L’operaio agricolo è una figura centrale nel settore agricolo e zootecnico. Si tratta di un professionista che svolge diverse mansioni, dalla coltivazione di piante alla cura degli animali. Gli operatori delle campagne possono essere generici, e occuparsi di più aspetti della produzione e della manutenzione delle aziende, o specializzati, in maniera speculare a quanto avviene in altri settori. Ma quali sono le competenze, le responsabilità e le condizioni di lavoro di un operaio agricolo? E quanto guadagna?
Indice
Le mansioni e gli ambiti di competenza
È possibile fare due divisioni tra gli operai agricoli, in base all’ambito di competenza:
- coltivazione;
- allevamento.
Chi si occupa di coltivazione prepara il terreno, della semina, della cura delle piante e della raccolta dei prodotti agricoli. Chi invece lavora nell’allevamento deve provvedere alla salute e al benessere degli animali, dalla loro alimentazione fino all’igiene, fino alla raccolta di prodotti derivati come latte o uova.
Il CCNL prevede tre diverse aree d’inquadramento:
- operai specializzati (prima area);
- operai qualificati (seconda area);
- operai comuni (terza area).
Gli operai specializzati e gli operai qualificati sono in possesso di brevetti e titoli per compiere mansioni specifiche, operare su veicoli e condurre macchinari particolari, a differenza degli operai comuni che invece sono figure più versatili e meno retribuite.
L’operaio agricolo collabora con diverse figure professionali, tra cui vivaisti, potatori, trattoristi, veterinari, agronomi ed enologi. Queste collaborazioni sono essenziali per garantire la produttività e l’efficienza dell’azienda.
Le diverse categorie di operai agricoli
Gli operai agricoli si classificano principalmente in due categorie in base alla durata del contratto:
- a tempo indeterminato (OTI);
- a tempo determinato (OTD).
La seconda categoria si divide ulteriormente in base alla durata e regolarità dell’impiego, che può variare da lavori brevi e stagionali fino a impieghi di lungo periodo.
Dove e quanto lavora un operaio agricolo
L’ambiente di lavoro varia notevolmente: si va dai campi aperti alle serre, dalle stalle ai magazzini. Gli orari sono influenzati dal clima e dalle stagioni, con giornate che possono iniziare all’alba in estate e più tardi in inverno. Il lavoro è fisicamente impegnativo e spesso svolto all’aperto, esponendo l’operaio a diverse condizioni meteorologiche.
Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro stabilisce un orario settimanale di 39 ore. Tuttavia gli orari possono variare a seconda delle esigenze stagionali, climatiche e delle urgenze lavorative, come la raccolta o il trattamento delle colture in determinate condizioni atmosferiche.
Lo stipendio di un operaio agricolo
La retribuzione degli operai agricoli è un argomento rilevante nell’ambito del lavoro agricolo. Questo settore, fondamentale per l’economia, vede variazioni salariali basate su contratti provinciali e nazionali. Analizziamo come si articolano i guadagni di questa categoria lavorativa, considerando le varie componenti che influenzano lo stipendio.
Per gli operai agricoli a tempo indeterminato, lo stipendio varia in base al contratto provinciale specifico. Il CCNL stabilisce quanto guadagna il lavoratore: la cifra oscilla tra gli 11.335,44 euro annui per la terza area, quella degli operai comuni, e i 16.669,80 euro per la prima area, la fascia più elevata, degli operai specializzati.
Oltre allo stipendio base, gli operai agricoli ricevono ulteriori benefici come la tredicesima e la quattordicesima mensilità. In alcuni casi possono essere inclusi anche generi in natura o un corrispettivo in denaro, a seconda della contrattazione specifica.
Ci sono poi maggiorazioni per gli straordinari, per il lavoro festivo e il lavoro notturno, che variano dal 25% al 45% in più su base oraria, e scatti di anzianità ogni due anni, con lo stipendio mensile che aumenta di volta in volta di somme comprese tra i 9 e i 13 euro a seconda della qualifica.
Per chi è impiegato stagionalmente o con contratto a tempo determinato, oltre allo stipendio base, è previsto il terzo elemento. Questa componente aggiuntiva può arrivare fino al 30,44% della retribuzione totale: funge da significativa integrazione al salario e può cambiare notevolmente quanto guadagna un operaio agricolo.