Fratelli Rossetti: i valori della tradizione, dell’innovazione e della qualità

Il Presidente Diego Rossetti racconta dettagli e curiosità del suo brand di calzature, simbolo della nostra eccellenza.

Foto di Paolo Gelmi

Paolo Gelmi

Esperto di moda e lifestyle maschile

Esperto di moda e lifestyle, è stato direttore di svariate riviste cartacee nel settore luxury.

Il brand Fratelli Rossetti, storica azienda italiana di calzature di lusso, viene fondata nel 1953 a Parabiago in provincia di Milano da Renzo Rossetti. La famiglia Rossetti ha nel proprio Dna una lunga tradizione nella produzione di calzature artigianali addirittura antecedenti al XX Secolo cioè nel 1875. La Fratelli Rossetti è conosciuta in tutto il mondo non solo per la sua eccellenza artigianale ma anche per la sua attenzione ai dettagli e al design innovativo sempre in linea con i tempi.

Sin dai suoi esordi periodo in cui il brand creò le sue calzature nel segmento sportivo ad oggi, questa azienda ha raccolto sempre il consenso di buyer e consumatori finali, negli anni ha ampliato la sua offerta includendo una vasta gamma di calzature tra cui modelli da uomo e donna, stivali, mocassini e accessori vari.

La clientela del brand Fratelli Rossetti spazia dai professionisti, agli amanti della moda e del lusso e a tutti coloro che prediligono calzare un prodotto simbolo di qualità dell’eccellenza del nostro Made in Italy, il brand dopo tanti anni continua a mantenere viva la sua tradizione artigianale, combinando tecniche tradizionali con materiali di altissimo livello e un design contemporaneo.

Per l’occasione, QF Lifestyle ha incontrato Diego Rossetti, Presidente dell’azienda calzaturiera Fratelli Rossetti per farsi raccontare dettagli e progetti di un brand che da 71 anni consolida il suo posizionamento su un mercato nazionale e internazionale, mantenendo la leadership nel suo segmento.

La storia della sua azienda parte dagli anni 50, come è cambiato il mondo delle calzature con il passare degli anni?
Dagli anni ’50 ad oggi di cambiamenti ne abbiamo visti molti. Adesso guardandoci intorno pensiamo che tutto quello che vediamo sia normale, che sia sempre stato così. Ma io ho l’età per ricordarmi quando i negozi monomarca di calzature erano pochissimi e c’è stato un tempo, neppure troppo lontano, in cui i grandi marchi della moda e del lusso specializzati in abbigliamento, alle scarpe dedicavano pochissimo spazio. E se le calzature c’erano, erano sempre fatte esternamente. Ora non è più così. E in un’epoca in cui la moda italiana si cristallizza sempre più intorno ai grandi gruppi del lusso stranieri, per un’impresa di stampo familiare arrivare a 70 anni in salute e orgogliosamente indipendente non è cosa da poco.
A questo va aggiunto che anche lato comunicazione tutto si è evoluto. Con i social media il mondo è cambiato. Un tempo c’era il rito del papà che comprava la scarpa al figlio per la laurea o per il matrimonio. Ora i giovanissimi sono più influenzabili e più decision-maker, bisogna saper comunicare il proprio valore aggiunto.

Avete una storia che vi ha portato a collaborare con prestigiose maison della moda come Giorgio Armani e YSL, per citarne alcune. Cosa vi portate in termini di esperienza da queste importanti collaborazioni?
Sono state collaborazioni basate sull’ascolto reciproco, grazie alle quali la nostra ricerca e artigianalità si è fusa a quella delle menti più creative del tempo, dando dei risultati unici. Mi ricordo i racconti di mio padre Renzo sulle prime sfilate organizzate a Sanremo. Tutto veniva organizzato in sole due settimane e non era facile soddisfare le richieste degli stilisti. Si riunivano su un grande tavolo di formica, che adesso ho in ufficio. Giorgio Armani è tornato a prendere le misure per riprodurlo. Evidentemente ci aveva lavorato bene.

Quanto è importante la ricerca e l’innovazione per il vostro settore e quali sono le novità in questo senso?
Moltissimo, la ricerca stilistica e l’innovazione sono importanti ma per noi partono dal concetto di qualità, vero tratto distintivo del marchio. Il fascino intramontabile delle tecniche manuali è ancora oggi affidato alle mani esperte dei nostri maestri artigiani, e ha trovato il suo connubio con l’innovazione tecnologica, dando vita a prodotti di alta qualità capaci di rispondere alle esigenze di funzionalità e praticità richieste dai consumatori moderni.

Realizzate collezioni uomo e donna; se dovesse dirci 2 caratteristiche che vi contraddistinguono in termini di forme e modelli cosa ci direbbe?
Nel corso degli anni, alcune nostre calzature sono diventate dei veri e propri segni distintivi dell’identità di Fratelli Rossetti. Il mocassino Brera, con i suoi inconfondibili fiocchetti, lo stivale Magenta, con la sua celebre staffa, e la slipper Hobo, la stringata senza lacci, sono i modelli-icona che incarnano i nostri valori fondamentali e che, nel corso degli anni, sono diventati anche i più riconoscibili per design, qualità artigianale ed estetica sofistica.

Siete partiti con collezioni sportive, per arrivare a modelli classici e di tendenza. Quale segmento rispecchia meglio l’universo Fratelli Rossetti?
Si siamo partiti da un’idea di mio padre, negli anni 60. I calciatori del Milan si vestivano da noi e lui insisteva per far mettere loro il mocassino con il fiocchetto. Nessuno ha avuto il coraggio di osare, finchè non l’ha indossato Gianni Rivera. Da allora divenne una scarpa simbolo del guardaroba maschile segnando parte della nostra storia. Un’importante campagna pubblicitaria degli anni ’80 aveva come slogan “Un certo mondo cammina Rossetti”. Ed è ancora così, noi lo chiamiamo understatement, ora si dice quiet luxury ma è da sempre la nostra filosofia: produrre calzature di lusso per quello specifico universo di consumatori che più si identifica con i valori del marchio, condividendone gusto, sensibilità e stile. Per noi significa continuare a “fare bene” per un pubblico raffinato ma mai ostentato. Siamo un brand di nicchia, ma siamo orgogliosi di esserlo.

Quanto è difficile bilanciare il confort e la calzabilità con l’estetica e lo stile?
Le caratteristiche di comfort e calzabilità sono parte del know-how di Fratelli Rossetti fin dalle sue origini. E’ qualcosa che ci è stato tramandato da nostro padre che, mosso da una passione per lo sport, ha iniziato a realizzare scarpe estremamente morbide e leggere per atleti professionisti, firmando i primi modelli con il marchio “Rossetti Yankee”. L’abilità sta nel reiventare i propri codici di eleganza e stile, soddisfando bisogni non esclusivamente dettati da tendenze “modaiole” e avendo sempre un occhio attento verso la comodità e la praticità.

Chi disegna le vostre collezioni?
Il nostro team dell’Ufficio Stile interno all’azienda.

Le vostre scarpe sono totalmente Made In Italy?
Assolutamente sì, tutte le fasi di lavorazione vengono realizzate nella nostra fabbrica di Parabiago, nelle vicinanze di Milano.

In termini di sostenibilità come vi state muovendo?
Stiamo vivendo un delicato momento storico, in cui tutti noi siamo chiamati a dare un contributo. Negli ultimi anni abbiamo voluto ribadire il nostro impegno sulla strada della sostenibilità, anche se il percorso è ancora lungo e tortuoso. Il goal è di continuare a realizzare prodotti di eccellenza, destinati a durare nel tempo, capaci, grazie all’attenzione al design, di andare oltre i trend stagionali. Un progetto che va in questa direzione e che continuiamo a portare avanti è il progetto GreenSide, la versione green del nostro iconico mocassino Brera. Per questo modello la tomaia è realizzata con un pellame scamosciato proveniente da materiali di riciclo.

Chi è l’uomo Fratelli Rossetti?
Un uomo alla ricerca di dettagli insoliti con cui distinguersi e sottolineare la propria personalità, pur mantenendo un look elegante e sofisticato.

Siete un’azienda di famiglia con tradizioni molto radicate e consolidate. Quanto è importante per voi che questi elementi continuino nel tempo?
Continuità e coerenza sono due dei nostri pilastri che sono rimasti stabili nel tempo, e penso siano tra le condizioni più riconosciute al marchio anche all’esterno. I valori che mio padre Renzo ci ha trasmesso sono ancora parte fondamentale dell’identità aziendale e di prodotto. Abbiamo sempre difeso con intransigenza il nostro DNA, mantenendo un’unità di stile nella produzione ed evitando volutamente deviazioni che avrebbero potuto stravolgere l’identità accumulata nel corso di decenni di attività. E così continueremo a fare.

Quali sono i vostri mercati di riferimento?
Principalmente l’Europa ma non solo. Oggi Fratelli Rossetti conta 17 boutique in Italia e 12 nel mondo e ha appena festeggiato i 70 anni di attività con diverse aperture e re-styling avvenute nel corso del 2023. Tra le riaperture c’è anche la città di New York, dove Fratelli Rossetti è presente dal 1979, con una nuova location più centrale e prestigiosa per lo storico negozio di Madison Avenue. Uno spazio in grado di esaltare sempre più l’eleganza e la tradizione che contraddistinguono la nostra storia. Abbiamo attivato un percorso di crescita anche verso il Medio Oriente aprendo due nuove boutique, una a Doha e una a Dubai. Questi nuovi flagship store testimoniano la volontà di continuare ad essere una delle realtà portavoce del Made in Italy nel mondo.

Quali sono le novità maschili per la Primavera/Estate 24?
Le novità sono moltissime, sicuramente il Brera “pixel” è uno dei protagonisti di questa stagione ed è caratterizzato da un’innovativa lavorazione intreccio prima realizzata a mano e successivamente stampata sulla tomaia. La collezione inoltre presenta linee morbide e destrutturate, modelli dalla punta arrotondata e suole in cuoio dipinte a mano, così come pellami con effetti di chiaro-scuro resi unici dalla tamponatura dei nostri maestri artigiani.