Lauree più richieste, in testa quelle tecnico-professionali: previsti un milione di posti di lavoro

Le lauree più richieste sarebbero quelle in materie economico-statistiche, seguite dai titoli per l’insegnamento e la formazione e poi dagli indirizzi medico-sanitario

Foto di Giorgio Pirani

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Esiste una forte corrispondenza tra il conseguimento di una laurea e l’ottenimento di un buon posto di lavoro, specialmente se si tratta di lauree nelle discipline economico-statistiche, nel settore medico-sanitario, nell’istruzione e nella formazione, oltre alle materie Stem, con l’ingegneria in testa.

Lo attesta il report “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine” del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere, tra il 2024 e il 2028. Quasi il 40% dei posti di lavoro saranno destinati a personale con un titolo di studio di livello terziario, includendo non solo le lauree universitarie ma anche programmi di formazione professionale come quelli offerti dalle ITS Academy e altre “accademie” equiparate. Un dato ancora più significativo se confrontato con il recente passato: nel 2022, secondo i dati Istat, i lavoratori con almeno una laurea rappresentavano solo il 24% degli occupati.

I posti di lavoro nel campo Stem e non

Sembra che gli studenti che usciranno dai tecnico-professionali possano godere di ottime prospettive lavorative, con un previsto di 1,4-1,7 milioni di posti di lavoro, che corrispondono al 46% delle offerte totali. Al contrario, i liceali sembrano incontrare maggiori difficoltà, poiché solo circa il 4% delle occupazioni (120-145 mila unità) sembra essere dedicato a coloro che si fermano a questo titolo di studio.

Nel campo Stem, con una previsione media di 72mila-82mila posti di lavoro all’anno, gli indirizzi ingegneristici sono quelli con il maggiore fabbisogno previsto, oscillando tra le 36mila e le 41mila unità all’anno. L’ingegneria civile, esaminata separatamente, dovrebbe assorbire circa 13mila-15mila persone all’anno, mentre nel campo strettamente scientifico, che comprende matematica, fisica e informatica, si stima un fabbisogno di 12mila-14mila nuove unità lavorative annue.

Tuttavia, sono soprattutto i percorsi non-Stem a fornire le “notizie” più rilevanti. In questo ambito, le discipline economico-statistiche si aggiudicano il primato con un fabbisogno stimato tra le 44mila e le 50mila persone all’anno. Sorprendentemente, il secondo posto va all’insegnamento e alla formazione, inclusi gli insegnanti di scienze motorie, con una previsione leggermente inferiore (42mila-45mila unità). Al terzo posto troviamo l’indirizzo medico-sanitario, con 38mila unità annue. Anche l’area giuridica e politico-sociale mostra performance promettenti, con una previsione di 27mila-28mila assunzioni annue.

Le lauree meno richieste

In fondo alle classifiche troviamo le scienze biologiche e tecnologiche, insieme al settore chimico-farmaceutico nell’ambito Stem, mentre tra gli altri indirizzi troviamo l’area della psicologia, il settore agrario-alimentare-zootecnico e quello linguistico. Per ognuno di questi settori, nel periodo 2024-2028, si prevede la ricerca di meno di 10mila unità lavorative all’anno.

Un altro fattore da considerare è il tipo di datore di lavoro: laureati e professionisti simili saranno particolarmente ricercati nella pubblica amministrazione, dove si prevede che il 79% dei profili richiesti avranno un titolo di livello terziario, un numero significativamente più alto rispetto al settore privato, che si attesta al 27%.

Nel settore privato, invece, sembra esserci una maggiore domanda di figure con diplomi, soprattutto in materie tecnico-scientifiche. L’interesse per figure con un background liceale rimane marginale: solo il 4% per la pubblica amministrazione e il 5% per il settore privato.

Quante assunzioni previste nei prossimi mesi

Poco meno di 494mila contratti di assunzione (con una durata superiore a un mese o a tempo indeterminato) sono stati programmati dalle imprese per il mese di maggio, mentre per il trimestre maggio-luglio si prevedono quasi 1,6 milioni di contratti. Questo rappresenta un aumento della domanda di lavoro di circa 27.000 unità rispetto a maggio 2023 (+5,8%) e di quasi 35.000 unità rispetto al corrispondente trimestre (+2,2%).

Nel complesso, l’industria prevede più di 136mila nuove assunzioni nel mese e oltre 410mila nel trimestre, con una crescita rispettivamente del 3,5% e del 2,4% rispetto all’anno precedente. Le imprese del settore dei servizi stanno cercando circa 357mila lavoratori nel mese e circa 1,2 milioni nel trimestre, registrando incrementi rispettivamente del 6,7% e del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2023.