Ciao Darwin, la sentenza sul caso del concorrente paralizzato: cosa hanno deciso i giudici

Arriva la decisione del Tribunale monocratico di Roma sui quattro imputati nel processo per le lesioni subite da Gabriele Marchetti durante il "gioco dei rulli" del 17 aprile 2019

Pubblicato: 2 Dicembre 2022 18:16

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

È giunta a una svolta il caso giudiziario di Gabriele Marchetti, il 57enne divenuto paraplegico nel 2019 mentre gareggiava come concorrente durante una puntata di “Ciao Darwin”. L’uomo è rimasto paralizzato a causa delle lesioni provocate dalla caduta in uno dei giochi (quello “dei rulli”) della trasmissione di successo su Canale 5, condotta da Paolo Bonolis. A processo erano finite quattro persone, con le accuse a vario titolo di lesioni personali gravissime e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.

La decisione del giudice monocratico

Con la sorpresa di molti, sul caso di Gabriele Marchetti il giudice del Tribunale monocratico di Roma ha assolto tutti gli imputati con formula piena, accogliendo un’eccezione della difesa e affermando che “il fatto non sussiste”. A giudizio erano stati rinviati Sandro Costa e Massimo Porta, rappresentanti della società Rti (produttrice dello show), Massimiliano Martinelli, il titolare dell’azienda che ha realizzato l’attrezzatura utilizzata per il gioco, e Giuliano Giovannotti, titolare della società che doveva selezionare i concorrenti del programma.

Nel capo di imputazione, il pm ha ricostruito quanto avvenuto durante la trasmissione del 17 aprile 2019, precisamente durante la prova cosiddetta dei “cilindroni”. “Nel saltare da un rullo ad un altro”, Marchetti perse l’equilibrio e, “a causa della superficie scivolosa, resa tale appositamente al fine di rendere difficoltosa la prova per ciascun concorrente”, cadde “nella intercapedine tra i due rulli”. Il concorrente, all’epoca 54enne, precipitò dunque in una vasca con all’interno dell’acqua, ma con una profondità di “appena 1,09 metri”. Una quantità di liquido “evidentemente non sufficiente a garantire la possibile caduta in sicurezza“, ha osservato il rappresentante dell’accusa.

Dall’incidente al processo: il caso Marchetti

Che l’incidente fosse gravissimo lo si era capito fin da subito: Marchetti riportò lo schiacciamento di due vertebre, con una lesione al midollo che compresse il torace e gli impedì di respirare. L’uomo venne sottoposto a un delicato intervento chirurgico, ma il quadro clinico rimase molto grave. La lesioni comportarono infatti la paralisi “agli arti superiori e inferiori”.

Le principali contestazioni della difesa facevano leva sul “mancato addestramento del concorrente a cimentarsi nella prova e alle condizioni di oggettiva pericolosità dell’impianto del gioco”. Dopo l’incidente Gabriele Marchetti aveva ottenuto un risarcimento dalla società di produzione, che comportò il ritiro della querela a firma del concorrente, mentre – stando a quanto dichiarato dallo stesso Marchetti durante varie interviste – non ha mai ricevuto le scuse personali di Paolo Bonolis.

Le polemiche su Paolo Bonolis: la precisazione dei legali di Marchetti

Proprio su questo punto si sono scatenate fior fior di polemiche. La versione di Marchetti sembra tuttavia essere stata smentita dai suoi stessi legali, che hanno invece sostenuto come Bonolis e la moglie Sonia Bruganelli abbiano invece contattato la famiglia del malcapitato. Il conduttore, secondo l’avvocatessa Federica Magnanti, “ha chiamato una volta la moglie e una volta il figlio di Gabriele Marchetti. Queste due telefonate sono avvenute nei giorni successivi all’incidente. Qualche mese dopo, invece, la moglie di Bonolis ha cercato la moglie di Marchetti, perché interessata a sapere come stesse il mio assistito”.

La legale ha inoltre sottolineato come Marchetti non provasse “alcun rancore né l’intenzione di voler perseguire” gli imputati poi assolti. “Alla fine sono solo i rappresentanti delle società coinvolte. Eravamo consapevoli che potesse succedere, non c’è niente di nuovo nell’esito di questo processo”.