantendo un risparmio di tempo e denaro.

La firma remota è una soluzione ancora più pratica e veloce per firmare digitalmente i documenti senza l’installazione di hardware. Ha quasi tutte le qualità della firma digitale, ad esclusione del certificato di autenticazione CNS. Ha, infatti un certificato virtuale depositato su un server sicuro. Prevede, inoltre, l’utilizzo di un dispositivo OTP che genera password temporanee e che, insieme alle credenziali personali dell’utente, permettono la sottoscrizione digitale di documenti informatici da qualsiasi dispositivo.

Firma Elettronica: quanto è usata nelle PMI italiane

I vantaggi derivanti dall’utilizzo di uno strumento come la Firma Elettronica sono già stati colti da gran parte delle Piccole e Medie Imprese italiane. Si tratta di uno strumento che permette quotidianamente di interloquire con tutte le realtà e di supportare la trasformazione digitale.

Sono, infatti, il 74% le aziende che, secondo la ricerca condotta da IDC, hanno adottato almeno una tecnologia di Firma Elettronica. Il 17% degli intervistati la utilizza almeno una volta al giorno, seguita da un 22% che la utilizza circa una volta a settimana e il 34% una volta al mese. Il settore bancario e assicurativo è quella che lo sfrutta maggiormente per interloquire con i cittadini, mentre le aziende del comparto servizi sono quelli che ne fanno un utilizzo inferiore rispetto alla media.

La Firma Elettronica accelera il business: ecco i numeri

Il 75% delle aziende sono sempre alla ricerca di nuove soluzioni per migliorare il lavoro quotidiano. Molte hanno trovato un ottimo alleato nella Firma Elettronica digitale, uno strumento che ha apportato grandi vantaggi e ha fatto compiere passi avanti nel processo di innovazione dell’impresa.

Circa il 63% del campione, infanti, riconosce un ruolo importante alla Firma Elettronica nel percorso di digitalizzazione delle aziende e delle realtà lavorative. Si tratta soprattutto della Pubblica amministrazione locale (80%) e delle aziende del comparto bancario e assicurativo (76%).

La Firma Elettronica viene utilizzata principalmente nella gestione delle risorse umane per la compilazione di moduli fiscali (24%), per firmare contratti, referti, moduli, fatture, atti, convenzioni, etc. (19%), nell’area marketing e vendite per la stipulazione di contratti con i clienti e gli utenti di servizi (16%), nei rapporti con le banche per l’apertura e gestione del conto (12%) e, infine, nella finanza per la documentazione relativa alla contabilità (12%).

Più della metà di coloro che utilizzano questo strumento, ben il 55%, trova nel suo valore legale il vantaggio principale, seguito immediatamente dalla sicurezza (54%), garantita grazie all’impego di strumenti di crittografia, e dall’autenticità (36%). Importantissimo inoltre, per il 28% delle istituzioni della PAL, il beneficio derivante dalla garanzia di inalterabilità dei documenti sottoscritti.

Insomma, la ricerca IDC commissionata da Aruba offre uno spaccato di realtà chiaro in cui l’utilizzo della Firma Elettronica si impone con forza tra le imprese italiane attente all’innovazione digitale, propense ad adottare nuove soluzioni e orientate all’utilizzo di strumenti digitali.