Dopo l’emergenza cinghiali, arrivano i lupi in città

Decine di avvistamenti nelle zone periferiche della Urbe, con branchi di lupi in libertà che potrebbero risolvere il problema cinghiali

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Redazione

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Cambiano le amministrazioni, ma i problemi di Roma non sembrano passare mai. Nonostante il passaggio di testimone da Virginia Raggi a Roberto Gualtieri avvenuto il 21 ottobre 2021, infatti, la città continua a finire sulle pagine dei maggiori quotidiani nazionali e internazionali per vicende ormai note a tutti. Dagli autobus che vanno a fuoco alle metro ferme, passando per la le emergenze che riguardano i rifiuti che occupano le strade capitoline e i cinghiali che spaventano i residenti delle aree vicino al verde cittadino. La novità degli ultimi giorni sono però i lupi avvistati alle porte della Urbe.

I lupi sono veramente dentro Roma? Forse vivono dentro Monte Mario

Finora sono stati segnalati una quarantina di esemplari in tutte le aree esterne al raccordo, l’anello autostradale che circonda Roma. Dai Castelli Romani fino a Labaro e Prima Porta, passando poi per i comuni della città metropolitana, come Formello, Campagnano e Sacrofano. Aree di caccia pericolosamente vicine ai centri abitati e agli allevamenti di bestiame, e che sono sovrapponibili, soprattutto nel quadrante Nord Ovest della Capitale, all’areale ormai consolidato dei cinghiali urbani.

Ma se gli ungulati non ci hanno messo poi molto a prendere confidenza con gli spazi cittadini, diventano presenze fisse vicino ai cassonetti e attraversando senza troppa paura anche le strade più trafficate, i branchi di lupi sembrano essere ancora diffidenti nei confronti degli esseri umani. E non osano spingersi verso il centro abitato, preferendo stanziare nelle zone rurali, dove però potrebbero iniziare a predare vitelli, maialini, pecore, capre, oche, anatre, galline e tacchini.

Il lupo è un animale schivo di natura, e in genere non cerca il contatto con l’uomo. Difficilmente si vedranno esemplari scorrazzare in Piazza di Spagna o davanti al Colosseo. Tuttavia un pericolo concreto, anche per la sopravvivenza della specie, è l’ibridazione con i cani. I cuccioli bastardi potrebbero infatti ereditare la stazza e la tendenza al branco lupine e la fiducia nell’uomo dei nostri amici a quattro zampe.

Da cui però potrebbero arrivare anche l’aggressività e la muscolatura tipiche di alcune razze di molossoidi. Un mix che rischia di creare animali forti e pericolosi anche per gli esseri umani, e di far sparire il lupo, tornato finalmente ad abitare in tutta la Penisola dopo essere stato per decenni sull’orlo dell’estinzione, con una lenta ripresa iniziata solo negli anni ’70 e ancora in corso.

Lasciare liberi i lupi per uccidere i cinghiali: la proposta dell’esperto

Ma comunque vada, i lupi sono ormai alle porte della città. E chissà che non decidano di varcarle. C’è chi, scherzando, sui social li propone come una miracolosa cura all’invasione dei cinghiali. E una proposta in tal senso è arrivata anche da un esperto del settore, il professor Paolo Ciucci, docente associato di Ecologia, gestione e conservazione della fauna selvatica dell’Università La Sapienza di Roma.

All’Agi il docente ha dichiarato che i lupi sono già dentro il Grande Raccordo Anulare, nel Parco dell’Insugherata. E ha espresso i suoi sospetti sulla presenza di piccoli branchi anche nelle aree più remote di Monte Mario, riserva naturale a pochi passi dallo Stadio Olimpico e dal cuore della Roma bene.

Il cinghiale, ha spiegato, è una preda interessante per il lupo. Tuttavia l’Urbe non è propriamente un territorio di caccia, ed è improbabile che i branchi si mettano ad attaccare l’uomo. “È importante rispettarli e non scacciarli via, perché possono essere un’occasione per contenere l’avanzata dei cinghiali e, di conseguenza, far fronte anche alla diffusione della peste suina“, di cui vi abbiamo parlato qui, che sta mietendo già molte vittime tra i maiali di tutta Italia e rischia di diffondersi a macchia d’olio nella Capitale proprio a causa dei cinghiali.

Una proposta che però fa rabbrividire gli allevatori di altre specie, che potrebbero trovarsi a dover togliere dalle fauci dei predatori i loro animali, pecore e galline su tutti. Come sta già avvenendo in Toscana, dove la Coldiretti rileva che una stalla su due ha dovuto chiudere i battenti proprio a causa de “l’ennesima mattanza” portata avanti dai lupi. E c’è chi sta già accarezzando l’idea di aprire battute di caccia dentro Roma per decimare le popolazioni di animali selvatici attirati dal verde urbano, dalla spazzatura, e da una città che si rivela sempre più difficile da amministrare, ogni giorno che passa.

Vi abbiamo spiegato qua perché la peste suina è pericolosa e perché sono state indette delle zone rosse. Ma non è solo la fauna selvatica che deve spingere i cittadini romani – e non solo – a prendere precauzioni. In tutta Italia sono già arrivate le zecche, acari in grado di causare malattie molto gravi negli esseri umani. Qui la guida per curare i loro morsi.