Quando non è obbligatoria la mascherina, neanche chirurgica: tutte le eccezioni

Una delle novità più importanti di questo inizio 2022 è l'estensione dell’obbligo di indossare la mascherina in nuovi contesti. Ecco quando non va messa

Una delle novità più importanti di questo inizio 2022, contraddistinto da una forte recrudescenza del virus in termini di contagi, soprattutto per via della nuova variante Omicron (qui dove è più diffusa e qui quanto dura l’incubazione), è l’estensione dell’obbligo di indossare la mascherina in nuovi contesti prima non previsti.

Infatti, come ha spiegato Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e coordinatore del Cts nel suo intervento alla conferenza stampa sugli ultimi provvedimenti anti-Covid adottati dal governo, il messaggio che la variante Omicron “si connoti dall’incapacità di provocare la malattia grave non è corretto”.

“Omicron è meno pericolosa di Delta, ma ha la capacità di indurre la patologia grave e anche fatale” ha chiarito, citando uno studio sudafricano che ha registrato 256 persone che hanno perso la vita per la variante Omicron: la larga maggioranza di esse aveva più di 60 anni di età.

Non è corretto dunque parlare di “raffreddorizzazione” del virus dice Locatelli, perché può essere blando solo con vaccino, e comunque non è scontato.

Quando e dove è obbligatoria la mascherina

L’obbligatorietà di disporre e indossare le mascherine è valido in tutta Italia, anche all’aperto e anche in zona bianca almeno fino al 31 gennaio. Ma quando e dove si deve indossare di preciso la mascherina? In molti lo state chiedendo a QuiFinanza, soprattutto dopo le nuove regole entrate in vigore, motivo per cui proviamo qui a riassumere in modo semplice.

I dispositivi di protezione delle vie respiratorie devono essere obbligatoriamente indossati all’aperto su tutto il territorio nazionale (non si sa ancora se la misura verrà prorogata dopo il 31 gennaio, ma visti i contagi appare molto probabile). Inoltre, devono essere indossati in tutti i luoghi al chiuso diversi dalla propria abitazione, compresi i mezzi di trasporto pubblico, e cioè in autobus, metro, tram, treni, aerei, navi e traghetti e qualsiasi altro mezzo pubblico.

È comunque fortemente raccomandato l’uso delle mascherine anche all’interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi.

Per quanto riguarda lo svolgimento dell’attività lavorativa, la mascherina è obbligatoria nelle situazioni previste dagli specifici protocolli di settore, che variano proprio da settore a settore a seconda della tipologia di lavoro.

Quando non è obbligatorio avere la mascherina

L’obbligo non è comunque previsto in alcuni casi, e cioè per:

  • bambini sotto i 6 anni di età
  • persone che, per la loro invalidità o patologia, non possono indossare la mascherina
  • operatori o persone che, per assistere una persona con disabilità, non possono a loro volta indossare la mascherina, come per esempio chi debba parlare nella lingua dei segni con persone sorde.

Inoltre, non è obbligatorio indossare la mascherina, sia all’aperto che al chiuso:

  • mentre si effettua attività sportiva;
  • mentre si mangia o si beve, nei luoghi e negli orari in cui è consentito;
  • quando, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantito in modo continuativo l’isolamento da persone non conviventi.

Quando è obbligatoria la mascherina FFP2 e la chirurgica non basta

Un’altra domanda che ci state facendo spesso è se sussista l’obbligo di usare uno specifico tipo di mascherina. E la risposta è sì, almeno in determinati contesti.

Le nuove regole introdotte dal governo Draghi per contenere la quinta ondata prevedono l’obbligo di indossare la mascherina di tipo FFP2 in alcune specifiche situazioni e almeno fino al 31 marzo, data, per ora, di fine stato di emergenza (qui quanto ci proteggono davvero le mascherine FFP2 e in cosa sono diverse da quelle chirurgiche). Ecco quali:

  • spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al chiuso o all’aperto nelle sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali assimilati
  • eventi e competizioni sportivi che si svolgono al chiuso o all’aperto
  • accesso e utilizzo di voli commerciali, navi e traghetti adibiti a servizi di trasporto interregionale, treni impiegati nei servizi di trasporto passeggeri interregionale, Intercity, Intercity Notte e Alta Velocità, autobus e pullman di linea adibiti a servizi di trasporto tra più di due Regioni, autobus e pullman adibiti a servizi di noleggio con conducente, funivie, cabinovie e seggiovie qualora utilizzate con chiusura delle cupole paravento, e tutti i mezzi del trasporto pubblico locale o regionale
  • persone che hanno avuto un contatto stretto con un caso confermato positivo al Covid e che, sulla base delle norme in vigore, non sono soggette alla quarantena ma soltanto alla cosiddetta autosorveglianza, fino al 10° giorno successivo all’ultimo contatto con la persona positiva.

Le mascherine chirurgiche devono essere indossate nell’ambito delle attività economiche e sociali, come in bar e ristoranti, attività turistiche e ricettive, centri benessere, servizi alla persona come parrucchieri ed estetisti, commercio al dettaglio, musei, mostre, circoli culturali, convegni e congressi, etc., nelle situazioni previste nei protocolli di settore.

In tutte le altre situazioni, salvo dove espressamente previsto, possono essere utilizzate anche le cosiddette mascherine di comunità, quelle cioè in stoffa, monouso, lavabili, eventualmente autoprodotte, purché siano in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera e in grado di garantire comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate a coprire il volto, dal mento fino sopra al naso.

In chiesa solo con FFP2?

Un capitolo a parte riguarda la chiesa. E’ obbligatoria la mascherina in chiesa? La risposta è sì perché si tratta di un luogo al chiuso. La CEI ne consiglia l’utilizzo anche per tutte le attività organizzate da enti ecclesiastici. Ma quale?

Il Protocollo CEI-Governo del 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico, non specifica però la tipologia, se chirurgica o FFP2. “Certamente quest’ultima ha un elevato potere filtrante e viene raccomandata, come peraltro le autorità stanno ribadendo in questi giorni” dice la CEI.

Tuttavia, anche se al momento vige l’obbligo di indossare quella chirurgica o di comunità, la segreteria generale dei Vescovi ha caldamente consigliato la mascherina FFP2 in chiesa e in tutti gli incontri religiosi, così come l’obbligo vaccinale per il personale delle facoltà teologiche e niente catechismo in presenza per chi è sottoposto a sorveglianza con testing pur risultando negativo al primo test.