La verità sulla “cifra folle” che Napolitano lascia ai suoi eredi

Sull'eredità che il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano avrebbe lasciato ai suoi successori stanno circolando delle bufale smentite dai numeri

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Dalla morte del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, deceduto lo scorso 22 settembre a 98 anni, le indiscrezioni sull’eredità lasciata ai figli si sono inseguite sul web fino a trasformarsi in bufale prive di riscontri plausibili rispetto agli stipendi incassati dall’ex Capo dello Stato. Secondo una delle teorie più fantasiose che circolano ancora sui social, Napolitano avrebbe lasciato ai suoi successori “98 mila euro al mese per 7 generazioni”. Una teoria inverosimile e smentita anche dalla matematica.

La bufala

La testata online ‘Open’ ha provveduto a verificare l’attendibilità di una serie di post sull’improbabile somma lasciata dal Presidente emerito agli eredi, che hanno riscosso visibilità sui social. Dal fact-checking si evince come l’affermazione non sia supportata dai numeri: se, come vorrebbero le teorie rimbalzate online, avesse lasciato alla famiglia “98 mila euro al mese per 7 generazioni“, si arriverebbe a una cifra ampiamente oltre le disponibilità finanziarie dell’ex Capo dello Stato.

Considerando, infatti, che una generazione dura in media 25 anni, tutti i discendenti di Napolitano potrebbero vivere di rendita per 175 anni. Data per buona un versamento di 98 mila euro per 12 mesi ogni anno, ciascun erede godrebbe di un corrispettivo mensile per un ammontare totale di 205,8 milioni di euro.

Secondo i calcoli, tenendo conto soltanto dei due figli di Napolitano, la cifra complessiva del lascito sarebbe di 411,6 milioni di euro. Ma se si includono tra gli eredi anche il fratello e i due nipoti del Presidente emerito, con i rispettivi figli e figli dei figli nati nei prossimi 175 anni, si arriverebbe a diversi miliardi di euro.

Ma stando ai dati riportati da diverse testate internazionali che stilano le classifiche degli uomini più ricchi del mondo, come Bloomberg e Forbes, Giorgio Napolitano non sarebbe mai rientrato nella lista dei miliardari del pianeta. E non è nemmeno un caso che la cifra di 98 mila euro sia la stessa attribuita da altre bufale circolate negli anni sul defunto Presidente, in merito allo stipendio medio incassato durante la sua carriera politica e istituzionale (qui abbiamo spiegato perché Napolitano è stato soprannominato “Re Giorgio”).

Come riportato da ‘Open’, da senatore a vita Napolitano guadagnava circa 120 mila euro l’anno: nel 2022, ad esempio, ne ha dichiarati 123,021 mila, mentre nel 2019 erano 121,259 mila. Durante i suoi due mandati da Capo dello Stato, dal 2006 al 2015, come previsto dalla legge 9 agosto 1948, n. 1077, ha percepito invece 239.181 euro lordi all’anno. (qui per sapere quanto ha guadagnato l’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella).

Chi sono i figli di Napolitano

Nato a Napoli nel 1925, Giorgio Napolitano si è sposato nel 1959 con Clio Bittoni, un matrimonio durato 64 anni dal quale sono nati Giovanni, nel 1961 e Giulio, nel 1969.

Il primogenito si è diplomato al liceo classico Visconti di Roma per poi laurearsi in Economia e proseguire gli studi all’estero, all’Università del Sussex, dove ha conseguito un master in Science and Technology Policy. Giovanni ha lavorato per diverso tempo nell’Antitrust, anche come responsabile dell’Ufficio Affari Internazionali. Nel 2010 è entrato nell’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale, agenzia specializzata dell’Onu e fa parte tuttora della divisione Intellectual Property and Competition Policy, ma dal 2018 al 2021 è stato vicedirettore e poi direttore del dipartimento Transition and Developed Countries. È padre di Sofia, che ha tenuto un discorso in Senato in memoria del nonno, e Simone, avuti dal matrimonio con Darlene Tymo.

Anche lui diplomato al Visconti di Roma, Giulio Napolitano è invece un avvocato e insegna Diritto amministrativo e Diritto amministrativo comparato all’Università degli Studi Roma Tre.