Tutte le tipologie di contratto di lavoro in Italia

Scopri con QuiFinanza quali sono i tipi di contratti di lavoro in Italia. Leggi l'articolo!

I tipi di contratto di lavoro applicabili in Italia sono molti e prevedono durate e obblighi differenti a seconda dell’accordo. Conoscere le differenze e le peculiarità dei vari contratti disponibili permette sicuramente di muoversi con maggiore consapevolezza tra le varie offerte lavorative che ci vengono offerte e di operare con più tranquillità nel mondo del lavoro.

I contratti di lavoro quindi si suddividono in diverse categorie, vediamo in questo articolo le tipologie di contratti di lavoro più diffusi in Italia e le particolarità di ognuno.

Contratto a tempo indeterminato

Il contratto di lavoro indeterminato è sicuramente la forma di assunzione privilegiata, concedendo maggiori garanzie e sicurezza. In questo tipo di contratto l’assunzione è definitiva, non è prevista cioè una data finale in cui il contratto si conclude, e di norma tale contratto di lavoro concede anche numerosi altri benefici, come:

  • Maturazione di periodo di riposo e giorni di ferie;
  • La tredicesima;
  • La liquidazione al termine del rapporto di lavoro;
  • Periodi di permesso in caso di malattia, maternità, infortunio ecc.

Nel contratto di lavoro indeterminato si stabilisce, quindi, una collaborazione tra due soggetti: il lavoratore e il datore di lavoro. Al lavoratore vengono assegnati i compiti da svolgere e gli orari di lavoro e il datore di lavoro (soggetto fisico, giuridico o ente) è tenuto a pagare il dipendente per tutte le attività compiute oltre a concedere tributi previdenziali e assistenziali.

Contratto a tempo determinato

Il contratto a tempo determinato, come suggerisce il suo nome, differisce dal contratto a tempo indeterminato per la sua durata. Infatti, il contratto a tempo determinato prevede una data dopo la quale il rapporto di lavoro termina. Per essere considerato tale la durata minima del contratto a tempo determinato deve essere superiore a 12 giorni, mentre la durata massima è di 2 anni (24 mesi).

Questo tipo di contratto può essere prorogato o rinnovato fino a 4 volte da parte dell’azienda, sempre però senza superare il limite massimo di 36 mesi. Se questo limite dovesse essere superato, infatti, il contratto automaticamente assumerebbe le caratteristiche di un contratto a tempo indeterminato. Oltre a ciò, in caso di rinnovo del contratto, il datore di lavoro dovrà rispettare un intervallo di tempo di 10 o 20 giorni tra il primo e il secondo rinnovo di contratto.

10 giorni se la durata del contratto è inferiore ai 6 mesi, 20 giorni se invece è superiore. Nel caso in cui il contratto venga rinnovato, il datore di lavoro dovrà mettere per iscritto le motivazioni che hanno richiesto una proroga del contratto. Solo in caso di contratti per attività stagionali è possibile rinnovare il contratto senza il bisogno di alcuna causale.

Contratto part-time

Nel caso di lavoro part-time, non si tratta di un vero e proprio contratto diverso, ma principalmente di un regime orario differente. In questo caso, infatti, invece di avere un orario a tempo pieno (40 ore settimanali) questo è a tempo parziale, solitamente di 20 o 30 ore settimanali. All’interno del contratto gli orari di lavoro devono essere indicati con precisione, per permettere al lavoratore di organizzare e gestire il proprio tempo nel migliore dei modi. Dal punto di vista di permessi, tutele e ferie il dipendente gode degli stessi diritti dei colleghi con un contratto a tempo indeterminato, ovviamente in base al monte orario svolto.

Inoltre, il lavoro part-time può essere di diverse tipologie:

  • Part-time orizzontale: il lavoratore svolge la sua attività tutti i giorni, ma con meno ore rispetto al normale orario di lavoro, di norma 4 o 5 ore;
  • Part-time verticale: il dipendente lavora a tempo pieno, ma solo in alcuni giorni della settimana o in alcuni periodi del mese o anno;
  • Part-time misto: il lavoratore è soggetto ad un contratto estremamente flessibile che è una via di mezzo tra sistema verticale e orizzontale.

In alcuni casi particolari è proprio il lavoro full-time a divenire part-time. Ad esempio, se il lavoratore si ritrova in condizioni particolari è per lui possibile richiedere al datore di lavoro una trasformazione o riduzione del proprio orario.

Le motivazioni possono essere varie:

  • Una grave malattia,
  • Assistenza a parenti con patologie gravi
  • Assistenza a familiari con disabilità
  • O se si è genitori-lavoratori.

Per di più al lavoratore part-time è concesso di stipulare più di un contratto part-time allo stesso tempo, a condizione che tenga conto della durata massima settimanale della propria prestazione lavorativa e del diritto al riposo settimanale. Il datore di lavoro, quindi, non può in alcun modo impedire al lavoratore di svolgere un altro impiego, salvo che questo avvenga presso un’azienda concorrente.

Contratto di stage

Tra i giovani che si affacciano al mondo del lavoro per la prima volta, il contratto di stage è sicuramente il più diffuso. Il contratto di stage o tirocinio non è altro che un percorso formativo con lo scopo di inserire l’individuo all’interno del mondo del lavoro o re-inserirlo.

Il contratto di stage ha una durata massima prefissata e prevede, ovviamente, obiettivi e obblighi da parte del tirocinante e dell’azienda. Vi sono poi diverse tipologie di stage a seconda degli obiettivi e del lavoratore:

  • Stage curriculare: per coloro che frequentano un percorso di studi e volto al conseguimento di crediti formativi oltre ad una maggiore consapevolezza del mondo del lavoro;
  • Tirocinio di inserimento o re-inserimento nel mondo del lavoro: per disoccupati e inoccupati
  • Stage a favore delle categorie disagiate: rivolti a determinate categorie di persone.

Il contratto di stage non può più essere svolto gratuitamente, pena una sanzione per le aziende. Lo stagista, quindi, non può percepire un compenso minimo mensile lordo inferiore ai 300 euro.

Il datore di lavoro, poi, non può richiedere al tirocinante di sostituire dipendenti assenti, qualunque sia la ragione della loro assenza, o lavoratori a tempo determinato nei periodi di massima produttività dell’azienda.

Contratto di lavoro a chiamata

È un contratto che non prevede un impiego costante del lavoratore. Si attiva solo nell’eventualità che il datore di lavoro o l’azienda abbia bisogno di un lavoratore e della sua prestazione temporanea.

Per questo tipo di contratto vi è un limite di 400 giornate lavorative nell’arco di 3 anni, superato questo numero il contratto diviene automaticamente a tempo indeterminato. A eccezione dei settori del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo che possono superare tale limite.

Questo tipo di contratto è molto diffuso tra i lavoratori del mondo dello spettacolo, guardiani, centralinisti e receptionist. Inoltre, nel caso in cui il lavoratore si impegni per contratto a rispondere alla chiamata ogni volta che il datore di lavoro ne abbia la necessità, è prevista un’indennità di disponibilità. Seppur questo tipo di contratto sia a chiamata e quindi a carattere discontinuo, deve in ogni caso presentare un documento in forma scritta che attesti le sue modalità e, soprattutto, le motivazioni che spingono il datore di lavoro ad utilizzare questa tipologia di contratto.

Ulteriore dato importante per ogni contratto di questo tipo è il “preavviso di chiamata” da parte del datore di lavoro, che non può mai essere inferiore a un giorno lavorativo. Per legge un lavoratore può avere anche più contratti di lavoro a chiamata contemporaneamente, a patto che le aziende non operino nello stesso settore e che lo svolgimento di un lavoro non comporti l’impossibilità di svolgere l’altro.

Contratto di apprendistato

Il contratto di apprendistato è la principale tipologia di contratto per favorire ai giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni di entrare nel mondo del lavoro. Ciò che rende questo contratto così particolare è che il datore di lavoro, non solo è tenuto ad erogare per la prestazione di lavoro una retribuzione, ma anche la formazione necessaria per acquisire competenze professionali utili nel mondo del lavoro con vantaggi sia per l’azienda che per il lavoratore. Attualmente sono 3 le tipologie in vigore per gli apprendisti e cioè:

  • L’apprendistato per la qualifica e il diploma professionali: per soggetti dai 15 ai 25 anni di età e per la durata massima di 3 anni (4 solo nel caso di diploma quadriennale regionale).
  • L’apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere: per soggetti dai 18 ai 29 anni, oppure dai 17 anni se già in possesso di qualifica professionale. La durata massima di questo contratto è di 3 anni, per gli artigiani questo può arrivare fino a 5 anni.
  • L’apprendistato di alta formazione e ricerca: per soggetti dai 18 ai 29 anni e dalla durata variabile, da stabilire cioè tramite accordo tra regioni, parti sociali e università/istituzioni scolastiche.

Nel caso di apprendistato professionalizzante, vi è anche la possibilità di assumere lavoratori in mobilità o percettori di un trattamento di disoccupazione.

Come tutti gli altri contratti, il contratto di apprendistato per avere validità legale deve essere posto in forma scritta e descrivere il piano formativo, la retribuzione e tutte le garanzie previdenziali e assicurative. Pur essendo a tutti gli effetti un contratto di lavoro, il contratto di apprendistato può essere considerato come una via di mezzo fra la formazione vera e propria ed il lavoro.

Inoltre, per le aziende e i datori di lavoro che stipulano contratti di apprendistato sono concessi notevoli incentivi economici.

Contratto di collaborazione

Il contratto di collaborazione, o contratto di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.), è un contratto che si applica a lavoratori a metà strada tra il lavoro dipendente e quello autonomo. In questo tipo di contratto, infatti, il lavoratore pur avendo un rapporto continuativo con il datore di lavoro, svolge la sua attività in maniera totalmente autonoma e non è sottoposto ad alcun vincolo di subordinazione. Seppur il lavoratore sia inserito quindi all’interno dell’organizzazione aziendale questo opera in piena autonomia operativa.

Visto che l’attività si svolge in maniera autonoma, il lavoratore può scegliere tempi e modalità del lavoro seppur sia tenuto a rispettare le consegne, se presenti. Sicuramente il maggior vantaggio di un contratto di lavoro di questo tipo per il lavoratore è proprio la possibilità di poter gestire autonomamente il proprio lavoro, senza alcun vincolo di orario.

Un contratto di lavoro coordinato e continuativo prevede un compenso mensile per la determinata prestazione del lavoratore, indipendentemente dall’orario di lavoro e dalle modalità dello stesso, che vengono appunto decise dal collaboratore. Anche il luogo di lavoro può essere deciso dal collaboratore ed è proprio questo a distinguere questo tipo di contratto, che permette al lavoratore di organizzare in completa autonomia la propria attività dagli orari ai luoghi di lavoro.

In un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, i contributi sono per a carico del committente e per a carico del collaboratore. È però il committente ad avere l’obbligo di versare tali contributi, che tratterrà dalla busta paga anche l’ a carico del collaboratore.

Contratto di prestazione occasionale

Il contratto di prestazione occasionale, come lo stesso nome suggerisce, si utilizza per situazioni lavorative saltuarie o occasionali e che devono rispettare necessariamente un limite di guadagno annuo di 5000 euro, imposto dalla legge.

Possono usufruire di questo contratto particolare ONLUS e associazioni riconosciute e non riconosciute, ma anche i datori di lavoro che però non abbiano già più di cinque dipendenti a tempo indeterminato.

I compensi percepiti dal lavoratore in prestazione occasionale sono esenti da imposizione fiscale e non incidono sul suo stato di disoccupato.

In conclusione

Esistono quindi moltissimi tipi di contratto di lavoro in Italia e al momento della ricerca del proprio lavoro bisogna conoscere le varie categorie per poter comprendere maggiormente di che lavoro si tratta e soprattutto sapere quali sono i propri doveri e i propri benefici a seconda del contratto.

Ovviamente, poi ogni contratto avrà dei pro e dei contro soprattutto per quanto riguarda le possibilità e le volontà di ognuno. È opportuno, quindi, considerare ogni aspetto dei singoli contratti e valutare pertanto anche in base alle proprie possibilità.