Dopo anni di tentativi, fallimenti e riconversioni, nasce Etna Sky, una nuova compagnia aerea siciliana, annunciata dal deputato catanese Manlio Messina. La società startup promette una svolta per i collegamenti dell’isola e punta, dichiaratamente, a rendere più accessibili le tratte da e per la Sicilia, soprattutto nei momenti di picco stagionale. Non a caso, l’obiettivo dichiarato è quello della continuità territoriale.
L’annuncio è arrivato a sorpresa, attraverso un post pubblicato dallo stesso politico sui propri profili social, corredato da un rendering che mostra la livrea del primo velivolo brandizzato Etna Sky. Una mossa comunicativa precisa, quasi da compagnia già operativa, che ha attirato immediatamente l’attenzione di addetti ai lavori, istituzioni e viaggiatori.
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Etna Sky è la nuova compagnia aerea siciliana
La nuova compagnia nasce, secondo quanto dichiarato dal deputato, da una cordata di imprenditori che al momento preferisce restare riservata. Messina, ex assessore regionale al Turismo e oggi parlamentare passato al gruppo misto, si definisce socio fondatore e spiega di aver svolto un ruolo di tessitura per riunire i partner che finanzieranno l’iniziativa.
Da quello che è emerso poi, pare che Etna Sky abbia avviato già l’iter presso l’Enac per ottenere le certificazioni necessarie al volo. I primi voli, come dichiarato dallo stesso Messina dovrebbero partire già nell’estate 2026.
Una roadmap estremamente ambiziosa, considerando i tempi medi delle certificazioni aeronautiche e la complessità di avviare un vettore in un mercato competitivo come quello europeo.
Perché nasce Etna Sky: prezzi alle stelle e mobilità difficile
Il cuore del progetto nasce come risposta ai costi proibitivi dei voli da e per l’isola, che in Sicilia e nel Mezzogiorno limitano i viaggiatori da anni, soprattutto nei periodi delle feste – tanto che nella regione è stato prorogato il bonus caro voli.
La promessa è quella di offrire tariffe competitive e prezzi speciali per i siciliani, con un modello di continuità territoriale non finanziato dallo Stato, ma costruito su strategie commerciali aggressive.
Per comprendere la portata dell’iniziativa, occorre guardare il contesto. La Sicilia, con tre aeroporti principali (Catania, Palermo, Trapani) e uno più piccolo ma strategico (Comiso), ha una domanda di mobilità altissima, in particolare verso il Nord Italia e verso alcune rotte europee.
Durante festività, estati e rientri universitari, acquistare un biglietto può costare più di uno transatlantico. È una stortura strutturale che negli ultimi anni ha alimentato proteste, interrogazioni parlamentari e richieste di calmieramento dei prezzi.
Se Etna Sky riuscirà davvero a posizionarsi come un vettore low cost, con un’offerta stabile e non intermittente per i residenti nell’isola, potrebbe riequilibrare il mercato. Ma perché ciò avvenga serve una flotta adeguata, un network credibile e una gestione industriale robusta.
Possibili conseguenze economiche
Da un punto di vista economico , l’arrivo di Etna Sky potrebbe produrre tre effetti immediati. In primis, le compagnie low cost che dominano il mercato siciliano (Ryanair, Wizz Air, easyJet) potrebbero rispondere a un nuovo competitor locale con politiche tariffarie più flessibili. La concorrenza, in un mercato ad alta domanda, tende a spingere verso il basso i prezzi medi.
In secondo luogo, se Etna Sky mantenesse l’impegno di offrire tariffe agevolate per i residenti, anche nei picchi stagionali, il beneficio per la continuità territoriale sarebbe notevole.
E infine, ma non per importanza, tutto questo potrebbe portare più turisti, soprattutto verso le rotte meno battute, alimentando un circolo virtuoso fatto di pacchetti con consorzi locali, valorizzazione del territorio e rilancio dell’occupazione.
Tuttavia, l’aviazione low cost è un settore difficile. Servono capitali consistenti, una gestione estremamente efficiente e un modello operativo che riduca al minimo i costi senza compromettere sicurezza e qualità.