Soldi prestati a un parente: mutuo o deposito irregolare?

La consegna di una somma di denaro a un familiare può considerarsi un mutuo o un deposito irregolare: che differenza c'è a livello legale

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Manuela Margilio

Content Specialist in diritto, fisco e immobilare

Esperta di diritto, sul web collabora con diverse riviste occupandosi del settore immobiliare e fiscale.

Pubblicato: 4 Giugno 2025 14:36

Nel contesto familiare, la consegna di denaro tra parenti è una situazione molto frequente che si può verificare per i più svariati motivi. Spesso si tratta di aiuti disinteressati, altre volte di veri e propri prestiti che, però, non sempre vengono formalizzati per iscritto. In questi casi, sorgono dubbi su come qualificare giuridicamente il trasferimento di denaro: si tratta di un mutuo o di un deposito irregolare o addirittura di una donazione?

Comprendere la distinzione è fondamentale, non solo per evitare possibili controversie future, ma anche per le implicazioni fiscali e legali che ne derivano. In questo articolo, analizzeremo nel dettaglio le differenze tra i diversi istituti giuridici.

Quali sono i requisiti del mutuo

Il primo aspetto che è importante chiarire è che, in generale, un trasferimento di denaro, anche tra parenti, è un contratto che può assumere diverse forme giuridiche.

Nel diritto civile italiano, la qualificazione di un contratto si fonda sulla causa concreta dell’accordo, ovvero sull’effettiva funzione economico-sociale dell’operazione. Ecco perché anche un semplice trasferimento di denaro, apparentemente privo di formalità, può assumere una rilevanza giuridica diversa a seconda dei casi.

Entrando più nello specifico evidenziamo che il mutuo è regolato dagli articoli 1813 e seguenti del Codice Civile e assolve la funzione di prestito.

Si tratta di un contratto reale, che si perfeziona cioè con la consegna del denaro o di altra cosa fungibile.

L’elemento distintivo del mutuo è la trasferibilità della proprietà, dunque del denaro: il mutuante trasferisce al mutuatario la proprietà della somma, con l’obbligo per quest’ultimo di restituire una somma equivalente (anche se non le stesse banconote ricevute) entro un termine definito.

Si precisa infine che può essere a titolo gratuito (senza la previsione di interessi) oppure oneroso (con interessi). Il mutuo si presume oneroso, salvo diverso accordo.

La sottoscrizione di una scrittura privata è facoltativa ma consigliata. Pur non essendo necessaria la forma scritta per la validità, un documento può servire come prova in caso di controversia.

Nel contesto familiare, il mutuo si presenta quando un parente consegna una somma a un altro affinché se ne serva, con l’intento di farla restituire, a titolo gratuito o con interessi.

Facciamo un esempio pratico:

Un padre versa al figlio 20.000 euro per l’acquisto della prima casa, concordando verbalmente che questi li restituirà in 10 anni. Se le parti agiscono in base a questa intesa, anche senza contratto scritto, si configura un mutuo.

Che cos’è un deposito irregolare

Il deposito irregolare è regolato dall’articolo 1782 del Codice Civile. A differenza del deposito ordinario, in cui il depositario ha l’obbligo di custodire e restituire esattamente lo stesso bene ricevuto, nel deposito irregolare il bene oggetto del contratto (di solito denaro o altri beni fungibili) diventa di proprietà del depositario, che si obbliga a restituire una quantità equivalente.

A differenza del mutuo avente lo scopo di prestito del denaro, nel caso di deposito irregolare, la funzione del contratto è quella di custodire il denaro per conto del depositante. Si evidenza dunque l’assenza di un utilizzo specifico per chi riceve la somma di denaro, come accade invece nel mutuo.

Il depositante inoltre, proprio perché il contratto viene sottoscritto nel suo interesse, può chiedere la restituzione in qualsiasi momento, salvo diverso accordo.

Nel contesto familiare, il deposito irregolare si configura quando il denaro viene consegnato non per essere prestato, ma per essere custodito o “tenuto da parte”, magari con l’intenzione di usarlo successivamente anche per conto del depositante. Il rapporto contrattuale è basato sulla fiducia.

Anche nel caso di deposito irregolare la prova del contratto è alquanto difficile ed è determinante la volontà delle parti.
Facciamo un esempio pratico. Una madre consegna al figlio 10.000 euro, dicendogli: “Tieni questi soldi per me, finché non ne avrò bisogno”. Se non c’è obbligo di restituzione in un termine concordato, si può configurare un deposito irregolare.

Come evidenziato anche dalla giurisprudenza, la volontà delle parti è determinante per qualificare correttamente il contratto. In mancanza di una scrittura, sono le circostanze concrete (frasi dette, comportamenti, accordi impliciti) a permettere l’inquadramento giuridico corretto.

Anche dal punto di vista fiscale, distinguere tra mutuo e deposito irregolare è fondamentale. Un trasferimento di denaro tra familiari può essere oggetto di verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate, soprattutto in caso di movimenti bancari rilevanti.

Donazione di denaro

Se il trasferimento di denaro non è formalizzato e manca una prova scritta, l’atto di alienazione può essere considerato anche una donazione indiretta, con tutte le conseguenze del caso (necessità di atto pubblico se supera determinati limiti, imposte di donazione, ecc.).

La volontà di cedere il denaro con spirito di liberalità deve pertanto essere debitamente formalizzato.

Cosa fare per evitare conflitti

Senza una scrittura privata (o nel caso di donazione di un atto pubblico), provare la tipologia di contratto concluso è una questione di una certa complessità.

Per evitare contenziosi tra familiari (spesso dolorosi e onerosi), è consigliabile adottare alcune precauzioni:

  • formalizzare l’atto di trasferimento mediante una scrittura privata firmata da entrambe le parti;
  • indicare chiaramente la natura del rapporto, specificando se si tratta di mutuo o deposito;
  • prevedere termini e modalità di restituzione, ad esempio con rate, interessi, scadenze, se si vogliono apporre;
  • utilizzare bonifici tracciabili per il versamento del denaro, indicando come causale prestito infruttifero o somma in deposito;
  • registrare il contratto, se opportuno, soprattutto se la somma è rilevante.

In mancanza di prova contraria (ad esempio esibendo un contratto scritto), l’Agenzia delle Entrate che pone particolare attenzione ai trasferimenti di denaro, soprattutto se rilevanti, può ritenere che la somma sia stata donata, con conseguente obbligo di registrazione e possibili imposte.

Un versamento rilevante sul conto di un parente può essere anche interpretato come reddito non dichiarato, a meno che non vi sia una documentazione chiara del motivo. Di qui l’interesse dell’Agenzia delle Entrate.

Cosa succede in caso di lite

In assenza di un documento scritto, una delle parti può trovarsi in difficoltà nel dimostrare l’effettiva natura del trasferimento.

In caso di mancata restituzione del denaro, la parte che lo ha consegnato potrebbe:

  • dover ricorrere a testimoni;
  • essere soggetta a presunzioni sfavorevoli;
  • dover intraprendere un’azione legale per recuperare la somma.

Una corretta qualificazione giuridica del rapporto permette di evitare equivoci tra familiari, prevenire accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate e tutelarsi in caso di controversie.